Sinossi:
A Sarah piace il silenzio
assoluto della sera che avvolge l'isola di Skye. Le piace muoversi piano nella
penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di
sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine
che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a
quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse
lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno
prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha
costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell'isola
nel mare della Scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente
che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità.
Eppure, mentre si avvicina l'inverno, Kirstie è sempre più strana. Diventa
silenziosa, riflessiva, stranamente interessata a cose che prima non amava.
Sempre più simile a Lydia, la gemella scomparsa. Quando un giorno si scatena
una violenta tempesta, Sarah e Kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo
mugghiare del vento ad ascoltarle, Kirstie alza gli occhi e sussurra:
"Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è
morta, non io". Sarah è devastata e il tarlo del dubbio comincia a
torturarle l'anima. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è
morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?
Commento:
Ammetto di aver atteso
tanto prima di leggere questo romanzo, nonostante fosse lì ad attendermi da più
di due anni, perché c'era qualcosa che mi portava istintivamente a diffidare;
lo vedevo troppo simile ad altri thriller che non avevo apprezzato. Ed in
effetti avevo più o meno ragione. Non è andata così male: il libro si fa
leggere e tutto sommato è anche ben scritto, inoltre l'ambientazione –
(un'isoletta della Scozia difficile da raggiungere, l'inverno freddo, il vento
forte) forse un po' stereotipata – è comunque suggestiva e si presta bene a un
thriller. Tutto il resto, però, manca dell'originalità che sarebbe servita a
questo libro per differenziarsi, per risaltare rispetto alla media dei thriller
"da banco". Genitori distrutti dal dolore per la perdita di una delle
due gemelle, gemelle identiche e con strani legami telepatici che non sembrano
essersi interrotti dopo la morte di una delle due, confusione, smarrimento,
matrimonio in crisi, recriminazioni, sensi di colpa, problemi di alcool… c'è
tutto per confezionare un buon minestrone già scaldato. Intendiamoci, il libro
in sé non è affatto brutto, però è troppo uguale a tanti altri perché lo possa
consigliare. Se mi si chiedesse:"perché tra milioni di thriller dovrei
scegliere questo?" io non credo che riuscirei a trovare motivazioni
sufficienti. Per il resto, se vi capita tra le mani ed avete voglia di un
thriller, in mancanza di meglio va più che bene per assolvere al suo compito. Sarò
crudele, ma bisogna pur fare una selezione in un genere che si sta espandendo a
perdita d'occhio, no? E ci sono tanti thriller davvero particolari e meritevoli
da consigliare. In sintesi, per me né promosso né bocciato, senza infamia e
senza lode.
Opera recensita: "La
gemella silenziosa" di S. K. Tremayne
Editore: Garzanti, 2015
Genere: thriller
psicologico
Ambientazione:
Inghilterra-Scozia
Pagine: 307
Prezzo: 16,90 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6,5.
Nessun commento:
Posta un commento