simposio lettori copertina

simposio lettori copertina

martedì 23 maggio 2023

MOLTO PERSONALE: HO DECISO DI CHIUDERE IL BLOG

Cari lettori, ho deciso di chiudere il blog. Lo scrivo così, di petto, come vanno affrontate le questioni difficili. E questa, ve l'assicuro, è proprio una questione difficile perché dolorosa.

Quando ho aperto questo blog, nel lontano maggio 2016, avevo un sogno: creare una piccola comunità di lettori con cui condividere recensioni e pensieri sui libri e scambiare consigli di lettura. Non posso dire che questo non sia successo, ma portare avanti questo sogno, facendo attenzione a pubblicare costantemente, attivando collaborazioni con le case editrici, accettando anche di recensire libri di autori emergenti, seppur entusiasmante, alla lunga è diventato stancante, soprattutto perché all'impegno non corrispondeva una crescita in termini di seguito, c'era poco dibattito, in generale poco interesse per i miei contenuti. Ultimamente, in parte per ragioni personali ed in parte anche per questa stanchezza mista ad apatia, sono diventata molto discontinua nel pubblicare, il che dà il via ad un circolo vizioso fatto di ansia, senso di costrizione e di nuovo stanchezza nei confronti di quella che era partita come una bella avventura. Per questi motivi, con grande amarezza e dispiacere, ho deciso di chiudere questo spazio che comunque, negli anni mi ha dato molte soddisfazioni, mi ha fatto conoscere tante persone, dagli editori agli scrittori, fino all'ultimo dei lettori che sia passato di qui per caso. Ho sbagliato delle cose? Potevo fare di più? Non lo so, forse, ma dal primo momento ho scritto qui per passione, quella per i libri e la comunicazione, e per chi la condivide con me… perciò se anche uno solo dei libri che vi ho consigliato è andato a buon fine, io sono contenta.

D'ora in poi le mie recensioni le potrete ascoltare su Slash radio (per i libri di narrativa internazionale) e leggere su altri blog con cui collaboro, su www.forumlibri.com e sul mio profilo Facebook personale.

Grazie a chi c'è stato e a chi c'è ancora fino alla fine. Grazie per ogni singolo like, commento, feedback, grazie per ogni libro che abbiamo condiviso. E mi raccomando, non smettete di leggere, leggete qualsiasi cosa, sempre e comunque.

La vostra Rossella

      

giovedì 18 maggio 2023

RECENSIONE: BEATRICE SALVIONI - LA MALNATA

Sinossi:

Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lí. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata. Ma quella sua aria decisa, l’aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarà il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.

 

Commento:

Sullo sfondo della Monza del 1936, con la guerra in Abissinia alle porte e il regime fascista ben saldo al potere, il romanzo di esordio di Beatrice Salvioni ci regala un personaggio di rara forza narrativa: la "malnata" porta su di sé il peso dell'essere diversa, donna e ribelle in una società che sguazza nell'ipocrisia e non tollera chi non scende a compromessi, alza la testa e non si sottomette. Maddalena ha paura, anche se dice di no, ma non si lascia vincere dai suoi demoni; Maddalena è se stessa contro tutto e tutti, non finge di vivere altre vite, corre il rischio e va a prendersi ciò che vuole. È un'amica fidata, Maddalena, una roccia, un pilastro saldo per gli altri, ma non si aspetta niente da nessuno, è pronta a restare delusa dalla codardia altrui e a lasciare indietro chi non vuole essere come lei. Ne ha passate tante, questa ragazzina, eppure non si piega ed ha molto da insegnare non solo alle sue coetanee come Francesca, ma anche a tante giovani donne di oggi che si apprestano ad attraversare il guado dell'adolescenza per ritrovarsi – troppo spesso disorientate – nel mondo degli adulti. Maddalena ci mostra che non ci si fa andar bene l'ingiustizia e il sopruso: li si combatte con tutte le forze, fino ad ucciderli.

