Sinossi:
Il professor Coleman Silk da cinquant'anni nasconde un
segreto, e lo fa così bene che nessuno se n'è mai accorto, nemmeno sua moglie o
i suoi figli. Un giorno però basta una frase (anzi una sola parola detta per
sbaglio, senza riflettere) e su di lui si scatenano le streghe del perbenismo,
gli spiriti maligni della "political correctness". Allora tutto il
suo mondo, la sua brillante vita accademica, la sua bella famiglia, di colpo
crollano; e ogni cosa che Coleman fa suscita condanna, ogni suo gesto e ogni
sua scelta scandalizzano i falsi moralisti. Non c'è scampo perché "noi
lasciamo una macchia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso,
errore, escremento, seme: non c'è altro mezzo per essere qui".
Commento:
Non è facile descrivere le sensazioni contrastanti che questo
romanzo (il secondo di Roth che leggo) suscita in me. A lettura ultimata, provo
una sorta di dualismo che mi divide e non mi consente di stabilire con
chiarezza quale sia la mia opinione su La macchia umana, Coleman Silk e la sua
storia dall'epilogo triste. Se da un lato sento che si tratta di un buon
romanzo, di una buona prova narrativa che affronta tematiche scomode con una
mentalità aperta ed una scrittura brillante, d'altra parte mi sembra di
fiutare, nella scrittura di Roth, la puzza di un compitino ben fatto, di
qualcosa di scritto per piacere ed imbonire l'opinione pubblica sensibile a
certi temi. È come se in tutto il romanzo ci fosse qualcosa di capzioso che me
lo fa sentire finto, posticcio, come se anche dopo aver letto tutto questo bel
mappazzone, non ci fosse dato penetrare l'ambiguità irriducibile di Roth per
conoscere il suo pensiero reale. E sorprendentemente, il fatto che qui, a ben
guardare, quasi nessun personaggio è perfetto – neanche Coleman Silk, né i
figli, né l'amante – finisce per rafforzare questo mio pensiero. Poi c'è da
dire che il romanzo è originale, brillante, coinvolgente, e sicuramente Roth è
un autore molto abile, soprattutto se si pensa che il personaggio a mio parere
più riuscito è quello più odioso, Delphine Roux. Però rimane tutto il resto,
tutte le considerazioni sopra esposte, per non parlare del fatto che la libertà
tanto agognata da Coleman Silk si fonda su una becera bugia… Sorvoliamo. In
definitiva, mi è piaciuto leggere questa storia, arrivo a consigliarla perché è
ben scritta ed offre punti di vista interessanti, ma non riesco a darle il mio
sì convinto. Credo che mi resterà per sempre il dubbio se la storia in sé mi
sia realmente piaciuta.
Opera recensita: "La macchia umana" di Philip Roth
Editore: Einaudi, (prima ed. 2000)
Traduttore: Vincenzo Mantovani
Genere: narrativa americana
Ambientazione: Stati Uniti, 1998
Pagine: 395
Prezzo: 13,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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