giovedì 29 marzo 2018

RECENSIONE: LEV TOLSTOJ - LA SONATA A KREUTZER


Sinossi:

Tolstoj compone il tema dell'amore e del matrimonio, che allora lo inquietava anche come momento della sua propria vita privata, nelle forme di una narrazione

in cui la voce amara del protagonista si fa nitida rappresentazione drammatica. Lungi dall'essere tragedia della gelosia, è il dramma di un insaziabile

odio-amore carnale che si svolge tra due egoismi che tendono accanitamente a sottomettersi l'un l'altro nel soddisfacimento della loro brama. E solo la

morte, così assurdamente e lucidamente deliberata e inferta dal protagonista, pone fine al conflitto di due carni che non diventano mai una.

 

Commento:

Un romanzo breve, questo pubblicato da Tolstoj nel 1889, ma ricco di spunti di riflessione.

La scena si apre nel vagone di un treno nel quale alcune persone si trovano, per caso, coinvolte in una conversazione sull’amore. Già la conversazione in sé non è per nulla priva di interesse, ma lo diventa ancor di più quando al quadretto dei conversanti si aggiunge un uomo - evidentemente alterato da un forte turbamento interiore – la cui opinione è in netto contrasto con quelle degli altri presenti. Ben presto gli “attori” si disperdono, la conversazione cessa e nel vagone restano solo l’Io narrante e lo strano uomo turbato. A questo punto l’uomo confessa al narratore di aver ucciso, in passato, sua moglie e di essere stato assolto. Il monologo che ne deriva è quanto di più lucidamente folle potesse scaturire dalla penna di un romanziere russo di fine Ottocento: le riflessioni sul matrimonio, sulla condizione della donna e sugli obblighi che la legavano all’uomo, la visione dell’amore e del sesso come di un’attività perversa e “maialesca” eppure necessaria, meritano ben più di una lettura per poter essere compresi, analizzati, condivisi o negati.

Tolstoj, per bocca di Poznishev, si lancia in un profluvio di dubbi, incertezze, affermazioni anche molto forti che denotano un turbamento radicato e una mente vicina all’implosione. Si avverte, infatti, la necessità del protagonista – e dello scrittore – di gettare fuori il male del rancore, della furia cieca, del profondo senso di colpa , per indulgere al pentimento senza sperare nel perdono.

Personalmente, non riesco a dire se questo libro mi sia piaciuto; non so dire quanto delle considerazioni di Tolstoj abbia condiviso; di certo mi è necessaria un’altra lettura approfondita (da qui la valutazione media, né troppo alta né troppo bassa). Certo è che quest’opera, che va comunque inquadrata nel periodo storico e sociale in cui è stata scritta, merita di essere letta e conosciuta, non foss’altro che per la quantità di spunti che ci offre, anche a costo di doversene poi discostare in toto. E’ per questo che la consiglio senza remore.

 

Opera recensita: “La sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj

Editore: Einaudi, prima ed. 1889

Genere: romanzo breve-letteratura russa

Ambientazione: Russia

Pagine: 125 (Ed. Einaudi 2006)

Prezzo: 9,00 € (Ed. Einaudi 2006)

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

 

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