mercoledì 9 dicembre 2020

RECENSIONE: EDGAR ALLAN POE - I DELITTI DELLA RUE MORGUE

Sinossi:

“Parigi, Rue Morgue, fine dell’Ottocento. Sono due gli efferati omicidi perpetrati in un appartamento al quarto piano di un vecchio edificio fatiscente. L’anziana Madame L’Espanaye viene trovata nel cortile interno, orribilmente mutilata e sgozzata. Sua figlia Camille, è stata prima strangolata e quindi nascosta nel luogo più insensato di tutti: la cappa del camino. Due omicidi compiuti in un appartamento situato a un’altezza inaccessibile, sprangato dall’interno, senza il benché minimo segno d’intrusione violenta. Attorno alla sinistra scena del crimine, una ridda di testimonianze contraddittorie riguardo a grida distorte e una voce stridula che si esprime in un linguaggio ignoto. Nella completa incapacità degli investigatori di abbozzare sia pure una semplice ipotesi, il prefetto di polizia non ha scelta se non far entrare in scena Auguste Dupin, ironico e iconoclasta investigatore del logicamente possibile, ma soprattutto dell’apparentemente impossibile. E Dupin, esaminando indizi trascurati da tutti, non tarda a rendersi conto che nessun uomo al mondo sarebbe stato in grado di compiere quel doppio, atroce crimine. La risposta, al tempo stesso macabra e beffarda, si trova in fondo a un baratro a molti metri dal suolo, passando per il cavo di un parafulmine appeso nel vuoto, fino a una nave maltese rientrata da uno dei luoghi più remoti della terra. Perché quando la colpa scavalca l’umano, l’unica direzione nella quale guardare non può che essere l’inumano. Il genio gotico di Edgar Allan Poe riesce ancora una volta a trascinare e a coinvolgere, a stupire e ad affascinare. Rue Morgue è il prodigioso racconto che getta le radici assolute del murder mystery investigativo.” Alan D. Altieri. Tratto da “Racconti” pubblicato da Feltrinelli.

 

Commento:

I delitti della Rue Morgue è un racconto breve e la quarta di copertina è sufficientemente esaustiva, perciò passo direttamente a dirvi cosa ne penso. Ebbene, sono, senza esagerazione, impressionata. Impressionata, sì, e non dal racconto in sé, beninteso, ma dalla portata che esso ha avuto in quasi due secoli di letteratura. Mi lascia senza parole il fatto che un raccontino vagamente gotico, di sicuro grottesco se non beffardo, sia universalmente posto alla base del giallo classico o deduttivo. Un racconto apparentemente scritto per sfida, quasi che l'autore volesse burlarsi di un pubblico immaginario e indirettamente anche di noi, è quello che ha decretato ufficialmente l'inizio del genere giallo deduttivo. E c'è, qui, la deduzione: c'è un personaggio interessante – sebbene embrionale e poco approfondito – e capace di ragionamenti logici sottilissimi. Ho voluto leggere questo racconto perché sentivo di dover colmare questa lacuna, essendo io un'amante di tutto ciò che è narrativa thrilling, ma, sebbene non ne sia rimasta delusa, mi aspettavo molta più suspense, molti più misteri, molto più "teatro" come direbbe Camilleri. Invece no, il racconto più importante del giallo classico è una storia di una sessantina di pagine, di quelle che si raccontano la sera durante una cena o davanti a un buon Wisky. E questo lascia ammirati e straniti al contempo. Il racconto, ovviamente , è consigliato.

 

Opera recensita: "I delitti della Rue Morgue" di Edgar Allan Poe

Editore: Feltrinelli, Zoom, 2013; ed. originale 1841

Genere: racconto giallo

Ambientazione: Parigi

Pagine: 64 (versione ebook Zoom Feltrinelli)

Prezzo: 0,99 € (Versione ebook Zoom Feltrinelli)

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

      

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