simposio lettori copertina

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mercoledì 30 ottobre 2019

RECENSIONE: STEPHEN KING, JOE HILL - NELL'ERBA ALTA


Sinossi:
Un parcheggio abbandonato: esiste posto migliore dove ambientare una storia horror?
Due fratelli accostano al ciglio di una strada dopo aver sentito il pianto di un bambino che chiede aiuto, e si addentrano nell'erba alta. Pochi minuti e perdono il senso dell'orientamento, mentre la vegetazione s'infittisce sempre di più. Ben presto si trovano separati l'uno dall'altro, angosciati dal pianto sempre più disperato del bambino. Quel che segue è terrore puro.
Un racconto perfetto come Miglio 81, scritto a quattro mani con Joe Hill.

Commento:
Nell'erba alta è un racconto pubblicato in Italia nel 2013 da Sperling & Kupfer dal quale recentemente è stato tratto un film Netflix. Ho visto il film, non sono riuscita a capire il messaggio (che in King è sempre presente e importante) così ho letto il racconto... pessimo, davvero pessimo... e non ho trovato alcun messaggio recondito. Quando la finirà King di fare pubblicità associando il suo nome a chi non è degno di stargli neanche a due metri? Ok, l'altro scrittore è suo figlio, ma la differenza è abissale! No, per me questo non è un racconto da consigliare... c'è di meglio da leggere.

Opera recensita: "Nell'erba alta" di Joe Hill e Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer, 2013
Genere: racconto
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 49
Prezzo: 4,99 € (ebook)
Consigliato: no
Voto personale: 4.


domenica 27 ottobre 2019

RECENSIONE: CLAUDIA DURASTANTI - LA STRANIERA


Sinossi:
“La storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche che hai attraversato”. Come si racconta una vita se non esplorandone i luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa di sé e del mondo vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a Londra, dall’infanzia al futuro, il nuovo libro dell’autrice di Cleopatra va in prigione è un’avventura che unisce vecchie e nuove migrazioni. Figlia di due genitori sordi che al senso di isolamento oppongono un rapporto passionale e iroso, emigrata in un paesino lucano da New York ancora bambina per farvi ritorno periodicamente, la protagonista della Straniera vive un’infanzia febbrile, fragile eppure capace, come una pianta ostinata, di generare radici ovunque. La bambina divenuta adulta non smette di disegnare ancora nuove rotte migratorie: per studio, per emancipazione, per irrimediabile amore. Per intenzione o per destino, perlustra la memoria e ne asseconda gli smottamenti e le oscurità.
Non solo memoir, non solo romanzo, in questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e con un linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo, Claudia Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui.
La straniera è il racconto di un’educazione sentimentale contemporanea, disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla cognizione della diversità fisica e di distinzioni sociali irriducibili, e dimostra che la storia di una famiglia, delle sue voci e delle sue traiettorie, è prima di tutto una storia del corpo e delle parole, in cui, a un certo punto, misurare la distanza da casa diventa impossibile.

Commento:
Avevo aspettative alte su La straniera di Claudia Durastanti… ammetto, però, che mi aspettavo qualcosa di molto diverso, forse di più convenzionale. Ho trovato, invece, un romanzo/memoir/autobiografia/racconto di vita/riflessione/flusso di coscienza assolutamente sui generis e fuori dagli schemi narrativi cui siamo abituati. In questo libro Claudia Durastanti racconta la sua vita fino ad oggi, ma racconta soprattutto le sue radici, o forse dovremmo dire l'assenza di radici che l'ha portata oggi a sentirsi "straniera" e "ubiqua" – come scritto nella quarta di copertina – in ogni luogo in cui si ferma. Nata da genitori che più anticonvenzionali non si può, Claudia passa da Brooklyn alla Val d'Agri senza mai trovare una dimensione standard che la facesse andar bene per gli altri. Era, come sua madre prima di lei, una diversa, una persona troppo intelligente e libera per il provincialismo tutto italiano. Di fronte ad una società che la voleva uniformata al vivere comune, Claudia si è sempre ribellata, ha sempre mantenuto salda la sua individualità. È chiaro, questo ha contribuito fortemente a che fosse additata come forestiera, immigrata al contrario, ribelle, anticonformista, ma di sicuro Claudia così facendo non si è mai sentita straniera a se stessa.
Un libro tutt'altro che semplice, che alterna parti coinvolgenti (soprattutto quelle relative ai genitori, all'infanzia di Claudia, al trasferimento in Basilicata) a passi meno coinvolgenti. Ciò che mi sento di premiare è, in questo caso, soprattutto la scrittura: un'impronta personalissima, uno stile spigoloso, disarmonico, acuto sono forse la vera traccia di unicità di questo libro che per il resto può piacere o non piacere… dipende dalla sensibilità e dal vissuto di ognuno. Si tratta, in fin dei conti, sempre di storie di vita, di persone, di caratteri… tutto molto soggettivo, dunque.

