lunedì 27 dicembre 2021

RECENSIONE: ARTHUR SCHNITZLER - LA SIGNORINA ELSE

Sinossi:

Nell’opera di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente «altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue nervose vacanze alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il tono mellifluo e patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita a vendersi per salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler è nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, quando la lettera della madre non è ancora aperta, e poi come sfida, una sfida mortale. Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo (e perfino la musica, nella scena culminante) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom, Else si offre a noi dall’interno nelle sue minime oscillazioni psichiche, che qui affiorano con quella velocità mentale che la prosa quasi mai riesce a catturare. Ma – e questo è il più azzardato, il più felice artificio di Schnitzler – al tempo stesso la contempliamo dall’esterno e la sua presenza si impone a noi come quella di un’antica eroina.

 

Commento:

Cosa si può dire di questo breve, ma allucinante ed agghiacciante racconto di Schnitzler? Come lo si può descrivere? Con due sostantivi: follia e delirio. Sono questi i sentimenti che pervadono le pagine e che sferzano, sempre più incalzanti, il monologo di Else. La giovane, bellissima diciannovenne in vacanza con un cugino e una zia, è divisa tra l'attrazione e il bisogno di attenzioni che sente per il cugino e le profferte sgradite di un "farabutto con la voce vibrante". Una lettera – incommentabile – della madre la getta nella frenesia e nella confusione più totale, perché la costringe ad umiliarsi, lei così giovane eppure così conscia della propria bellezza. Combattuta tra i doveri di obbedienza alle assurde richieste della famiglia e l'istinto di autoconservazione, Else non vuole perdere se stessa e la propria dignità, ma il forte stress la conduce al deliquio. Una storia triste, allucinante, delirante, che culmina in un climax ascendente di angoscia e ingiustizia.

 

Opera recensita: "La signorina Else" di Arthur Schnitzler

Editore: Adelphi, ed. 1988, prima ed. originale 1924

Traduttore: Renata Colorni

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Svizzera

Pagine: 123

Prezzo: 11,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

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