 

Opera recensita: "La Malnata" di Beatrice Salvioni

Editore: Einaudi, 2023

Genere: romanzo storico

Ambientazione: Monza, 1936

Pagine: 248

Prezzo: 17,50 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

mercoledì 3 maggio 2023

RECENSIONE: ROBERTO COTRONEO - OTRANTO

Sinossi:

Otranto, città inquietante magica e simbolica, centro culturale di grande importanza per tutto il Medioevo. Il 12 agosto 1480, ottocento cittadini che avevano rifiutato di convertirsi all'Islam, furono giustiziati dai saraceni: i martiri di Otranto. La leggenda vuole che i loro corpi, benché lasciati inseppelliti, non si decomponessero. Da allora Otranto è considerata città di fantasmi, di apparizioni. Alle prese con il restauro del mosaico che ricopre il pavimento della celebre cattedrale, la giovane olandese protagonista del romanzo, vivrà una storia d'amore sospesa tra la realtà e il sogno.

 

Commento:

Da tempo ho una teoria: c'è una luce speciale, accecante e totalizzante, che si percepisce solo a certe condizioni, in certi orari, a determinate latitudini. È una luce in grado di confondere, destabilizzare, far perdere la bussola e la lucidità. Io l'ho percepita solo in certi pomeriggi assolati qui al Sud, ed in certi libri ambientati in India, in Sud America, al Sud Italia… e tutti hanno in comune una certa dose di magia, di malia, di follia. Ebbene, questo libro di Roberto Cotroneo ne è letteralmente ammantato. Ma vi è di più: in un certo qual modo l'autore, soprattutto nelle pagine iniziali, sembra proprio confermare questa mia teoria. Anche la protagonista, infatti, arrivando ad Otranto cerca, percepisce, è avvolta, stordita, stregata da quella luce… una luce in grado di far impazzire. E sono molte le sollecitazioni cui è sottoposta la restauratrice olandese giunta in città per occuparsi del celebre mosaico della Cattedrale, molte delle quali trovano appiglio nella sua mente a causa del suo vissuto, di fatti accaduti nella sua vita che costituiscono nodi ancora irrisolti. Suggestioni che, inevitabilmente, trovano terreno fertile in un contesto come quello di Otranto, col suo portato di sangue, segreti, storie misteriose, presenze ed assenze, tanto che pare proprio essere la città e la sua gente a scatenarle, quasi ad aprire porte mai realmente chiuse, a favorire comunicazioni e passaggi tra passato e presente, tra questo mondo ed un altro. Il libro di Cotroneo è fortemente evocativo ed ha una connotazione visionaria, allucinatoria, trascendentale molto potente: la scrittura è in grado, con la sola forza delle parole e delle immagini evocate, di trasportarci dentro la mente della protagonista, di suggestionarci, di disorientarci e farci vedere tutto con i suoi occhi. Tuttavia, soprattutto verso la fine, il rischio è che la storia perda aderenza con la realtà diventando troppo metafisica, finendo per frustrare il lettore che la percepisce come fuori dalla sua portata, dalla sua capacità di comprensione. Questo, almeno, è quanto è accaduto a me: se per buona parte del libro la storia mi ha affascinata, avvinta ed ammaliata, nella seconda metà ho cominciato a perdere interesse perché tutto diventava per me troppo confuso, surreale, onirico, quasi incomprensibile. Ne consiglio, in ogni caso la lettura e non escludo di rileggerlo io stessa in futuro, giacché rende vivide, con grandissima perizia, sensazioni vissute raramente nella vita reale, nonché lo spaesamento e le conseguenti emozioni vissute dalla protagonista. Un libro importante, da non sottovalutare e da non perdere se amate gli autori del realismo magico sudamericano, le indagini etnografiche di De Martino e le atmosfere di Passaggio in India di Forster.

 

Opera recensita: "Otranto" di Roberto Cotroneo

Editore: La nave di Teseo, 2022 (prima ed. 1997)

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: Otranto

Pagine: 224

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

martedì 2 maggio 2023

RECENSIONE: AMANDA LEAR - LA MIA VITA CON DALI'

Sinossi:

La mia vita con Dalí racconta una storia: l’incontro tra due destini che hanno saputo sconcertare il mondo, che lo hanno reso più visionario, che hanno cambiato il modo di pensare la parola «amore».

