sabato 10 luglio 2021

RECENSIONE: HERMANN HESSE - NARCISO E BOCCADORO

        Sinossi:

Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si sviluppa l'amicizia fra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato anche della sua caducità. In «Narciso e Boccadoro» Hermann Hesse riflette sul contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile conciliazione, e pone al lettore – in una limpida fusione di favola simbolica – i grandi, inquietanti interrogativi sulla condizione dell'uomo contemporaneo.

 

Commento:

Come si fa a ricondurre certi romanzi dentro canoni fissi, come si può pensare di domarne l'esuberante grandezza sottomettendoli ad un'etichetta? Me lo sono chiesto, di quando in quando, nelle mie peregrinazioni letterarie, non mi sono ancora data una risposta ed ogni volta che mi ritrovo a farlo, a forzare una riduzione ad etichetta di certe opere mi sembra, in un certo qual modo, di profanarne lo spirito, di commettere una specie di sacrilegio. No, non vuol essere magniloquenza, la mia, né tantomeno uno scusarsi preventivo, ma più semplicemente un venire a patti con quella parte della mia coscienza letteraria che ama il bello e pensa che non lo si possa spiegare, ma solo vivere e godere. Mi è capitato anche con Narciso e Boccadoro, di provare questo senso di disagio nel volerne parlare, ma se ci si prefigge di recensire libri, di invogliare alla lettura, ahimè, bisogna farlo anche e soprattutto con romanzi come questo, dei quali l'unica cosa sensata da dire sarebbe "leggetelo!". Ebbene, Narciso e Boccadoro è un romanzo senza tempo, scritto nel 1933 ed ambientato in un tempo passato, in un Medioevo lontano, fatto di conventi, castelli, vagabondi e pestilenze, ma che ci sembra quasi di aver vissuto, di sentire vicino ad un tempo passato da poco, quasi che la nostra mente ne conservi il ricordo come di qualcosa che si tramanda per tradizione orale. Mi era già capitato di imbattermi nella scrittura profonda, affascinante, evocativa di Hermann Hesse leggendo il suo Siddartha; in questa sua opera, sebbene molto diversa nei contenuti, ritrovo qualcosa di indefinito nella prosa di quest'autore che mi aveva colpito e che mi induce ad approfondirne la conoscenza. È una sorta di mistero, una dimensione metafisica che attiene al non detto, a qualcosa di non svelato che ci porta ad andare oltre le suggestioni scritte, ad osservare ciò che ci sta intorno, la natura, l'uomo, il senso profondo delle cose e ad interiorizzare tutte queste riflessioni, a guardare con il nostro sguardo ciò che l'autore ci accenna ed a trovare dentro di noi il posto di ogni cosa. Hesse narra come pochi il senso intrinseco del viaggio: un viaggio fatto di esplorazione delle contraddizioni attraverso una scala di sentimenti che va dall'invidia al desiderio fino al completamento dato dalla conoscenza; un viaggio fisico, fatto di esperienze, sacrificio, ricerca, e un viaggio interiore fatto di insegnamenti, tappe personalissime della conoscenza dell'altro, di sé e del proprio posto nel mondo. Una narrazione che, nel suo complesso, trasmette rispetto per ciò che racconta ed al contempo lo richiede, quasi lo esige dal lettore.  Una narrazione che quasi prescinde dai due personaggi, che li "usa" come veicolo per mostrare a noi, comuni lettori che abbiamo bisogno di ancorarci a cose piccole come possono essere i nostri simili, l'essenza vera della ricerca di sé. Un libro magnifico… uno di quei libri che danno senso alla parola Letteratura.

 

Opera recensita: "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse

Editore: Mondadori, prima ed. 1933

Genere: classico, letteratura tedesca

Ambientazione: Germania

Pagine: 265

Prezzo: 13,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 10.

      

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