venerdì 9 marzo 2018

RECENSIONE: BAHIYYIH NAKHJAVANI - LA DONNA CHE LEGGEVA TROPPO


Sinossi:

Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu'l-Ayn è diversa da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta "come un uomo", libera di studiare e imparare.

Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama di poetessa e ribelle ("strega e puttana"

per chi ne ha paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia dello Shah come se potesse prevederne

le mosse. E quando infine viene catturata - dopo aver osato, nell'attimo che la consegna alla Storia, togliersi il velo in pubblico - il suo fascino e

la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l'amore dello Shah e l'ira funesta di sua madre.

 

Commento:

Fughiamo da subito ogni dubbio. Questo libro non mi è piaciuto, ha deluso molto le mie aspettative, non lo consiglio e me ne dispiaccio.

Mi dispiace soprattutto perché poteva essere l’occasione giusta per raccontare una storia davvero troppo poco conosciuta, quella di una donna sospesa tra realtà e mito, una donna diversa dalle altre in un contesto culturale prettamente “maschio centrico”… ma non è stato così. Questa storia è relegata nell’ultima parte del libro, soffocata fra intrighi politici, giochi di potere, una miscellanea di eventi raccontati in modo altalenante e di punti di vista che finiscono per intrecciarsi in un groviglio complicato del quale, a dire il vero, avrei fatto a meno. Qui avrebbe dovuto essere raccontata la storia della poetessa di Kasbyn, una ribelle, giudicata eretica, strega, puttana, ammaliatrice, una donna coraggiosa ed indomita che alle donne che incontrò insegnò a leggere se stesse, le proprie vite e quelle degli altri e a scriverne perché rimanesse traccia di loro al mondo.

Invece ci ritroviamo a leggere il racconto frammentato degli eventi occorsi durante la prigionia della poetessa nella casa del primo notabile a Teheran, dal punto di vista di varie donne in qualche modo coinvolte. Se pure questo libro avrebbe potuto essere utile a tracciare un quadro della condizione femminile nella Persia ottocentesca, questo risulta nebuloso e per nulla innovativo: non aggiunge né toglie nulla a ciò che personalmente già conoscevo sulla condizione della donna nei Paesi islamici in tempi relativamente antichi.

Per me una lettura deludente, dunque, su tutta la linea… peccato, perché la storia della poetessa di Kasbyn sembra davvero interessante e degna di attenzione.

 

 

Opera recensita: “La donna che leggeva troppo” di Bahiyyih Nakhjavani

Editore: Bur, 2007

Genere: narrativa straniera-romanzo storico

Ambientazione: Persia (Iran) 1849-1896

Pagine: 426

Prezzo: 9,90 €

Consigliato: no

Voto personale: 5

 

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