«Da questo momento non ci lasceremo mai, lo sa?»

Con queste parole Salvador Dalí saluta Amanda Lear dopo il loro primo pranzo insieme a Parigi. Si erano conosciuti soltanto la sera prima, un giorno d’ottobre del 1965, in un ristorante di rue Princesse: lei giovane studentessa di Belle Arti che aveva da poco cominciato a posare come modella per pagarsi l’affitto e le lezioni di disegno; lui genio indiscusso del surrealismo all’apice del successo internazionale. Le prime impressioni che l’artista sortisce su Amanda Lear non sono affatto lusinghiere, lo considera presuntuoso nei suoi modi cerimoniosi e ridicolo con quei suoi baffi impomatati, ma il fascino che emana la sua figura, la sua estrema vitalità, il suo modo di osservare la realtà finiscono per conquistarla. «Lei ha proprio un bel cranio» sarà il primo, bizzarro complimento che le rivolgerà: nessuno le aveva mai detto che aveva un bel cranio. Comincia così una relazione che durerà più di quindici anni: Amanda Lear diventerà per Salvador Dalí una «musa», un «angelo», un «papavero orientale» da proteggere, amare e trasfigurare nei suoi dipinti.

 

Commento:

"La mia vita con Dalí": un titolo chiaro, cristallino, che annuncia esattamente quello che sarà raccontato nel romanzo. La modella, cantante, showgirl Amanda Lear racconta, in queste pagine intime, personali, eppure in qualche modo pubbliche, quindici anni di vita con accanto Salvador Dalí, uno degli artisti – degli uomini – più geniali e controversi del suo tempo. Istrionico, affascinante, visionario, presuntuoso, megalomane e pure un po' folle, ma a suo modo premuroso ed affettuoso, Dalí fu uno dei massimi esponenti del surrealismo, nonché un ricco, chiacchierato, osannato e denigrato viveur del mondo negli anni '60 e '70; un uomo che amava possedere oggetti particolari, anche mastodontici, che però lui considerava "belli; un uomo che amava circondarsi di persone singolari, che lo divertissero o lo sorprendessero, in una corte personale che somigliava più ad un circo. E per un lungo, lunghissimo periodo, una delle persone che Dalí volle al suo fianco fu proprio Amanda Lear. Oltre ad una miriade di curiosità sull'artista, in questo libro scopriamo un lato inedito e molto personale di un'artista poliedrica che fece molto parlare di sé: una donna volubile eppure indipendente, assennata eppure capace di grossi colpi di testa, dalle passioni travolgenti eppure restia ad abbandonarsi alla felicità. In questo libro ritroviamo uno spaccato di un ventennio di grandi cambiamenti, visto dalla posizione privilegiata di chi ha potuto viverlo dall'interno, a tutto tondo e può oggi fornirci, col distacco dato dal tempo e la dolce malinconia dei ricordi, un quadro dettagliato di un mondo variopinto ed insidioso del quale la maggior parte di noi ha potuto cogliere solo scorci fugaci. Una biografia/autobiografia intensa, questa tracciata dalla Lear, fatta di alti e bassi, pagine di grande intensità e persino tenerezza alternate ad altre di scarso interesse quando non addirittura ridondanti. Non saprei, a dirla tutta, se consigliare la lettura di questo libro… non sono riuscita a farmene un'opinione definita poiché l'ho apprezzato solo a tratti. Perciò leggetelo, sì, ma solo se vi interessa o vi cattura: non lo definirei una lettura amena o un passatempo che tenga compagnia, non è così scorrevole. Per quanto mi riguarda è stata, in ogni caso, una lettura discreta.

 

Opera recensita: "La mia vita con Dalì" di Amanda Lear

Editore: Il saggiatore, 2023

Genere: autobiografia

Pagine: 360

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 7.