Opera recensita: "La straniera" di Claudia Durastanti
Editore: La nave di Teseo, 2019
Genere: narrativa italiana, autobiografico
Ambientazione: America-Basilicata-Londra-Italia
Pagine: 285
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 7.


giovedì 24 ottobre 2019

RECENSIONE: ANGELO FERRACUTI - LA METà DEL CIELO


Sinossi:
Dentro la piccola comunità di un borgo dell’Italia centrale, dentro l’incombente senso di vuoto che segue la stagione felice dell’amore e dell’impegno politico, dentro le piccole cose della vita famigliare entra la grandezza devastante della morte. Patrizia, la moglie di Angelo, muore a soli 42 anni. Lui, ossessionato dai fallimenti, economici e morali, si muove incerto nel nuovo presente. Son passati dieci anni ma la memoria torna alla malattia, a come si è manifestata, a come ha dettato il suo protocollo. La narrazione mescola, per piani sfalsati, l’esperienza del dolore e quella della ricostruzione, l’apparire di una nuova figura femminile e l’asfissia provinciale, le fughe, i ritorni e la smemorante esperienza alcolica.
Angelo Ferracuti insegue con pazienza i fatti, la cruda cadenza dei fatti, torna alle forme del desiderio, dell’intesa, dei silenzi, e di una nuova ritrovata complicità. Siamo ospitati con garbo, senza patetismi, dentro una storia che diventa quasi nostra e che dice, fra strazio e calore, quanta vita c’è oltre lo strappo del vuoto.

Commento:
Quella raccontata in queste pagine è una storia vera, una storia di vita vissuta intensamente, con il suo carico di fallimenti, piccole gioie, viaggi, vacanze, cene, liti, alcool, dolori… una vita, insomma. A raccontarcela, con il coraggio di chi ci è passato attraverso, è Angelo Ferracuti. Angelo e Patrizia si sono conosciuti da giovanissimi, grazie all'amore per il teatro; hanno condiviso la militanza politica, la convivenza, il matrimonio, due figlie – Eugenia e Lucrezia – e un sacco di altre esperienze positive e negative. Una, in particolare, li ha profondamente uniti dopo un lungo periodo di instabilità, la malattia di lei, il tumore che poi li avrebbe separati dopo una sofferenza immensa. Fiaccato, smarrito, disorientato dal dolore e dal vuoto, Angelo cerca di ricostruire la storia condivisa con Patrizia e le figlie, di tracciare un percorso di parole, emozioni, ricordi; lo fa nell'arco di dieci anni in cui ne analizza i contorni, la rimaneggia, la stravolge fino a giungere a questo libro, risultato di più di dieci anni di rielaborazione del dolore e del lutto. Oggi, al culmine del percorso di trasformazione ed accettazione di sé cominciato molti anni fa e che l'ha reso un'altra persona, Angelo Ferracuti ha una moglie con cui è felice, ha trovato il coraggio di ridare corso alla sua vita anche grazie a quel dolore, a quell'esperienza che non può dimenticare, ma con la quale deve imparare a convivere. La metà del cielo non è, com'è ovvio e prevedibile, un libro facile: non si legge a cuor leggero, non gli si possono affibbiare le solite frasi da recensori del tipo "è scorrevole", "si fa leggere" ecc. No, questa è una storia intrisa di dolore, calore, vita, che va interiorizzata – per quanto possibile -, presa a piccoli sorsi e soprattutto rispettata. Consiglio questa lettura? Sì, perché sebbene non sia facile, tocca uno dei due argomenti che inesorabilmente riguardano tutti noi: non la morte, ma la vita.


Opera recensita: "La metà del cielo" di Angelo Ferracuti
Editore: Mondadori, 2019
Genere: autobiografico, narrativa italiana
Ambientazione: Marche-Italia
Pagine: 216
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


lunedì 21 ottobre 2019

RECENSIONE: JOHN BUCHAN - I TRENTANOVE SCALINI


Sinossi:
Tra i classici del giallo, I trentanove scalini è certo uno dei più grandi. Lo testimoniano le tre riduzioni cinematografiche, di grande successo: la prima, classica, diretta da Alfred Hitchcock nel 1935 e le altre del 1959 (Ralph Thomas) e del 1978 (Don Sharp). L’intreccio è un vero modello di suspence: Richard Hannay, da poco trasferitosi a Londra dal Sudafrica, incontra per caso un americano, Scudder, e apprende da lui di un’infernale macchinazione per far scoppiare una guerra tra Germania e Russia. Una volta fatte le sue rivelazioni al giovane Hannay, Scudder viene ucciso: spetterà pertanto allo stesso Hannay tentare di sventare il complotto. Ma solo dopo una serie di pericolose avventure il giovane scoprirà il mistero dei trentanove scalini.

