Sinossi:
L'anarchico Céline, che
amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli
orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle
retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze
dell'Africa coloniale, la New York della "folla solitaria", le catene
di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove
lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora
che materiale. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del nostro
secolo: è in realtà un'opera potentemente comica, in cui lo spettacolo
dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte
dell'incubo.
Commento:
Finora avevo letto parole più che positive su questo romanzo
e, per carità, lungi da me parlarne male. Non saprei spiegare cosa mi
aspettassi di preciso, ma posso di certo dire che ho concluso la lettura con
fatica, quasi certamente non per colpa del libro. Intendiamoci: "Viaggio
al temine della notte" non è affatto un libro brutto; è, però, un libro
singolare, difficile da inquadrare e da seguire, è la storia di un viaggio nell'abbrutimento
dell'umanità, di quell'umanità che, qualunque cosa accada, sopravviverà anche a
se stessa. Céline ripercorre, in queste pagine, la sua stessa vita, fra la
guerra, la laurea in medicina, il lavoro nelle borgate di Parigi, passando per
l'esperienza in Africa e in America. Racconta, Céline, nei panni di un uomo
forse più sventurato di quanto fu lui, un Ferdinand sboccato, delirante,
fornicatore impunito, un maestro nell'arte di arrangiarsi e di fuggire, uno che
nella sua vita ha concluso poco, nel lavoro, nelle relazioni e in amore.
Racconta tutto questo, Céline, con un linguaggio e uno stile disturbanti, sfrontati,
scritti per vomitar fuori tutto l'amaro e il marcio, scritti con lucida
meticolosità, non allo scopo di piacere, ma forse, questo sì, per stupire e
tramortire. E, stando al numero di ammiratori e detrattori di quest'opera, ci
riesce.
Io, personalmente, mi aspettavo qualcosa di più lineare –
epico ed eroico sì, singolare sì, ma lineare – perciò non mi sento di annoverare
questo libro tra i capolavori che rileggerei domani. Però… chi sono io per
sconsigliare uno che è considerato da (quasi) tutti un genio indiscusso? Come
al solito dico questo: provate a leggerlo, vi farete un'idea vostra che, in fin
dei conti, è la cosa più importante.
Opera recensita: "Viaggio al termine della notte"
di Louis-Ferdinand Céline
Editore: Corbaccio, prima ed. 1932
Genere: letteratura francese
Ambientazione: Francia-Africa-America
Pagine: 575
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6.
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