  

lunedì 1 maggio 2023

RECENSIONE: CAROLINE LAURENT - LE RIVE DELLA COLLERA

Sinossi:

Ambientato nel cuore dell’Oceano Indiano, il romanzo pluripremiato di Caroline Laurent porta alla luce un dramma storico poco conosciuto – la deportazione degli abitanti di Diego Garcia, isola dell’arcipelago delle Chagos, che viene data in affitto dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti per farne una grande base militare – e ci offre il quadro di un amore impossibile.

Marzo 1967. Marie-Pierre Ladouceur vive a Diego Garcia, nelle isole Chagos, un arcipelago annesso alle Mauritius, fino a quel momento colonia britannica. Va a piedi nudi, libera e senza freni. Incontra Gabriel, un mauriziano che è venuto ad assistere l’amministratore coloniale. Un uomo di città. Un’eleganza incredibile. Nell’arco di pochi mesi, Mauritius diventa indipendente dopo centocinquantotto anni di dominazione britannica, ma le isole Chagos restano alla Gran Bretagna. A poco a poco, la vita quotidiana cambia e il buio avanza, fino al giorno in cui i soldati convocano gli abitanti dell’isola sulla spiaggia. Hanno solo un’ora per abbandonare la loro terra, i loro animali, le loro case, i loro legami. E per quale motivo? Per andare dove? Dopo lo strazio arriva la rabbia, e con essa la rivolta. Presto, arriverà anche il tempo della giustizia. Libro vincitore di diversi premi letterari tra cui, il Prix Maison de la Presse 2020, il Prix du Roman Métis des Lecteurs 2020, il Prix Cardinal Perraud 2021 e il Prix Y’a qu’à lire 2021.

 

Commento:

Ciò che più mi ha sconvolto in questo bellissimo romanzo – e che anche a distanza di giorni dalla lettura mi lascia amareggiata ed intimamente turbata – è non aver mai, mai sentito parlare, in trentacinque anni di vita, di quest'ingiustizia immane. E non è la prima volta che mi capita di scoprire da un romanzo una tragedia della quale non conoscevo nemmeno l'esistenza. E quindi mi chiedo: quante altre volte mi succederà? Quante altre volte mi accadrà di provare questo senso di disagio misto a frustrazione, colpa, sconforto dato dal non sapere? Di quante tragedie noi occidentali, pseudo-paladini della democrazia, non siamo neppure informati nonostante siano state causate da nostri cugini? È vero, certi romanzi servono proprio a questo, ma la (solo mia?) totale ignoranza su questioni così importanti non finirà mai di sconvolgermi. Venendo al libro, beh, cosa dirvi se non che ha in sé una grandissima forza narrativa, che Marie è un personaggio di un'ingenuità e di una forza disarmanti, che Gabriel è sì stereotipato, ma in fondo ben riuscito, che questa è una storia da conoscere assolutamente? Leggetelo, solo questo posso dirvi… anche solo per cultura personale, per conoscere, per non restare indifferenti, per emozionarsi.  

 

Opera recensita: "Le rive della collera" di Caroline Laurent

Editore: E/O, 2023

Traduzione: Giuseppe Giovanni Allegri

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Mauritius

Pagine: 343

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5

  

mercoledì 26 aprile 2023

RECENSIONE: LUISA FERRERO - CICATRICI

Sinossi:

Il commissario Leo Farri e l’ispettore Denis Ghinazzi si stanno occupando della scomparsa della ventenne Ambra Ricci, quando si troveranno a dover indagare

anche sull’omicidio di una ricca commerciante. Si tratta di Valeria Costa, trovata strangolata all’interno del suo negozio "Tesori d’Arte" di Imperia.

Le indagini dei due poliziotti, così diversi tra loro ma che a poco a poco impareranno ad apprezzarsi a vicenda, faranno emergere ferite profonde e cicatrici

indelebili. Ma i casi si riveleranno più complicati del previsto e la squadra investigativa dovrà correre contro il tempo per far luce sulle vicende che

affondano le proprie radici nell’abisso dell’animo umano.