Commento:
Chiunque pensasse che la spy story sia da attribuirsi ai giorni nostri, beh, si sbaglia di grosso. Perché? Per capirlo basta leggere questo libro e, ve l'assicuro, è molto meglio di molte spy stories moderne. Ancora, perché? Perché è molto più lineare, scorrevole, chiaro delle pretenziose storie confezionate oggi, fatte di organi interstatali, agenti sotto copertura che non sanno neanche loro per chi lavorano e sigle incomprensibili. Qui non c'è niente del genere, perciò si capisce quasi tutto. Un giovane inglese, Richard Hannay, che ha viaggiato molto per il mondo e che è reduce da un impiego come ingegnere in Rodesia, si affligge nell'apatia londinese quando, sul pianerottolo di casa, viene intercettato e bloccato da uno scaltro e misterioso americano, Scudder, che, tacquino alla mano, circospetto come una volpe, gli si installa in casa e gli racconta una storia che coinvolge ministri, politici esteri, nemici non meglio precisati. Qualche giorno dopo Scudder viene ucciso e la patata bollente passa ad Hannay: toccherà lui sventare il colpo che comprometterebbe i delicati equilibri politici minando la pace nel mondo. La prima cosa da fare, tanto per cominciare, è sparire. Così Richard intraprende l'avventura dell'inseguito nelle colline e vallate della Scozia, incontra alleati fortuiti ed inseguitori scaltrissimi, creando una rete fittissima di avventure e storie tutte concatenate. La tensione è, insospettabilmente dato il periodo, decisamente alta; la storia è raccontata in prima persona da Hannay e la cosa non fa che renderla più chiara e al contempo più avvincente per chi la legge. Insomma, una vera scoperta questa chicca thriller in un periodo di gialli.

Opera recensita: "I trentanove scalini" di John Buchan
Editore: Newton Compton, prima ed. 1915
Genere: thriller, spy story
Ambientazione: Gran Bretagna, 19 maggio-15 giugno
Pagine: 160
Prezzo: 7,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


venerdì 18 ottobre 2019

RECENSIONE: VERONICA BENINI - LA VITA INIZIA DOVE FINISCE IL DIVANO


Sinossi:
Che cosa succede quando ti rendi conto che la tua vita ti sta stretta? Che non ti corrisponde, perché è fondata sulle aspettative degli altri? Moltissime persone sentono una profonda esigenza di cambiare, ma è così difficile capire quando è arrivato il momento di dire “basta”, e vedere la via per farlo davvero. A 33 anni, Veronica vive a Parigi, ha un ottimo lavoro, un marito, una casa. Ha perfino comprato il divano che sognava da bambina. Ma nel giro di una notte la terra le viene meno sotto i piedi: un cancro al collo dell’utero, il marito che chiede il divorzio, le cose di ogni giorno che sembrano perdere senso. Mentre cerca di capire come rialzarsi, Veronica apre un blog e un account Twitter, e trova online una community pronta a seguirla e sostenerla. Si fa strada la pazza idea di mollare tutto e andare a vivere in un furgone Volkswagen: non per fare una vacanza “da hippie”, ma per cominciare una vita completamente nuova in Italia, dedicandosi a un’attività ideata, pianificata e lanciata da lei, infischiandosene del giudizio degli altri (perché si sa, dal divano sono tutti furgonisti). E che importa se ancora non ha la patente!
Comincia così un’avventura on the road – fra autisti trovati su Twitter, amicizie straordinarie e iniziative social che sfociano nella vita reale – ma anche una storia imprenditoriale di successo che diventa un modello per moltissime donne.

“Spora” è il nickname di Veronica sul web, ma è diventata anche una SRL. “Spora” è un personaggio che dà voce a tutte quelle persone che sono ancora e sempre alla ricerca di sé stesse e della propria personale strada verso la felicità. “Spora” è la protagonista di questo libro in cui – partendo dalla sua storia e dalle esperienze vissute sulla sua pelle – Veronica dimostra che si può rinascere, si può credere in sé stesse, si può ricominciare. Perché l’Ormai non esiste.

Commento:
Il percorso fatto da Veronica Benini – in rete conosciuta come #Spora – è incredibile, fantasmagorico, esemplare. Partita dalla Sierra argentina, arrivata in Italia tra persone che la chiamavano la "stracomunitaria", si laurea in architettura e con tenacia intraprende una carriera in ascesa da manager a Parigi. Una vita sentimentale difficile, gravi problemi di salute, un lavoro pressante e all'insegna della competitività… Veronica è al limite: lascia tutto e va a vivere in un furgone, si occupa delle sue passioni e le trasforma in lavoro. Da qui comincerà la sua esperienza di viaggio, consulenza, aiuto alle altre donne che vogliano trovare la loro dimensione lavorativa. Veronica diventa una piccola imprenditrice, un vulcano di idee, fallimenti, false partenze, impegno, lavoro duro, energia, dinamismo.
Un libro, questo, che più che un'autobiografia vuole essere un incoraggiamento senza mezzi termini alle donne perché "Muovano il culo" e si preparino, con dedizione ed impegno, al loro personale grande salto.

Opera recensita: "La vita inizia dove finisce il divano" di Veronica #Spora Benini
Editore: Dea Planeta, 2019
Genere: autobiografia
Ambientazione: Parigi-Italia-Argentina
Pagine: 256
Prezzo: 16,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.



mercoledì 16 ottobre 2019

RECENSIONE: STEPHEN KING - L'ULTIMO CAVALIERE (LA TORRE NERA 01)


Sinossi:
L'ultimo cavaliere è il primo romanzo della serie «La Torre Nera», che ha impegnato il genio creativo di Stephen King per oltre trent'anni: una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Scritto in età giovanile e completamente rivisto dall'autore prima della pubblicazione dei capitoli conclusivi del ciclo, questo romanzo mostra un nuovo, appassionante aspetto dello straordinario talento creativo di Stephen King. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l'eterno, epico scontro fra il Bene e il Male s'incarna in uno dei più evocativi personaggi concepiti dall'autore: il pistolero Roland di Gilead, l'ultimo cavaliere di un mondo «che è andato avanti», leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre al centro dell'universo.

