venerdì 16 settembre 2022

RECENSIONE: PHILIP ROTH - LA MACCHIA UMANA

Sinossi:

Il professor Coleman Silk da cinquant'anni nasconde un segreto, e lo fa così bene che nessuno se n'è mai accorto, nemmeno sua moglie o i suoi figli. Un giorno però basta una frase (anzi una sola parola detta per sbaglio, senza riflettere) e su di lui si scatenano le streghe del perbenismo, gli spiriti maligni della "political correctness". Allora tutto il suo mondo, la sua brillante vita accademica, la sua bella famiglia, di colpo crollano; e ogni cosa che Coleman fa suscita condanna, ogni suo gesto e ogni sua scelta scandalizzano i falsi moralisti. Non c'è scampo perché "noi lasciamo una macchia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c'è altro mezzo per essere qui".

 

Commento:

Non è facile descrivere le sensazioni contrastanti che questo romanzo (il secondo di Roth che leggo) suscita in me. A lettura ultimata, provo una sorta di dualismo che mi divide e non mi consente di stabilire con chiarezza quale sia la mia opinione su La macchia umana, Coleman Silk e la sua storia dall'epilogo triste. Se da un lato sento che si tratta di un buon romanzo, di una buona prova narrativa che affronta tematiche scomode con una mentalità aperta ed una scrittura brillante, d'altra parte mi sembra di fiutare, nella scrittura di Roth, la puzza di un compitino ben fatto, di qualcosa di scritto per piacere ed imbonire l'opinione pubblica sensibile a certi temi. È come se in tutto il romanzo ci fosse qualcosa di capzioso che me lo fa sentire finto, posticcio, come se anche dopo aver letto tutto questo bel mappazzone, non ci fosse dato penetrare l'ambiguità irriducibile di Roth per conoscere il suo pensiero reale. E sorprendentemente, il fatto che qui, a ben guardare, quasi nessun personaggio è perfetto – neanche Coleman Silk, né i figli, né l'amante – finisce per rafforzare questo mio pensiero. Poi c'è da dire che il romanzo è originale, brillante, coinvolgente, e sicuramente Roth è un autore molto abile, soprattutto se si pensa che il personaggio a mio parere più riuscito è quello più odioso, Delphine Roux. Però rimane tutto il resto, tutte le considerazioni sopra esposte, per non parlare del fatto che la libertà tanto agognata da Coleman Silk si fonda su una becera bugia… Sorvoliamo. In definitiva, mi è piaciuto leggere questa storia, arrivo a consigliarla perché è ben scritta ed offre punti di vista interessanti, ma non riesco a darle il mio sì convinto. Credo che mi resterà per sempre il dubbio se la storia in sé mi sia realmente piaciuta.

 

Opera recensita: "La macchia umana" di Philip Roth

Editore: Einaudi, (prima ed. 2000)

Traduttore: Vincenzo Mantovani

Genere: narrativa americana

Ambientazione: Stati Uniti, 1998

Pagine: 395

Prezzo: 13,50 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

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