 

Commento:

Ho avuto modo di conoscere Luisa Ferrero proprio grazie ai suoi interventi sulla pagina Facebook legata a questo blog. Ho sempre trovato che la sua scrittura fosse puntuale, precisa, dettagliata, attenta ai dettagli. Sono lieta, oggi, di ritrovare acuite queste caratteristiche anche nel suo primo giallo, "Cicatrici", uscito da poco meno di un mese e già in lizza per un premio letterario. Il romanzo è ambientato nel ponente ligure, in provincia di Imperia, in luoghi che – come lei stessa ha dichiarato in più occasioni – Luisa conosce bene. E questa familiarità si sente, si nota nelle descrizioni dettagliate delle strade, dei paesaggi, delle abitudini dei frequentatori assidui ed ha due effetti positivi: aggiunge concretezza alle vicende narrate e permette all'autrice (e di riflesso anche a noi) di concentrarsi su altro, di andare più a fondo della trama, a cercare indizi, riferimenti, messaggi. Tutti elementi che, ben nascosti come si conviene ad un giallo che si rispetti, ci sono tutti: ci sono gli indizi sul colpevole del delitto Costa, sulle sue motivazioni ed incongruenze; ci sono i riferimenti ad un'attualità – quella che coinvolge Ambra – scottante e dolorosa, ma c'è, soprattutto, in fondo in fondo a questa storia, un messaggio positivo. Quale? Lo dirò citando il Maestro Camilleri: "una lama di luce". Quando si pensa di essere giunti al fondo, quando si crede che salire sia impossibile, quando le cicatrici fanno troppo male, è proprio quella lama di luce che bisogna cercare. Venendo a questioni più tecniche, al di là di una comprensibilissima titubanza sui dialoghi che mi sono parsi un po' troppo artefatti per risultare realistici, ho trovato il romanzo davvero ben scritto, con una trama che si snoda veloce e senza intoppi o debolezze sui tornanti delle indagini; ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, ben approfonditi i principali e più sfuggenti quelli destinati a restare sullo sfondo. In particolare mi ha inevitabilmente conquistata l'ispettore Ghinazzi che, se all'inizio può sembrare un burlone un po' smargiasso dall'umorismo talvolta superfluo, rivela inaspettate vette di umanità ed una purezza d'animo a dir poco rara nel mondo reale. Anche Monica Martinelli, che qui è presente ma rimane in secondo piano, è un personaggio interessante che, se seguirà sull'impronta datale dall'autrice, credo riserverà delle sorprese. Già, perché io sono convinta che li ritroveremo presto, questi personaggi: Luisa ha gettato ottime basi per una buona serie di gialli e ci lascia con tante piccole curiosità da soddisfare ed interrogativi cui dare risposta. Dunque, mentre a voi consiglio la lettura di questo romanzo, io resto qui in attesa del prossimo.

 

Opera recensita: "Cicatrici" di Luisa Ferrero

Editore: 0111 edizioni, 2023

Genere: giallo

Ambientazione: Ponente ligure, provincia di Imperia

Pagine: 184

Prezzo: 15,50 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

martedì 25 aprile 2023

RECENSIONE: LUCY ADLINGTON - IL NASTRO ROSSO

Sinossi:

Ispirato a una storia vera, Il nastro rosso racconta uno degli aspetti meno conosciuti dell'Olocausto e narra un'indimenticabile storia di forza, sopravvivenza e amicizia.

Un romanzo ispirato alla vicenda di alcune giovani sarte di Auschwitz. Una grande storia di coraggio e di resilienza, dove ago e filo possono fare la differenza tra la vita e la morte. Ella ha un unico, grande sogno: diventare una sarta abilissima. Così, giunto finalmente il suo primo giorno di lavoro, mette piede in un mondo fatto di sete, aghi, fili, forbici e nastri colorati. Dovrebbe essere al settimo cielo, ma quello in cui è capitata non è un laboratorio di sartoria qualunque. Ella, infatti, si trova nel campo di concentramento di Auschwitz e, in un luogo in cui a contare è solo la lotta per la sopravvivenza, ogni sua creazione può fare la differenza tra la vita e la morte. Mentre attorno a lei regnano brutalità e orrore, la ragazza si rifugia nel suo lavoro, nel suo amore per la moda e nell'amicizia con Rose, un'altra giovane condannata al suo stesso destino. Il talento permetterà a Ella di salvarsi? Ispirato a una storia vera, "Il nastro rosso" racconta uno degli aspetti meno conosciuti dell'Olocausto e narra un'indimenticabile storia di forza, sopravvivenza e amicizia.

