sabato 20 ottobre 2018

RECENSIONE: LOUIS-FERDINAND CéLINE - VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE


Sinossi:
L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della "folla solitaria", le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del nostro secolo: è in realtà un'opera potentemente comica, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo.

Commento:
Finora avevo letto parole più che positive su questo romanzo e, per carità, lungi da me parlarne male. Non saprei spiegare cosa mi aspettassi di preciso, ma posso di certo dire che ho concluso la lettura con fatica, quasi certamente non per colpa del libro. Intendiamoci: "Viaggio al temine della notte" non è affatto un libro brutto; è, però, un libro singolare, difficile da inquadrare e da seguire, è la storia di un viaggio nell'abbrutimento dell'umanità, di quell'umanità che, qualunque cosa accada, sopravviverà anche a se stessa. Céline ripercorre, in queste pagine, la sua stessa vita, fra la guerra, la laurea in medicina, il lavoro nelle borgate di Parigi, passando per l'esperienza in Africa e in America. Racconta, Céline, nei panni di un uomo forse più sventurato di quanto fu lui, un Ferdinand sboccato, delirante, fornicatore impunito, un maestro nell'arte di arrangiarsi e di fuggire, uno che nella sua vita ha concluso poco, nel lavoro, nelle relazioni e in amore. Racconta tutto questo, Céline, con un linguaggio e uno stile disturbanti, sfrontati, scritti per vomitar fuori tutto l'amaro e il marcio, scritti con lucida meticolosità, non allo scopo di piacere, ma forse, questo sì, per stupire e tramortire. E, stando al numero di ammiratori e detrattori di quest'opera, ci riesce.
Io, personalmente, mi aspettavo qualcosa di più lineare – epico ed eroico sì, singolare sì, ma lineare – perciò non mi sento di annoverare questo libro tra i capolavori che rileggerei domani. Però… chi sono io per sconsigliare uno che è considerato da (quasi) tutti un genio indiscusso? Come al solito dico questo: provate a leggerlo, vi farete un'idea vostra che, in fin dei conti, è la cosa più importante.

Opera recensita: "Viaggio al termine della notte" di Louis-Ferdinand Céline
Editore: Corbaccio, prima ed. 1932
Genere: letteratura francese
Ambientazione: Francia-Africa-America
Pagine: 575
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6.


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