Commento:
Da tempo rimando la lettura della saga de La torre nera perché, sinceramente, non sapevo cosa aspettarmi. Ora che ho deciso di cominciarla posso dire che davvero non si sa cosa aspettarsi anche mentre si legge: è una scrittura così strana, spiazzante, inconsueta che si fa davvero fatica a riconoscervi Stephen King… almeno sulle prime. Sì, sulle prime, perché poi lo si trova King, nei dettagli, in certe costruzioni della frase, nella folle genialità che lo contraddistingue, ma soprattutto nel tema chiave della vicenda: l'epico scontro tra bene e male che qui sembra spinto alla sua espressione massima.
Leggere L'ultimo cavaliere è stato come entrare in un'altra dimensione spazio-temporale, futura, avulsa da ciò che conosciamo, con personaggi che sembrano usciti dalle storie medievali ma che invece si muovono in un futuro molto lontano. È un'esperienza strana, ma piacevole e per chi resiste senza scoraggiarsi c'è il finale che spiega, chiarisce, apre ai successivi volumi ed invoglia a continuare. Io, ovviamente, continuerò! Ultima nota tecnica: la votazione che darò non è altissima, ma solo perché si tratta di un primo volume e non è stato facile adattarsi.


Opera recensita: "L'ultimo cavaliere" (La torre nera 01) di Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer, prima ed. 1982
Genere: Fantasy, seriale
Ambientazione: futuro, non definita nello spazio, probabilmente deserto americano
Pagine: 223
Prezzo: 13,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.


domenica 13 ottobre 2019

RECENSIONE: SERENA MARCHI - PINK TANK. DONNE AL POTERE, POTERE ALLE DONNE


Sinossi:
Emanuela Baio, Paola Binetti, Laura Boldrini, Emma Bonino, Mara Carfagna, Luciana Castellina, Monica Cirinnà, Anna Finocchiaro, Mariapia Garavaglia, Elisabetta Gardini, Cécile Kyenge, Marianna Madia, Giorgia Meloni, Rosa Menga, Irene Pivetti, Daniela Santanchè, Elly Schlein e Livia Turco.
La lista di Pink Tank, un serbatoio di pensiero finora inesplorato, è lunga ma per fortuna non esaustiva della rappresentanza politica femminile. Abbastanza però da proporre uno spaccato fondamentale della realtà del nostro paese e capace di indicare una strada verso un futuro che diventa sempre più prossimo.
Da oltre settant’anni le cittadine italiane attendono che la nostra Repubblica esprima finalmente una Presidente del Consiglio o una Presidente della Repubblica, che i partiti riescano a nominare una Segretaria generale (per ora l’unica segretaria di partito è Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia) e che finalmente in Parlamento siedano un numero rappresentativo e congruo di donne. Qual è il motivo di un tale ritardo che fa precipitare l’Italia agli ultimi posti in Europa (e non solo) quando si tratta di rappresentanza politica delle donne? Quali sono le difficoltà che incontrano le donne italiane quando decidono di impegnarsi in politica? E cosa si aspettano? Serena Marchi lo ha chiesto direttamente a loro: deputate, senatrici, firmatarie di leggi, Presidenti della Camera, attiviste e militanti. Ha incalzato e riflettuto con loro sulla condizione delle donne e della leadership al femminile nel Belpaese. Non è stato facile convincerle a parlare di come hanno iniziato a fare politica, di cosa sognavano quando erano bambine, di come hanno dovuto combattere per farsi largo in un mondo che non le aveva considerate.

Commento:
Da tempo aspettavo di leggere/ascoltare questo libro: mi è sempre piaciuto leggere un pensiero, un modo di pensare, dalla viva voce del suo proprietario. In questo caso l'argomento sono le donne in politica ed a parlarne sono loro, le donne che fanno politica nel nostro Paese. Non tutte, certo, perché molte hanno rifiutato recisamente, altre hanno dissimulato, altre ancora non hanno risposto per niente all'invito, ma quelle che Serena Marchi intervista in questo libro danno testimonianze decise, forti, molto personali e d'impatto. Serena Marchi, dal canto suo, è stata bravissima a non intaccare con riflessioni o considerazioni il pensiero delle sue intervistate, facendoci però gustare il piacere, l'ambientazione, il contorno dell'intervista e dando così più risalto alla dimensione personale ed unica di ciascuna donna invitata a parlare. Non solo parole, quindi, ma un pensiero contestualizzato. Contesto arricchito dalle storie di queste donne di cui seguiamo le performances in Tv o sui giornali, ma che troppo spesso non abbiamo il tempo o la possibilità di conoscere. Chi erano prima di diventare personaggi pubblici? Qual è il loro background e la loro provenienza familiare? Cosa le ha portate ad entrare in politica? Cosa pensano di se stesse e delle altre donne? Come sono i rapporti tra donne e le differenze con gli uomini in politica? Cosa pensano delle quote rosa? Come definirebbero un leader? Tutte domande semplici all'apparenza, ma che forniscono spunti a risposte diverse, ma tutte a loro modo interessanti. Ed è sorprendente vedere come in questi racconti lo schieramento, l'appartenenza a questo o quel partito finiscono per essere mitigate o in qualche caso annullate. Testimonianze forti, sicure, accorate, personali, importanti, specchio di una società in evoluzione, di un pensiero moderno ma fortemente consapevole e radicato nella storia di ieri.
Dal canto mio, beh, non dirò quali donne ho preferito perché tutte mi hanno lasciato qualcosa, un impressione, un dettaglio, una sensazione più o meno incisiva. Mi ha stupito, però, trovarmi d'accordo con persone di partiti lontani da quelli che sostengo e perfino con persone che in TV detesto sentir parlare. Incredibile la potenza della parola: se prese in un contesto intimo, rilassato, fuori dalla bolgia mediatica, con tutte queste donne si può dialogare, confrontarsi, dissentire o concordare. Oserei dire che leggere Pink tank è stato…istruttivo e corroborante. Ovvio, quindi, che lo consiglio.


