venerdì 15 luglio 2016

RECENSIONE: ALICE OZMA - LA LETTRICE DI MEZZANOTTE


Sinossi:

Alice, figlia di un bibliotecario di una scuola elementare, ha nove anni quando, durante un viaggio in treno, fa un patto con suo padre Jim: ogni sera, per cento giorni, prima che scocchi la mezzanotte, lui leggerà per lei ad alta voce. Da allora, la vita che scorre veloce intorno a loro si ferma quando, la sera, iniziano quel rito, soprannominato «la Serie», in cui padre e figlia viaggiano insieme sulle ali dei libri, scambiandosi pensieri ed emozioni. Ma, una volta raggiunto il traguardo, Alice e Jim non riescono a fermarsi. Basta uno sguardo ed entrambi capiscono che il loro rituale deve andare avanti perché è diventato un momento irrinunciabile, l'unica costante in una quotidianità semplice e complicata, in una vita fatta di sogni, cambiamenti e scoperte. Leggere insieme diventa così una medicina contro la tristezza, un modo per ritrovarsi e conoscersi, un angolo di cielo in cui le nuvole non possono arrivare. Una certezza che li accompagnerà ogni sera, senza eccezioni, fino alla vigilia della partenza della ragazza per il college. In questo libro straordinario, Alice racconta il suo profondo legame con il padre, le speranze, le paure, i trionfi che hanno vissuto e le lezioni di vita che hanno imparato dalle letture condivise. Una dolcissima storia vera sulla magia dei libri.

 

Comincio subito col dirvi che mi aspettavo qualcosa in più da questo libro… o forse mi aspettavo qualcos’altro.

Non so bene cosa mi fossi immaginata, ma credevo di leggere un libro che parlasse di libri, invece non è propriamente così, come peraltro conferma l’autrice proprio in apertura.

La piccola Alice fa un patto con suo padre, un bibliotecario paziente e grande amante dei libri: ogni sera l’uomo leggerà ad alta voce qualcosa per la figlia. I due si danno un obiettivo, 100 sere consecutive, ma una volta raggiunto questo primo step l’obiettivo si alza, arrivando a 1000 sere. In pratica la “serie” (così Alice ed il padre hanno soprannominato il loro appuntamento quotidiano) prosegue per più di 3000 sere, da quando Alice ha 9 anni fino ai 18 ed alla sua partenza per il college. E fin qui tutto ok… se non fosse che, invece di parlarci dettagliatamente delle sue letture condivise, Alice approfitta della presunta straordinarietà della sua impresa per raccontarci in prima persona molti episodi della sua vita, della sua infanzia, poi dell’adolescenza, fino agli anni del college. Ci parla del funerale del suo pesciolino, della C presa in inglese, la sua materia preferita, poi della madre che va via da casa… tanti episodi più o meno comuni ai quali io, francamente, non ero molto interessata, visto che a mio parere non c’è nulla di così eccezionale né nella “serie” né nella vita di Alice. D’accordo, ci sono tanti ragazzi che non leggono oggigiorno ed è encomiabile il lavoro di questo genitore che ha spinto la figlia verso i libri e li ha a dirittura letti con lei. E importante è anche la battaglia che il padre di Alice compie per difendere le biblioteche e la lettura dall’avvento della tecnologia… ma sinceramente, al di là di questo non ho trovato nulla di particolarmente coinvolgente in questo libro… se possibile lo definirei “senza infamia e senza lode”, né bello né brutto. Tuttavia, proprio perché non posso dire che sia brutto e potrei sbagliarmi non mi sento di non consigliarvelo apriori… ognuno di noi ha gusti differenti dal resto del mondo, perciò decidete voi… a me non è piaciuto, ma ciò non vuol dire che per voi potrebbe risultare interessante.

 

Opera recensita: “La lettrice di mezzanotte” di Alice Ozma

Editore: Sperling & Cupfer, 2015

Genere: narrativa americana

Ambientazione: Nord America

Pagine: 264

Consigliato: sì/no

 

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