sabato 12 maggio 2018

RECENSIONE: SANDOR MARAI - LA DONNA GIUSTA


Sinossi:

Un pomeriggio, in una elegante pasticceria di Budapest, una donna racconta a un'altra donna come un giorno, avendo trovato nel portafogli di suo marito un pezzetto di nastro viola, abbia capito che nella vita di lui c'era stata, e forse c'era ancora, una passione segreta e bruciante, e come da quel momento abbia cercato, invano, di riconquistarlo. Una notte, in un caffè della stessa città, bevendo vino e fumando una sigaretta dopo l'altra, l'uomo che è stato suo marito racconta a un altro uomo come abbia aspettato per anni una donna che era diventata per lui una ragione di vita e insieme "un veleno mortale", e come, dopo aver lasciato per lei la prima moglie, l'abbia sposata - e poi inesorabilmente perduta. All'alba, in un alberghetto di Roma, sfogliando un album di fotografie, questa stessa donna racconta al suo amante (un batterista ungherese) come lei, la serva venuta dalla campagna, sia riuscita a sposare un uomo ricco, e come nella passione possa esserci ferocia, risentimento, vendetta. Molti anni dopo, nel bar di New York dove lavora, sarà proprio il batterista a raccontare a un esule del suo stesso paese l'epilogo di tutta la storia. Al pari delle "Braci" e di "Divorzio a Buda", questo romanzo appartiene al periodo più felice e incandescente dell'opera di Márai, quegli anni Quaranta in cui lo scrittore sembra aver voluto fissare in perfetti cristalli alcuni intrecci di passioni e menzogne, di tradimenti e crudeltà, di rivolte e dedizioni che hanno la capacità di parlare a ogni lettore.

 

Commento:

In questo libro si racconta una storia. Direte voi:”Che c’è di strano in questo?”. Apparentemente nulla. Solo che questa è una storia raccontata in modo assolutamente particolare, fatta di tante storie, persone, momenti, luoghi, sentimenti intrecciati.

Il punto di centrale da cui prende le mosse il racconto è costituito dal solito trittico: lui, lei, l’altra. Ungheria, periodo a cavallo tra il primo e il secondo dopoguerra. Un uomo ricco, insoddisfatto e roso dal senso di colpa lascia la prima moglie per sposare una sua antica e mai sopita fiamma: Judit, la giovane serva di casa dei suoi genitori. Dopo aver rinunciato a tutto per lei, però,  se ne separerà inesorabilmente. La storia ci viene raccontata in tre momenti e secondo tre punti di vista diversi, prima dalla prima moglie, poi dal marito ed infine dalla stessa Judit. Ciascuno dei narratori, a sua volta, racconta tutto ad un’altra persona, un’amica, un amico, un amante, un esule. E’ così che questa storia giunge fino a noi, toccando in modo originale e profondo temi importanti: guerra, amore, passione, menzogna, senso di colpa, lotta di classe, nobiltà, borghesia e proletariato. Una lettura interessante sotto più punti di vista, che richiede del tempo per essere assorbita e che necessita delle giuste pause. Libro che mi è piaciuto molto - il primo che leggo di Marai - e che consiglio caldamente.

 

 

 

Opera recensita: “La donna giusta” di Sandor Marai

Editore: Adelphi, 2004

Genere: romanzo

Ambientazione: Ungheria

Pagine: 444

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

 

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