Opera recensita: "Pink tank. Donne al potere, potere alle donne" di Serena Marchi
Editore: Fandango, 2019
Genere: reportage
Ambientazione: Italia
Pagine: 204
Prezzo: 16,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


giovedì 10 ottobre 2019

RECENSIONE: MICHELLE OBAMA - BECOMING. LA MIA STORIA


Sinossi:
Quando era solo una bambina, per Michelle Robinson l’intero mondo era racchiuso nel South Side di Chicago, dove lei e il fratello Craig condividevano una cameretta nel piccolo appartamento di famiglia e giocavano a rincorrersi al parco. È stato qui che i suoi genitori, Fraser e Marian Robinson, le hanno insegnato a parlare con schiettezza e a non avere paura. Ma ben presto la vita l’ha portata molto lontano, dalle aule di Princeton, dove ha imparato per la prima volta cosa si prova a essere l’unica donna nera in una stanza, fino al grattacielo in cui ha lavorato come potente avvocato d’affari e dove, la mattina di un giorno d’estate, uno studente di giurisprudenza di nome Barack Obama è entrato nel suo ufficio sconvolgendole tutti i piani. In questo libro, per la prima volta, Michelle Obama descrive gli inizi del matrimonio, le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la carriera, la famiglia e la rapida ascesa politica del marito. Ci confida le loro discussioni sull’opportunità di correre per la presidenza degli Stati Uniti, e racconta della popolarità vissuta – e delle critiche ricevute – durante la campagna elettorale. Con grazia, senso dell’umorismo e una sincerità non comune, Michelle Obama ci offre il vivido dietro le quinte di una famiglia balzata all’improvviso sotto i riflettori di tutto il mondo e degli otto anni decisivi trascorsi alla Casa Bianca, durante i quali lei ha conosciuto meglio il suo Paese, e il suo Paese ha conosciuto meglio lei.
Becoming ci conduce in un viaggio dalle modeste cucine dell’Iowa alle sale da ballo di Buckingham Palace, tra momenti di indicibile dolore e prove di tenace resilienza, e ci svela l’animo di una donna unica e rivoluzionaria che lotta per vivere con autenticità, capace di mettere la sua forza e la sua voce al servizio di alti ideali. Nel raccontare con onestà e coraggio la sua storia, Michelle Obama lancia una sfida a tutti noi: chi siamo davvero e chi vogliamo diventare?

Commento:
Cosa dire di questo libro? Beh, tendenzialmente io non amo le autobiografie… per principio, tuttavia questa l'ho trovata discreta e godibile, probabilmente perché da tempo stimo Michelle Obama. È stato piacevole leggere dell'infanzia e dell'adolescenza di una ragazza normale, nera, di famiglia modesta; è stato stimolante leggere i suoi turbamenti lavorativi – che per molti versi coincidono con i miei – ed è stato appassionante conoscere la storia d'amore tra due persone normali con intelligenze acute che dal basso scalano tutti i gradini del potere fino a quello più alto. E chi l'avrebbe pensato? E' bello sapere che neanche loro ci avevano mai pensato.
Becoming è un libro profondamente, intensamente americano, in cui si riconosce forte il senso di appartenenza, attività, propositività e meritocrazia di una nazione in cui tutti hanno una possibilità e se sanno giocarsela possono riuscire ad arrivare in alto. E l'altra cosa che mi è piaciuta in questo libro è proprio questo continuo senso di non completo, non finito, in divenire… diventare, appunto, concetto che racchiude l'intero intento della storia. Cosa penso oggi, a fine libro, degli Obama? Li conosco e li stimo un po' di più.

Opera recensita: "Becoming. La mia storia" di Michelle Obama
Editore: Garzanti, 2018
Genere: autobiografia
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 498
Prezzo: 25,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


domenica 6 ottobre 2019

RECENSIONE: DON WINSLOW - IL CONFINE (ART KELLER 03)


Sinossi:
Ha trascorso la vita combattendo la guerra al narcotraffico dall'altro lato del confine. Adesso è tornato a casa, ma la guerra lo ha seguito.
Art Keller pensava che una volta scomparso Adàn Barrera avrebbe trovato pace. Si sbagliava. A prendere il posto che è stato di Adan, e prima ancora di suo zio don Miguel Angel, ci sono già Los Hijos, la terza generazione. E ora, a capo della Dea, Art si rende conto che in realtà i nemici sono dappertutto: nei campi di papavero messicani, a Wall Street, alla Casa Bianca. Gente che cerca di farlo tacere, di sbatterlo in galera, di distruggerlo. Gente che vuole ucciderlo. Con "II confine" Don Winslow tira le fila di una storia di violenza e vendetta, corruzione e giustizia, ormai divenuta leggenda. E dipinge un ritratto di straordinaria potenza dell'America d'oggi.

