venerdì 29 aprile 2022

RECENSIONE: PERCIVAL EVERETT - QUANTO BLU

Sinossi:

Kevin Pace è un artista e lavora da tempo a un dipinto che non lascia vedere a nessuno: non ai figli, non al migliore amico Richard e neppure a sua moglie Linda. Questa enorme tela di quattro metri per sette, interamente ricoperta da strati di vernice blu di diverse sfumature, potrebbe essere infine il suo capolavoro. Kevin non sa ancora dirlo o, meglio, non gli interessa, perso com'è nel suo passato di cui questo quadro sembra essere una sintesi, un'enigmatica e incomprensibile rappresentazione. Perché Kevin custodisce un segreto: dieci anni fa, a Parigi, ha avuto una relazione con una giovane pittrice e, seppur oggi non riesca a spiegarsi cosa lo mosse allora, il fantasma della ragazza e le bugie raccontate per anni non smettono di assediarlo. Mentre combatte con i demoni della sua memoria, Kevin deve difendere i sacrifici fatti in nome dell'arte e proteggere la sua famiglia da ciò che non hai mai avuto il coraggio di rivelare: il suo quadro, che racchiude un'indicibile verità, potrebbe essere la sua salvezza, o la sua condanna definitiva.

 

Commento:

Ci ho messo un po' prima di scrivere il commento a questo libro. E comunque ci ho messo meno di quanto ho impiegato a terminare di leggerlo, questo libro: diversamente dalla prima volta che l'ho incontrato (leggendo Telefono, il suo ultimo romanzo), questa mia seconda esperienza di lettura con Everett è stata alquanto travagliata e, tocca ammetterlo, non per colpa di Everett. Memore del precedente romanzo letto, che era stato per me una piacevolissima scoperta, mi sono approcciata a Quanto blu con aspettative alte e qui ho commesso il primo errore: che Percival Everett fosse un autore poliedrico e capace di scrivere romanzi diversissimi tra loro l'avevo letto, lo sapevo. Beh, per farla breve, mi sono ritrovata di fronte a qualcosa di molto diverso da quel che mi aspettavo, laddove diverso non vuol dire necessariamente brutto, ma ho dovuto abituarmi all'idea. Sono passata, durante la lettura, attraverso fasi diverse: curiosità, delusione, rifiuto, accettazione, di nuovo curiosità, interesse, riflessione (a lettura ormai ultimata), e sono giunta alla banale conclusione che Quanto blu è un'opera mutevole, che cambia a seconda di ciò che noi speriamo di trovarci dentro: sa sorprendere, sa tenere avvinti, ma volendo sa anche annoiare. Parla di arte? Sì, ma meno di quanto si potrebbe supporre leggendo la sinossi; parla d'amore? Sì, molto più di quanto si potrebbe supporre leggendo la sinossi, sebbene in modo diverso da quel che si potrebbe pensare. E nel frattempo parla diffusamente di famiglia, di amicizia, di segreti, di scelte sbagliate e scelte che poi si sono rivelate giuste, di passato. Di tutto questo ci parla Everett senza averci avvisati prima: lo fa in un flusso di coscienza apparentemente disordinato e casuale, ma in realtà metodico, in una sorta di operazione catartica ed interiore di recupero dei ricordi, di accettazione di qualcosa di lontano ma mai superato, alla luce di una vita passata a cercare di relegarlo nei recessi della mente.

Mi è piaciuto, in definitiva, Quanto blu? Sì, non quanto speravo, ma mi è piaciuto, quindi – pur con un giudizio personale non altissimo, lo consiglio.

 

Opera recensita: "Quanto blu" di Percival Everett

Editore: La nave di Teseo, 2020

Traduttore: Massimo Bocchiola

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Stati Uniti, Parigi, El Salvador

Pagine: 325

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 6,5.

  

Nessun commento:

Posta un commento