giovedì 14 giugno 2018

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - IL SILENZIO DEI RAPITI


Sinossi:

Uno scuola-bus che trasporta otto bambine sordomute e le loro due insegnanti viene preso in ostaggio da tre pericolosi uomini appena fuggiti di prigione.

Rifugiatisi in un macello abbandonato il capo degli evasi, l'omicida Lou Handy, annuncia che ucciderà un ostaggio ogni ora se le sue richieste non saranno

soddisfatte. Con una serie di trattative estenuanti Arthur Potter, agente dell'FBI incaricato a negoziare il rilascio, ingaggia con il sadico Handy una

partita psicologica all'ultimo respiro nel corso di 12 tese e spasmodiche ore. Potter cerca di immedesimarsi nel pericoloso assassino, fino a pensare con

la sua testa...

 

Commento:

Semplicemente favoloso. Un Thriller con la T maiuscola, tutto suspense, azione, pianificazione, colpi di scena. Tutto comincia quando, lungo la strada per Topeka, lo scuolabus con a bordo otto giovani studentesse sordomute e le loro due insegnanti incrocia un incidente: gli occupanti di un’auto lungo la strada sembrano aver decisamente bisogno d’aiuto. Quando la ragazza più grande e le due insegnanti scendono dal bus, però, ancora non sanno che ad aspettarle, oltre ai feriti, ci sono tre pericolosi malviventi appena evasi di prigione. I tre uomini sequestrano l’autobus e rinchiudono le occupanti in un mattatoio abbandonato, grande e fetido, dove comincia una battaglia di nervi, estenuante e pericolosissima, fra sequestratori, ostaggi e forze di polizia. L’agente incaricato di negoziare con Lou Handy, il freddo capo dei sequestratori, è l’anziano Arthur Potter, personaggio con pregi e difetti con il quale è difficile non fraternizzare. Potter è abile, è “l’orgoglio del FBI”, ma deve lottare non solo con chi è dentro il mattatoio, ma anche con le forze contrastanti fra coloro che dovrebbero essere suoi alleati. Nulla, in questa storia, è definito; nessuno può sapere quanto durerà la trattativa e come si evolverà. In un crescendo di suspense e adrenalina, la storia si dipanerà con risvolti inaspettati ed un finale impensabile.

Ora, cosa si può dire di questo libro al di là della trama? Certo si può dire che Deaver studia, non pecca mai di approssimazione o faciloneria: quando prendi in mano un suo thriller sai già che a fine lettura avrai a disposizione vagonate di informazioni sul tema di fondo e di certo ne saprai qualcosa in più. Poi – ma chi come me è un suo lettore assiduo lo sa già – Deaver sa dosare la tensione: è un mago nel farci sospirare di sollievo e, un attimo dopo, farci balzare dalla sedia. E poi chi legge Deaver sa anche che mai, proprio mai, si potrà mettere la parola fine a un suo thriller prima di aver girato l’ultima pagina: fino all’ultima riga ci si potrà sempre aspettare qualche sorpresa.

Originale, sorprendente, avvincente, un thriller che è insieme azione e fine ragionamento, in pieno stile Deaver. Lettura consigliata a chi ama il brivido ed è disposto a lasciarsi condurre, senza dare mai niente per scontato.

 

Opera recensita: “Il silenzio dei rapiti di Jeffery Deaver

Editore: Sonzogno-Bur, prima ed. 1995

Genere: thriller

Ambientazione: Kansas, Stati Uniti

Pagine: 432 (Ed. Bur 2013)

Prezzo: 9,90 € (Ed. Bur 2013)

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

 

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