mercoledì 11 maggio 2016

RECENSIONE: FEDOR DOSTOEWSKIJ - IL GIOCATORE


Sinossi:

Divorato da un'insana passione per l'ambigua Polina che sembra non ricambiarlo, il giovane Aleksej si lascia sedurre dal demone del gioco, che lo trascina fatalmente verso una progressiva e inesorabile discesa agli inferi. Per ritrovarsi prigioniero di un mondo oscuro eppure pieno di luci che affascinano e illudono. Un mondo in cui, svanita l'ipocrisia, si rivela tutta la casualità della vita, dove il confine tra fallimento e trionfo lo stabilisce il rimbalzare di una pallina bianca e non c'è spazio per nessuna morale. Una vicenda "scherzosa", come scrive Ginzburg, in cui alla fine non c'è redenzione, ma solo la consapevolezza disillusa e divertita di chi ha accettato le regole del gioco.

 
Oggi mi prendo una bella responsabilità, quella di recensire un’opera di un grande autore russo, il tanto amato da molti e mal digerito da altri, Fedor Dostoewskij.

Di questo autore ho letto altri libri, non ancora i romanzi lunghi, ma finora questo è quello che preferisco: non è breve come il pure bellissimo racconto “le notti bianche”, ma si fa leggere velocemente sia perché la scrittura è incalzante, sia perché le vicende raccontate sono appassionanti.
Il giovane precettore Alexej, intelligente, ma forse un po’ suscettibile, è in vacanza con la famiglia dei suoi alunni presso una località tedesca di fantasia, denominata Roulettenburg. Per fare un piacere alla giovane ed egoista Polina di cui è innamorato, Alexej si avvicina al tavolo da gioco e da quel momento, per un motivo o per l’altro, non riuscirà più a staccarsene. Tra vincite e perdite la storia prosegue con una suspense sempre crescente, fino al culmine, la vincita stratosferica che porterà il precettore alla volta di Parigi al fianco della volubile, sciocca e bella Mademoiselle Blanche.
In questo libro Dostoewskij affronta tanti temi raccontando le diverse vicissitudini umane: parla del pericolo costituito dal gioco d’azzardo, la cui malia travolge il protagonista possedendone l’anima e il corpo, distogliendolo a dirittura dall’amore per Polina; parla dei più disparati comportamenti umani, la doppiezza del francese, la vanità di Blanche, la superbia vaqua del generale… E poi Dostoewskij sfrutta la varietà di personaggi per rimarcare alcune caratteristiche stereotipate dei popoli europei: i francesi, sia Levrier che Mademoiselle Blanche, sono calcolatori ed infingardi, l’inglese è un ricco e scaltro gentleman che sotto la sua imperturbabilità osserva e studia tutto ciò che lo circonda per sfruttare le situazioni a suo vantaggio; e ce n’è anche per i russi, compatrioti dell’autore… insomma, Dostoewskij, famoso per la sua bravura nell’analizzare l’animo umano,  non le manda certo a dire, qui più chiaramente che in altri romanzi.
Inutile dire che questo libro mi è piaciuto molto, l’ho letto in pochissimo tempo e l’ho trovato istruttivo ed a tratti esilarante, soprattutto con la comparsa della nonna! Questo, poi, è un personaggio assolutamente degno di nota: mentre l’allegra comitiva di vacanzieri attende l’arrivo del telegramma con la notizia della sua morte (che consentirebbe al generale ed ai suoi amici di intascare l’eredità), lei sorprende tutti arrivando a Roulettenburg in carne e ossa, sulla sua poltrona portata di peso da servitori e camerieri. Da qui si genera una serie di situazioni di completo delirio, assolutamente esilaranti! Ma non vi svelo di più, dovete leggerlo per forza!
Un’ultima considerazione: ciò che, a parer mio, rende ancor più straordinario questo libro è il fatto che sia stato scritto in circostanze assai anomale. Dostoewskij fu obbligato a scrivere un romanzo e consegnarlo in brevissimo tempo per far fronte alle scadenze contrattuali impostegli da un poco onesto editore. Così, mentre si dedicava alla stesura di “delitto e castigo”, ha dovuto buttar giù questo racconto a dirittura ricorrendo all’aiuto di una stenografa che sarebbe poi diventata la sua seconda moglie. Ciò che mi ha sorpresa, conoscendo queste vicende, è proprio il risultato: questo non sembra a fatto un libro scritto di fretta, tanto è stato ben confezionato! E’ proprio la lucidità delle analisi, il giusto spazio dedicato ad ogni personaggio o considerazione che mi porta a definirlo straordinario!
Beh, vi ho incuriosito? Spero proprio di sì! Buona lettura!

 
Opera recensita: “Il giocatore” di Fedor Dostoewskij

Editore: Einaudi (Prima ed.: 1941, ultima ed. 2015)

Genere: letteratura russa
Ambientazione: Roulettemburg, Parigi
Pagine: 192

Consigliato: sì

 

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