Commento:
L'ho scritto nel commento al libro precedente, Il cartello: quel finale apriva direttamente a questo libro. Lo sapevo, quindi, che ci sarebbe stato un volume conclusivo, lo volevo, lo esigeva la storia. Non credevo, però, che avrei trovato un'opera così… così… così forte, concreta, reale. Il confine non è solo la fine di una trilogia fantastica, non è solo l'atto finale in cui tutti i conti tornano e tutte le spiegazioni vengono fornite… è tutto questo, ma è di più, è ciò un libro di denuncia sociale, inequivocabile e senza riserve, all'America di oggi, alle politiche di Trump, ai giochi di potere, alla corruzione, agli errori di una guerra, quella alla droga, durata cinquant'anni e mai vinta o persa perché profondamente sbagliata nei modi, negli obiettivi. Il confine è ciò che fa di una trilogia reale istica e ben scritta un autentico, reale,  capolavoro. Art Keller non ha vinto la guerra dopo aver saldato i conti con Barrera, non ha conquistato la pace tornando a casa e lasciando la DEA… non può godersi la pensione dopo quarant'anni passati a combattere i cartelli al di là del confine. Keller è ancora in guerra e deve guidare le sue truppe, succeda quel che succeda. Altri morti, civili e non, morti tra le file dei cartelli, per via di una faida tra los Hijos accesasi dopo la scomparsa di Barrera, morti tra i civili, tra i giovani per via degli enormi quantitativi di Eroina tagliata con Fentamil che invadono l'America… morti, sempre morti, sempre di più. E intanto la politica gioca la sua partita sulla pelle della gente.
Non consiglio di leggere Il confine, consiglio di leggere l'intera trilogia, così, di filato, in un crescendo di tensione, emozioni, consapevolezza. Fidatevi, è stupenda.

Opera recensita: "Il confine" di Don Winslow
Editore: Einaudi, 2019
Genere: thriller
Ambientazione: Stati Uniti-Messico, 2012-2017
Pagine: 928
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.


venerdì 4 ottobre 2019

LIBRI DI STAGIONE: I MIEI LIBRI PER L'AUTUNNO

Forse non ve l'ho mai detto, ma uno dei criteri nella scelta delle mie letture è la stagionalità: sì, avete capito bene, una delle variabili che mi guidano nella scelta del momento in cui leggere un libro è la sua ambientazione spazio-temporale. Non è, però, solo questo: molto dipende da quel che un libro mi ispira. Vi sono, infatti, libri che non hanno un'ambientazione prettamente estiva, ma quella macchina contorta che è il mio cervello li associa in un modo tutto suo all'estate.
Di seguito vi proporrò la mia personalissima lista di libri da leggere in autunno. La aggiornerò di anno in anno e farò lo stesso per le altre stagioni.
Non troverete qui le recensioni o i link, ma vi basterà spostarvi sul "cerca" nel blog, inserire una parola chiave (che sia l'autore o il titolo o parte di essi) e troverete per tutti il mio commento. Spero di farvi cosa gradita e... buona lettura!


