venerdì 30 novembre 2018

RECENSIONE: BANANA YOSHIMOTO - N. P.


Sinossi:
Sarao Takase, scrittore giapponese che ha vissuto a lungo in America, muore suicida lasciando due figli gemelli, il maschio Otohiko e la femmina Saki, e il manoscritto di un libro incompiuto dal titolo N.P. (che sta per 'North Point', il titolo di una vecchia canzone). Pubblicato con solo 97 dei 100 racconti previsti, il libro diventa un bestseller negli Stati Uniti. Una giovane giapponese, Kazami, viene in possesso del novantottesimo racconto, inedito, alla cui traduzione stava lavorando il suo amante, Shooji, anche lui morto suicida, e che narra la storia di una passione erotica tra padre e figlia. Kazami incontra i due gemelli e trova Otohiko coinvolto in una tormentata storia d'amore con Sui, che scoprirà essere non solo figlia illegittima dello scrittore suicida ma anche sua amante. Kazami viene risucchiata completamente nel loro mondo, il mondo di 'N.P.', per tutta un'estate, che è il tempo reale in cui si svolge la storia. Dopo alterne vicende, Kazami scopre anche l'esistenza del racconto n°99 in cui Takase rappresenta l'altra faccia della sua realtà, l'aspirazione verso la normalità e l'eterodossia. Ormai manca solo il racconto n°100. Ed è soltanto quando tutti i destini si sono compiuti e il cerchio si chiude che il libro apparirà scritto fino in fondo: N.P. di Banana Yoshimoto è il racconto n°100 che Takase non aveva fatto in tempo a scrivere...

Commento:
Man mano che mi addentro – a piccolissimi passi – nella conoscenza della letteratura e della narrativa giapponese, mi convinco sempre più che dietro la caratteristica levità e le atmosfere surreali e rarefatte che usano per scrivere, i giapponesi abbiano la capacità di accettare situazioni che a noi sembrerebbero quantomeno strane con molta più naturalezza e apertura mentale di noi. E probabilmente è questo che li porta ad aprirsi anche a dimensioni ulteriori, a trattare argomenti come la morte, l'occulto, il suicidio con tanta leggerezza, che non è superficialità, ma probabilmente ampiezza di vedute. "N. P." di Banana Yoshimoto, oltre ad essere uno dei libri di autori giapponesi che ho apprezzato di più, è proprio l'espressione di ciò che ho appena affermato. In questa vicenda di relazioni intricate eppure sorprendentemente chiare, temi come l'incesto, i rapporti tra consanguinei, la morte, la telepatia, l'omosessualità femminile, vengono affrontati con estrema naturalezza, come se l'autrice fosse giustamente convinta che le cose vanno chiamate col loro nome e affrontate per ciò che sono, ossia fatti che fanno parte dell'essere umano. E una volta accettato ciò che riguarda l'umano è chiaro che si può passare allo step successivo, l'ultraterreno, l'interconnessione tra persone, vite, tempi e scelte. E' difficile spiegare in modo sintetico ciò che accade fra i personaggi, fatto sta che Otohiko e Saki – i due figli legittimi di Takaze – Sui, la figlia illegittima e amante, Schoogi e Kazami, la voce narrante, si ritrovano invischiati in una storia torbida e in equilibrio pericolosamente instabile. E tutto grazie alla magistrale regia di Takaze, il padre scrittore morto, e del suo libro incompleto, "N.P." nel quale i ragazzi si trovano ad essere risucchiati e ad agire da protagonisti.
E' un libro particolare, ma sicuramente da leggere, è una storia onesta, senza sotterfugi narrativi o concessioni al lettore. Un buon libro, davvero.

Opera recensita: "N. P." di Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli, 1999
Genere: narrativa giapponese
Ambientazione: Giappone
Pagine: 168
Prezzo: 7,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


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