Sinossi:
Il Gesù Cristo di Saramago, da alcuni cristiani ortodossi
ritenuto blasfemo, è un carattere fortemente spirituale, ma in tutto e per
tutto umano, che incarna
i dubbi e le sofferenze propri della condizione universale
di uomo. Il figlio di Dio, dalla nascita a Betlemme alla morte sul Golgota,
affronta le medesime
esperienze descritte nel Vangelo, qui però narrate secondo
una prospettiva terrena, con spirito critico e senso logico. In questa storia
non c'è fede nei
miracoli, bensì coscienza di trovarsi in balìa della volontà
di potenza di un Dio padre distante e indifferente al dolore che provoca. La
serie di disgrazie,
stragi e morti che costellano l'esistenza di Gesù, fino al
non cercato e non accettato compimento del destino di vittima sacrificale,
diventa così un'occasione
per riflettere sulla contrapposizione tra bene e male, sulla
problematicità di fare il giusto tramite l'ingiusto, sull'imperscrutabilità del
senso della
vita umana e sulla sconcertante ambiguità della natura
divina.
Commento:
Questo è il terzo libro di Saramago con cui ho modo di
confrontarmi, perciò ero preparata alla sua prosa scorrevole solo in apparenza,
alla bizzarria delle sue trovate narrative, all’ironia sottile ma mordace di
cui sono pervasi i suoi scritti. Tuttavia non pensavo che tutte queste
caratteristiche potessero essere applicate, peraltro in modo così radicale e con
così tanto successo, alla religione. Ciò che Saramago fa in questo libro,
infatti, è rileggere (ed in molti casi riscrivere) la storia di Gesù Cristo
basandosi sui fatti narrati nei Vangeli, ma modificando radicalmente la
concezione di Gesù, di Dio, a dirittura del diavolo.
Il risultato è un nuovo “Vangelo” molto meno mitizzato di
quello originario e con personaggi e vicende analizzati in modo molto più
umano. Lo stesso Gesù è un bambino, un ragazzo, un uomo con tutte le ansie, le
paure, le incertezze, le pulsioni umane. Egli si dimostra fallibile, incerto,
iracondo, ingiusto e non più solo ed esclusivamente esempio di virtù. Dio, poi,
viene raffigurato da Saramago in una veste diversa da quella che oggi ci
presenta la Chiesa, ma molto più vicina alla raffigurazione originaria della
Bibbia: abbiamo così un Dio volubile, distante, a volte spietato, spesso
cinico, in qualche modo anche lui più “umano”.
Il grande pregio di questo libro, a mio parere, è la forza
di andare controcorrente rispetto al solito buonismo che adottiamo quando
parliamo di Dio; Saramago non ha paura di osare e di reinventare i personaggi
che sono alla base della fede cristiana portando allo scoperto pensieri che a
volte sono stati anche nostri, solo che abbiamo esitato a renderli noti ai più.
Credo che questo libro vada letto per quello che è, semplicemente
un romanzo che vuole far riflettere, e non vada inteso come un tentativo di
sovvertire i dogmi della Chiesa. Io l’ho letto e l’ho apprezzato molto perché
mi ha permesso di guardare gli insegnamenti religiosi da un punto di vista
inedito, anticonformista e molto, molto acuto… perciò mi sento di consigliarlo
a tutti, a chi crede ed a chi non crede, perché è un romanzo che fa riflettere
e di riflettere su ciò in cui crediamo non dovremmo stancarci mai.
Opera recensita: “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di José
Saramago
Editore: Bompiani-Mondadori-Einaudi-Feltrinelli, prima ed.
italiana 1993
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Palestina
Pagine: 351 (ed. Feltrinelli)
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì.
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