domenica 13 maggio 2018

RECENSIONE: HEINRICH BOLL - OPINIONI DI UN CLOWN


Sinossi:

Con pantomime teatrali, con telefonate e incontri, un clown lancia accuse feroci all'opulenta società della Germania occidentale, che sembra aver smarrito

ogni valore. Un libro del '63, che suscitò polemiche e dibattiti.

 

Commento:

Bonn, 1962. Hans Schnier torna nel suo appartamento dopo un viaggio di lavoro che rischia di segnare la fine della sua carriera: è salito sul palco ubriaco ed è scivolato durante un numero ed ora ha all’attivo un bel ginocchio gonfio, un’umiliazione cocente e un solo marco in tasca. Hans è un clown – “definizione ufficiale: attore comico, non iscritto nei registri di nessuna Chiesa” -; ha una forte tendenza alla malinconia ed al vittimismo ed è da sempre la pecora nera della sua precisissima e impeccabile famiglia perché non fa mai mistero delle proprie opinioni. Proprio di queste opinioni è, infatti, imperniato l’intero libro – che racconta una vicenda che si svolge in un arco temporale di poche ore, ma che è frutto di anni di rabbia repressa, ingiustizie, rancore, senso di colpa. Senso di colpa ed abbandono, soprattutto, sono i sentimenti dominanti nelle ore che passiamo nell’appartamento di Hans, tra telefonate deliranti, ricordi, accuse a tutto e tutti ma soprattutto alla Chiesa cattolica, alla famiglia, ai prelati, ai falsi amici, a Maria. Sì, a Maria, perché Maria ha lasciato Hans, e da quando lei non c’è più tutto va a rotoli e lui non ha più pace. E da qui le invettive contro la Chiesa che gliel’ha portata via, contro il matrimonio che è solo un pezzo di carta che non serve a nulla, contro quelli che con sermoni e “principi dell’ordine” l’hanno ingabbiata nelle loro regole e nelle convenzioni sociali e l’hanno convinta che lui non andava bene per lei.

Fra il rancore e l’amarezza, il bisogno di soldi e di affetto, Hans ripercorre in un delirio di pensieri e azioni la sua vita, la sua storia con Maria, il suo essere miscredente, gli attriti con la madre, il suo lavoro. Così facendo ci regala una descrizione approfondita ed una critica forte ed estremamente lucida di un Paese, la Germania, che si affanna rialzandosi, ricostruendosi un futuro negando aprioristicamente il passato, affondando l’anima in credo e valori con radici corrotte e marce che finiscono per essere solo una facciata, come un bel manifesto insozzato dai bisogni di un cane. Una lettura interessante e profonda, un libro da leggere e rileggere e, senza dubbio, su cui riflettere.

 

Opera recensita: “Opinioni di un clown” di Heinrich Boll

Editore: Mondadori, prima ed. 1963

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Germania, anni 60

Pagine: 232

Prezzo: 11,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

 

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