martedì 7 maggio 2019

RECENSIONE: ISRAEL JOSHUA SINGER - I FRATELLI ASHKENAZI


Sinossi:
Israel Joshua Singer, fratello di Isaac Singer, affronta il tema dell'ascesa e della decadenza borghese, attraverso le vicende di una famiglia immerse nella storia dell'ebraismo polacco, lungo l'arco di quasi un secolo. Un romanzo di impianto pienamente ottocentesco in cui lo sviluppo borghese si accompagna alla miseria del proletariato, le prime e contraddittorie lotte sociali e la progressiva presa di coscienza da parte dei lavoratori ai dissidi nazionali dell'impero zarista e al suo sfacelo, per arrivare alla rivoluzione e alla costituzione dell'inquieta e caotica repubblica polacca. Singer ricrea in una folla di personaggi, di eventi e di vicende private tutta la fenomenologia culturale, storica e politica di una pagina importante della storia polacca.

Commento:
Di Israel Joshua Singer avevo letto da poco un altro meraviglioso romanzo, La famiglia Karnowski. Avendolo molto apprezzato, mi sono avvicinata a I fratelli Ashkenazi con fiducia, nonostante le oltre 700 pagine di lunghezza: non mi sbagliavo. Vi ho ritrovato tutta l'immediatezza e la franchezza di esposizione di Singer, nonché il suo modo di ragionare sempre onesto, schietto e diretto, il suo sarcasmo poco velato, la sua capacità di descrivere una città – in questo caso Lodz, nata da un villaggio addormentato e diventata il centro dell'industria polacca – e una società. In particolare, mentre La famiglia Karnowski partiva dalla situazione degli ebrei polacchi a inizio secolo e si spostava con loro nella terra dei gentili, qui Singer rimane a Lodz e si sofferma proprio nel descrivere quella comunità di chassidici chiassosi, pii, intraprendenti che sembrano essere in ogni dove, ma soprattutto sono i padroni del settore tessile. Da qui parte la narrazione di mpiù mezzo secolo di storia, di vita, di lotta. Sì, perché se La famiglia Karnowski era il romanzo delle emozioni, I fratelli Ashkenazi è proprio il romanzo della lotta, della rivoluzione operaia, della sollevazione di classe, dell'intraprendenza, del riscatto e delle sue conseguenze. Il tutto viene raccontato dettagliatamente seguendo – o prendendo quasi a pretesto, ad esempio – le vicissitudini di due fratelli, Simcha Meyer e Jacob Bunim Ashkenazi, due gemelli fra loro molto diversi ed entrambi protagonisti della vita di Lodz in quei decenni. Sarnno soprattutto le vicende del primo dei due, Simcha Meyer, a riempire pagine e pagine di racconto; conosceremo la sua ambizione sconfinata, la forza della sua determinazione e la crudeltà dell'uomo contro l'altro uomo… perché non basta, a volte, essere ricchi, industriali, potenti, guadagnarsi dal primo all'ultimo centesimo: se si appartiene al popolo che è stato puntato come capro espiatorio c'è poco da fare… è la guerra degli ultimi fra gli ultimi questa, è la guerra che strappa il fratello dalle braccia del fratello, che usa le idee per trionfare e poi le sotterra con l'ascia del potere.
Un libro complesso, non sempre facile, ma sicuramente un romanzo appassionante e di sconcertante attualità, che chiunque non sia accecato dall'ego ed abbia un minimo di coscienza sociale dovrebbe leggere. E una volta di più questo libro conferma che Israel Joshua Singer è un narratore eccezionale. Consigliato.


Opera recensita: "I fratelli Ashkenazi" di Israel Joshua Singer
Editore: Longanesi, prima ed. originale 1937
Genere: narrativa europea
Ambientazione: Polonia, Russia, prima metà del Novecento
Pagine: 761
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.


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