Sinossi:
Alice,
figlia di un bibliotecario di una scuola elementare, ha nove anni quando,
durante un viaggio in treno, fa un patto con suo padre Jim: ogni sera, per
cento giorni, prima che scocchi la mezzanotte, lui leggerà per lei ad alta
voce. Da allora, la vita che scorre veloce intorno a loro si ferma quando, la
sera, iniziano quel rito, soprannominato «la Serie», in cui padre e figlia
viaggiano insieme sulle ali dei libri, scambiandosi pensieri ed emozioni. Ma,
una volta raggiunto il traguardo, Alice
e Jim non riescono a fermarsi. Basta uno sguardo ed entrambi capiscono che il
loro rituale deve andare avanti perché è diventato un momento irrinunciabile,
l'unica costante in una quotidianità semplice e complicata, in una vita fatta
di sogni, cambiamenti e scoperte. Leggere insieme diventa così una medicina
contro la tristezza, un modo per ritrovarsi e conoscersi, un angolo di cielo in
cui le nuvole non possono arrivare. Una certezza che li accompagnerà ogni sera,
senza eccezioni, fino alla vigilia della partenza della ragazza per il college.
In questo libro straordinario, Alice racconta il suo profondo legame con il
padre, le speranze, le paure, i trionfi che hanno vissuto e le lezioni di vita
che hanno imparato dalle letture condivise. Una dolcissima storia vera sulla
magia dei libri.
Comincio subito
col dirvi che mi aspettavo qualcosa in più da questo libro… o forse mi
aspettavo qualcos’altro.
Non so bene
cosa mi fossi immaginata, ma credevo di leggere un libro che parlasse di libri,
invece non è propriamente così, come peraltro conferma l’autrice proprio in
apertura.
La piccola
Alice fa un patto con suo padre, un bibliotecario paziente e grande amante dei
libri: ogni sera l’uomo leggerà ad alta voce qualcosa per la figlia. I due si
danno un obiettivo, 100 sere consecutive, ma una volta raggiunto questo primo
step l’obiettivo si alza, arrivando a 1000 sere. In pratica la “serie” (così
Alice ed il padre hanno soprannominato il loro appuntamento quotidiano) prosegue
per più di 3000 sere, da quando Alice ha 9 anni fino ai 18 ed alla sua partenza
per il college. E fin qui tutto ok… se non fosse che, invece di parlarci
dettagliatamente delle sue letture condivise, Alice approfitta della presunta
straordinarietà della sua impresa per raccontarci in prima persona molti
episodi della sua vita, della sua infanzia, poi dell’adolescenza, fino agli
anni del college. Ci parla del funerale del suo pesciolino, della C presa in
inglese, la sua materia preferita, poi della madre che va via da casa… tanti
episodi più o meno comuni ai quali io, francamente, non ero molto interessata,
visto che a mio parere non c’è nulla di così eccezionale né nella “serie” né
nella vita di Alice. D’accordo, ci sono tanti ragazzi che non leggono
oggigiorno ed è encomiabile il lavoro di questo genitore che ha spinto la
figlia verso i libri e li ha a dirittura letti con lei. E importante è anche la
battaglia che il padre di Alice compie per difendere le biblioteche e la
lettura dall’avvento della tecnologia… ma sinceramente, al di là di questo non
ho trovato nulla di particolarmente coinvolgente in questo libro… se possibile
lo definirei “senza infamia e senza lode”, né bello né brutto. Tuttavia,
proprio perché non posso dire che sia brutto e potrei sbagliarmi non mi sento
di non consigliarvelo apriori… ognuno di noi ha gusti differenti dal resto del
mondo, perciò decidete voi… a me non è piaciuto, ma ciò non vuol dire che per
voi potrebbe risultare interessante.
Opera
recensita: “La lettrice di mezzanotte” di Alice Ozma
Editore:
Sperling & Cupfer, 2015
Genere:
narrativa americana
Ambientazione:
Nord America
Pagine: 264
Consigliato:
sì/no
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