1. Giorgio Bassani – il giardino dei Finzi-Contini, 224 pagine, voto 7,5;
2.    J. D. Salinger – il giovane Holden, 248 pagine, voto 6;
3.    Oscar Wilde – il fantasma di Canterville e altre storie, 128 pagine, voto 8,5;
4.    Amos Oz – una storia di amore e di tenebra, 627 pagine, voto 9;
5.    Maria Cristina Maselli – Sigismondo e Isotta, 612 pagine, voto 9;
6.    Franz Kafka – la metamorfosi, 76 pagine, voto 7;
7.    Roberta Marasco – le regole del thè e dell'amore, 335 pagine, voto 6;
8.    Romain Gary – la vita davanti a sé, 214 pagine, voto 7,5;
9.    Ian McEwan – Chesil beach, 136 pagine, voto 7,5;
10. Valentina D'urbano – isola di Neve, 320 pagine, voto 8;
11. Stephen King – le notti di Salem, 672 pagine, voto 8;
12. Maurizio Maggi – la coda del diavolo, 352 pagine, voto 8;
13. M. L. Stedman – La luce sugli oceani, 370 pagine, voto 9;
14. Gordana Kuic – la trilogia dei Balcani;
15. Leila Slimani - ninna nanna 204 pagine, voto 9
16. Agota Kristof - trilogia della città di K. 384 pagine, voto 7,5
17. Natsuo Kirino - le Quattro casalinghe di Tokyo 656 pagine, voto 9
18. Kent Haruf - Le nostre anime di notte, 171 pagine, voto 8,5
19. Philip K. Dick: cacciatore di androidi, 323 pagine, voto 9,5
20. Katryn Stockett - the help, 524 pagine, voto 8,5
21. Harper Lee - il buio oltre la siepe, 304 pagine, voto 9
22. Alessandro D'avenia - Cose che nessuno sa, 332 pagine, voto 8,5
23. John Williams – Stoner, 332 pagine,  voto 10
24. Silvia Zucca - il cielo dopo di noi, 468 pagine, voto 8,5
25. Stefan Zweig - l'impazienza del cuore, 374 pagine, voto 8,5
26. D. Lapierre-J. Moro - mezzanotte e cinque a Bhopal, 380 pagine, voto 8,5
27. Dino Buzzati - un amore, 294 pagine, voto 9
28. Paolo Rumiz – Appia, 360 pagine, voto 9
29. Gabriel Garcia Marquez - memoria delle mie puttane tristi, 141 pagine, voto 8,5
30. Marco Balzano - resto qui, 192 pagine, voto 9
31. Jose Saramago - l’uomo duplicato, 270 pagine, voto 8
32. Stephen King - Pet sematary, 424 pagine, voto 9
33. Victor Hugo - I miserabili, 942 pagine, voto 9,5
34. Carmen Pellegrino - se mi tornassi questa sera accanto, 240 pagine, voto 8
35. Yasunari Kawabata - la casa delle belle addormentate, 168 pagine, voto 8,5
36. Care Santos - tre tazze di cioccolata, 468 pagine, voto 8,5
37. Cristina Caboni - la rilegatrice di storie perdute, 296 pagine, voto 9,5
38. Stephen King - il gioco di Gerald, 384 pagine, voto 7
39. Elizabeth Gaskell - Nord e Sud, 476 pagine, voto 9,5
40. Jose Saramago - il Vangelo secondo Gesù Cristo, 346 pagine, voto 9
41. Jeffery Deaver - October list, 358 pagine, voto 8
42. Fedor Dostoewskij - l’idiota, 610 pagine, voto 8
43. Stephen King - 22/11/63, 767 pagine, voto 9
44. Jeffrey Eugenides - le vergini suicide, 224 pagine, voto 8
45. Oran Pamuk - il mio nome è rosso, 450 pagine, voto 9
46. Melania Mazzucco – vita, voto 7,5;
47. Vladimir Nabokov – Lolita, voto 9;
48. Don Winslow – Trilogia di Art Keller, voto 9.


giovedì 3 ottobre 2019

RECENSIONE: MICHELA MURGIA, CHIARA TAGLIAFERRI - MORGANA. STORIE DI RAGAZZE CHE TUA MADRE NON APPROVEREBBE


Sinossi:
Controcorrente, strane, pericolose, esagerate, difficili da collocare. E rivoluzionarie. Sono le dieci donne raccontate in questo libro e battezzate da una madrina d’eccezione, la Morgana del ciclo arturiano, sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica. Moana Pozzi, Santa Caterina, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid. Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del pink power, nessuno ha in fondo più timore a raccontare. Il nemico simbolico di questa antologia è la “sindrome di Ginger Rogers”, l’idea – sofisticatamente misogina – che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, debbano sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo. In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini. Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne. Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa.

Commento:
"Morgana" è una raccolta di biografie di donne sapientemente scelte perché a loro modo uniche ed esemplari. Ci troviamo, qui, davanti a dieci donne che non hanno accettato di piegarsi agli stereotipi o ai pregiudizi: né donne "angeli del focolare", sottomesse e remissive, ma neppure Wonder Women, migliori degli uomini semplicemente inquanto donne. Le donne di cui si parla qui sono quelle che hanno saputo perdersi e ritrovarsi, quelle che non hanno avuto paura di essere se stesse, a dispetto dei mugugni o delle grida allo scandalo di una società troppo spesso perbenista e ipocrita, la stessa che le ha poi odiate, venerate ed ha provato – spesso senza riuscirci – ad emularle. Chi l'avrebbe detto che una pornodiva come Moana Pozzi potesse arrivare ad essere imprenditrice di se stessa? O che la figlia di una sarta avrebbe potuto diventare un'icona punk, o che una ragazza slava avrebbe saputo trasformare il dolore dell'infanzia in una forma d'arte? Il segreto? Spingersi sempre più in là del socialmente tollerato, inseguendo il proprio essere, per portare gli altri con sé. Ciascuno di noi apprezzerà una storia piuttosto che un'altra, è chiaro, ma ciascuna di queste donne ci lascerà qualcosa, di sicuro ci trasmetterà un'energia capace di travalicare la parola scritta, uscire dalle pagine e diventare materia viva in grado di travolgerci. Personalmente credo che ricorderò più delle altre le storie di Marina Abramovic, Grace Jones e Zaha Hadid. Il libro, è ovvio, lo consiglio alle donne, ma anche agli uomini.

Opera recensita: "Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe" di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
Editore: Mondadori, 2019
Genere: raccolta di biografie
Pagine: 240
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


mercoledì 2 ottobre 2019

RECENSIONE: YASUNARI KAWABATA - KOTO


Sinossi:
Yasunari Kawabata nelle sue opere ha profondamente indagato il tema della solitudine. Anche in questo romanzo, il destino delle due sorelle Chieko e Naeko è diviso senza rimedio. Kieko, abbandonata dai genitori, viene adottata da un ricco mercante di Kyoto, mentre Naeko, dopo la morte del padre, lavora nei boschi come operaia. Le due ragazze s'incontrano, si sentono attratte l'una verso l'altra, sognano di vivere insieme, ma la diversità d'educazione e di stato sociale, il probabile matrimonio che attende Chieko rendono impossibile questo sogno di riunione fraterna, di solidarietà e di affetto. L'analisi sottile e delicatissima dei sentimenti, suggeriti più che espressi, il gusto raffinato della natura e del paesaggio intesi come opera d'arte, lo sfondo suggestivo di Kyoto, la città dei santuari, danno a questo libro - pur così moderno - il fascino prezioso, della tradizione artistica e letteraria giapponese.

