Sinossi:
Israel Joshua Singer,
fratello di Isaac Singer, affronta il tema dell'ascesa e della decadenza
borghese, attraverso le vicende di una famiglia immerse nella storia
dell'ebraismo polacco, lungo l'arco di quasi un secolo. Un romanzo di impianto
pienamente ottocentesco in cui lo sviluppo borghese si accompagna alla miseria
del proletariato, le prime e contraddittorie lotte sociali e la progressiva
presa di coscienza da parte dei lavoratori ai dissidi nazionali dell'impero
zarista e al suo sfacelo, per arrivare alla rivoluzione e alla costituzione
dell'inquieta e caotica repubblica polacca. Singer ricrea in una folla di
personaggi, di eventi e di vicende private tutta la fenomenologia culturale,
storica e politica di una pagina importante della storia polacca.
Commento:
Di Israel Joshua Singer
avevo letto da poco un altro meraviglioso romanzo, La famiglia Karnowski. Avendolo
molto apprezzato, mi sono avvicinata a I fratelli Ashkenazi con fiducia,
nonostante le oltre 700 pagine di lunghezza: non mi sbagliavo. Vi ho ritrovato
tutta l'immediatezza e la franchezza di esposizione di Singer, nonché il suo
modo di ragionare sempre onesto, schietto e diretto, il suo sarcasmo poco
velato, la sua capacità di descrivere una città – in questo caso Lodz, nata da
un villaggio addormentato e diventata il centro dell'industria polacca – e una
società. In particolare, mentre La famiglia Karnowski partiva dalla situazione
degli ebrei polacchi a inizio secolo e si spostava con loro nella terra dei
gentili, qui Singer rimane a Lodz e si sofferma proprio nel descrivere quella
comunità di chassidici chiassosi, pii, intraprendenti che sembrano essere in
ogni dove, ma soprattutto sono i padroni del settore tessile. Da qui parte la
narrazione di mpiù mezzo secolo di storia, di vita, di lotta. Sì, perché se La
famiglia Karnowski era il romanzo delle emozioni, I fratelli Ashkenazi è
proprio il romanzo della lotta, della rivoluzione operaia, della sollevazione
di classe, dell'intraprendenza, del riscatto e delle sue conseguenze. Il tutto
viene raccontato dettagliatamente seguendo – o prendendo quasi a pretesto, ad
esempio – le vicissitudini di due fratelli, Simcha Meyer e Jacob Bunim
Ashkenazi, due gemelli fra loro molto diversi ed entrambi protagonisti della
vita di Lodz in quei decenni. Sarnno soprattutto le vicende del primo dei due,
Simcha Meyer, a riempire pagine e pagine di racconto; conosceremo la sua
ambizione sconfinata, la forza della sua determinazione e la crudeltà dell'uomo
contro l'altro uomo… perché non basta, a volte, essere ricchi, industriali, potenti,
guadagnarsi dal primo all'ultimo centesimo: se si appartiene al popolo che è stato
puntato come capro espiatorio c'è poco da fare… è la guerra degli ultimi fra
gli ultimi questa, è la guerra che strappa il fratello dalle braccia del
fratello, che usa le idee per trionfare e poi le sotterra con l'ascia del
potere.
Un libro complesso, non
sempre facile, ma sicuramente un romanzo appassionante e di sconcertante attualità,
che chiunque non sia accecato dall'ego ed abbia un minimo di coscienza sociale
dovrebbe leggere. E una volta di più questo libro conferma che Israel Joshua
Singer è un narratore eccezionale. Consigliato.
Opera recensita: "I
fratelli Ashkenazi" di Israel Joshua Singer
Editore: Longanesi, prima ed. originale 1937
Genere: narrativa europea
Ambientazione: Polonia, Russia, prima metà del Novecento
Pagine: 761
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.
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