Sinossi:
Nell’opera di Schnitzler, La signorina Else è un’aria mirabile, che continua a suonare
nell’orecchio di chi l’ha sentita anche una sola volta. Fin dalle prime
battute, e poi sempre più trascinati sino alla fine, avvertiamo il battito
tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else,
l’adolescente «altera», vivida e appassionata. Incombe su di lei, sulle sue
nervose vacanze alpine, una catastrofe familiare. E la madre stessa, con il
tono mellifluo e patetico che si conviene alla stregoneria familiare, la invita
a vendersi per salvare la famiglia. Tutto il testo di Schnitzler è nella
reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, quando la
lettera della madre non è ancora aperta, e poi come sfida, una sfida mortale.
Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo
interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo (e perfino la musica, nella
scena culminante) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente
rovescio dell’altro. Non meno di Molly Bloom, Else si offre a noi dall’interno
nelle sue minime oscillazioni psichiche, che qui affiorano con quella velocità
mentale che la prosa quasi mai riesce a catturare. Ma – e questo è il più
azzardato, il più felice artificio di Schnitzler – al tempo stesso la
contempliamo dall’esterno e la sua presenza si impone a noi come quella di
un’antica eroina.
Commento:
Cosa si può dire di questo
breve, ma allucinante ed agghiacciante racconto di Schnitzler? Come lo si può descrivere?
Con due sostantivi: follia e delirio. Sono questi i sentimenti che pervadono le
pagine e che sferzano, sempre più incalzanti, il monologo di Else. La giovane,
bellissima diciannovenne in vacanza con un cugino e una zia, è divisa tra
l'attrazione e il bisogno di attenzioni che sente per il cugino e le profferte
sgradite di un "farabutto con la voce vibrante". Una lettera –
incommentabile – della madre la getta nella frenesia e nella confusione più
totale, perché la costringe ad umiliarsi, lei così giovane eppure così conscia
della propria bellezza. Combattuta tra i doveri di obbedienza alle assurde
richieste della famiglia e l'istinto di autoconservazione, Else non vuole perdere
se stessa e la propria dignità, ma il forte stress la conduce al deliquio. Una
storia triste, allucinante, delirante, che culmina in un climax ascendente di
angoscia e ingiustizia.
Opera recensita: "La
signorina Else" di Arthur Schnitzler
Editore: Adelphi, ed. 1988,
prima ed. originale 1924
Traduttore: Renata Colorni
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Svizzera
Pagine: 123
Prezzo: 11,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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