Commento:
Gli autori giapponesi, sembra lapalissiano, non sono tutti uguali. Vi sono autori più occidentalizzati, cmoderni, come Muracami o Banana Yoshimoto; poi vi sono autori più tradizionali, legati ad un modello di letteratura caratteristico, come Mishima o Tanizaki; poi ci sono autori unici, appartenenti ad una categoria a parte, come Kawabata. Yasunari Kawabata racchiude in sé due caratteristiche – due anime – che lo rendono inimitabile: è elegante e radicale. Elegante per la levità della scrittura, per la raffinatezza delle immagini e suggestioni che crea con le parole, per la capacità di rendere sapientemente leggere e profonde le sue storie; radicale perché non vuole catturare consensi, non scrive per piacere agli altri, non vuole farsi capire, non svende la sua cultura e la tipicità delle sue tradizioni in favore della comprensibilità dei suoi scritti a chi è estraneo al suo mondo. Va preso così, se si vuole capire di più si deve fare lo sforzo di approfondire, leggere ancora, andare oltre la parola scritta ed addentrarsi nel suo mondo. Tutto questo rende la sua prosa sublime. E proprio questo è l'aggettivo che attribuirei a Koto: sublime. È sublime perché concentra in poche pagine l'essenza di una cultura e l'unicità del suo autore. Non vale la pena di soffermarsi troppo sulla trama, giacché lo stesso Kawabata ha voluto riservarle un posto secondario: le protagoniste della storia infatti non sono – come si potrebbe pensare – le gemelle separate Kieko e Naeko, la protagonista vera è la natura. Una natura lussureggiante, umorale, personificata quasi nella sua presenza costante; una natura che influenza gli uomini e le donne di Kyoto nella loro vita, umori, decisioni. C'è, in Koto, una compenetrazione tra uomo e natura che raggiunge livelli probabilmente mai letti: non c'è prevalenza dell'una sull'altro, ma equilibrio sottile, forte, persistente. I ciliegi, i cedri, i monti, il nevischio, le stagioni, sono per i personaggi parte rilevante della loro vita e delle loro giornate.
Koto è un breve romanzo che consiglierei a tutti coloro che vogliano conoscere di più Kawabata e la cultura giapponese, ma soprattutto che anelino perdersi in una dimensione parallela di calma, pace e leggerezza.


Opera recensita: "Koto" di Yasunari Kawabata
Editore: Rizzoli, prima ed. 1962
Genere: narrativa giapponese
Pagine: 155
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


martedì 1 ottobre 2019

RECENSIONE: DON WINSLOW - IL CARTELLO (ART KELLER 02)


Sinossi:
Adán Barrera, capo del cartello della droga piú potente del mondo, è rinchiuso in un carcere di San Diego in isolamento. Art Keller, l’agente della Dea che lo ha arrestato dopo avergli ucciso il fratello e lo zio, vive nascosto in un monastero del New Mexico, dove fa l’apicoltore e cerca di dimenticare una vita di menzogne e false identità. Quando Barrera riesce a farsi trasferire in un carcere messicano e a riprendere le redini del cartello, la guerra della droga riparte con una brutalità senza precedenti. Anche Keller è costretto a tornare in azione immergendosi in un mondo nel quale onesti e corrotti, vittime e assassini, si trovano dall’una e dall’altra parte della frontiera.

Commento:
Avete letto Il potere del cane e credete che Guero, Abrego e Tio Barrera siano spietati e sanguinari? Beh, fatevi una risata, dimenticateli e preparatevi a un livello di violenza inaudito, impensabile, folle. È questo che troverete in Il cartello di Don Winslow, il secondo libro della Trilogia di Art Keller. Avevamo lasciato Adàn Barrera in una cella di isolamento degli States e Art Keller sparito nel nulla per non essere trovato dai Barrera. Li ritroviamo più vecchi e più agguerriti che mai: Adàn vuole ricostruire il mercato, spartire ancora il territorio in plazas e diventare di nuovo il Patròn… ma Keller non sarà il suo unico nemico: una nuova forza militarizzata è pronta a seminare il terrore, sono Los Zetas, sono guidati da Z1, Eriberto Ocoa, e Z40, Miguel Morales… e sono spietati, diabolici.
Torna Don Winslow, più in forma che mai, con un thriller mozzafiato forse anche superiore al primo della serie. Amicizia, amore, potere, libertà, riscatto sono i temi che infiammano le quasi 900 pagine di questo thriller dal finale spiazzante che apre all'ultimo libro, Il confine, e che fa venire una gran voglia di leggerlo.



Opera recensita: "Il cartello" Don Winslow
Editore: Einaudi, 2015
Genere: thriller
Ambientazione: Messico-Guatemala
Pagine: 896
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.