Sinossi:
Tolstoj compone il tema dell'amore e del matrimonio, che
allora lo inquietava anche come momento della sua propria vita privata, nelle
forme di una narrazione
in cui la voce amara del protagonista si fa nitida
rappresentazione drammatica. Lungi dall'essere tragedia della gelosia, è il
dramma di un insaziabile
odio-amore carnale che si svolge tra due egoismi che tendono
accanitamente a sottomettersi l'un l'altro nel soddisfacimento della loro
brama. E solo la
morte, così assurdamente e lucidamente deliberata e inferta
dal protagonista, pone fine al conflitto di due carni che non diventano mai
una.
Commento:
Un romanzo breve, questo pubblicato da Tolstoj nel 1889, ma
ricco di spunti di riflessione.
La scena si apre nel vagone di un treno nel quale alcune
persone si trovano, per caso, coinvolte in una conversazione sull’amore. Già la
conversazione in sé non è per nulla priva di interesse, ma lo diventa ancor di
più quando al quadretto dei conversanti si aggiunge un uomo - evidentemente
alterato da un forte turbamento interiore – la cui opinione è in netto
contrasto con quelle degli altri presenti. Ben presto gli “attori” si disperdono,
la conversazione cessa e nel vagone restano solo l’Io narrante e lo strano uomo
turbato. A questo punto l’uomo confessa al narratore di aver ucciso, in
passato, sua moglie e di essere stato assolto. Il monologo che ne deriva è
quanto di più lucidamente folle potesse scaturire dalla penna di un romanziere
russo di fine Ottocento: le riflessioni sul matrimonio, sulla condizione della
donna e sugli obblighi che la legavano all’uomo, la visione dell’amore e del
sesso come di un’attività perversa e “maialesca” eppure necessaria, meritano
ben più di una lettura per poter essere compresi, analizzati, condivisi o
negati.
Tolstoj, per bocca di Poznishev, si lancia in un profluvio
di dubbi, incertezze, affermazioni anche molto forti che denotano un turbamento
radicato e una mente vicina all’implosione. Si avverte, infatti, la necessità
del protagonista – e dello scrittore – di gettare fuori il male del rancore, della
furia cieca, del profondo senso di colpa , per indulgere al pentimento senza
sperare nel perdono.
Personalmente, non riesco a dire se questo libro mi sia
piaciuto; non so dire quanto delle considerazioni di Tolstoj abbia condiviso;
di certo mi è necessaria un’altra lettura approfondita (da qui la valutazione
media, né troppo alta né troppo bassa). Certo è che quest’opera, che va
comunque inquadrata nel periodo storico e sociale in cui è stata scritta,
merita di essere letta e conosciuta, non foss’altro che per la quantità di
spunti che ci offre, anche a costo di doversene poi discostare in toto. E’ per
questo che la consiglio senza remore.
Opera recensita: “La sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj
Editore: Einaudi, prima ed. 1889
Genere: romanzo breve-letteratura russa
Ambientazione: Russia
Pagine: 125 (Ed. Einaudi 2006)
Prezzo: 9,00 € (Ed. Einaudi 2006)
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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