 

Commento:

Tutti noi abbiamo un'idea di come fossero organizzati i campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale; tutti noi sappiamo cosa sia stato Auschwitz-Birkenau, le crudeltà che vi furono perpetrate, la disumanità che prese dolorosamente e tangibilmente forma in quel luogo. Non tutti, però, sanno che nel grigio di quella trappola senza uscita c'era un'oasi di colore, morbidezza, bellezza: un laboratorio di "alta sartoria", ideato dalla moglie del comandante del campo, dove lavoravano ventitré prigioniere. Ventitré donne, sarte e ricamatrici d'esperienza, confezionavano gli abiti delle guardie e delle mogli degli ufficiali che, pur circondate dalla morte, non rinunciavano al lusso e alla bellezza. Abiti bellissimi, ricavati però da altri abiti, tessuti, scampoli provenienti da altre vite: vi siete mai chiesti che fine facevano gli effetti personali che i prigionieri erano costretti a lasciare all'arrivo al campo? Qui troverete risposta. Una risposta che Ella e Rose, le due giovanissime protagoniste di questo libro, scopriranno a loro spese. Sono due ragazzine che non si conoscevano prima di entrare in quel laboratorio, ma che dal primo giorno in cui si trovarono a condividere quella sorte diventarono inseparabili, amiche per la vita. Erano diversissime, eppure accomunate da un obiettivo comune: sopravvivere, uscire da quel campo e ritrovarsi un giorno, in un luogo specifico, a costruire il loro atelier, il loro futuro. A suggellare questo patto di sopravvivenza, un nastro rosso. Quella di Ella e Rose è una storia di fantasia che prende, però, le mosse da una storia vera, quella delle sarte di Auschwitz. Una storia da conoscere, un romanzo da leggere. In mezzo a barbarie, umiliazione, cattiveria e morte, Ella e Rose danno speranza con la loro forza e tenacia. Cosa sarà della loro vita non possono saperlo, però non si arrendono, provano a sopravvivere anche nei giorni più neri. Ci riusciranno? Raggiungeranno il loro obiettivo? Per scoprirlo dovrete seguire anche voi… Il nastro rosso.

 

Opera recensita: "Il nastro rosso" di Lucy Adlington

Editore: Sperling & Kupfer, 2023

Traduzione: Cristina Brambilla

Genere: romanzo storico

Ambientazione: Polonia, 1944-1945

Pagine: 271

Prezzo: 17,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

giovedì 20 aprile 2023

RECENSIONE: MATTHEW QUICK - IL LATO POSITIVO

 

Sinossi:

Pat Peoples è convinto che la sua vita sia un film prodotto da Dio. La sua missione: diventare fisicamente tonico ed emotivamente stabile. L’inevitabile happy end: il ricongiungimento con la moglie Nikki. Questo ha elaborato Pat durante il periodo nel ‘postaccio’, la clinica psichiatrica dove ha trascorso un tempo che non ricorda, ma che deve essere stato piuttosto lungo… Infatti, ora che è tornato a casa, molte cose sembrano cambiate: i suoi vecchi amici sono tutti sposati, gli Eagles di Philadelphia hanno un nuovo stadio ma, soprattutto, nessuno gli parla più di Nikki, e anche le foto del loro matrimonio sono scomparse dal salotto. Dov’è finita Nikki? Come poterla contattare, chiedere scusa per le cose terribili che le ha detto l’ultima volta che l’ha vista? E come riempire quel buco nero tra la litigata con lei e il ricovero nel postaccio? E, in particolare, qual è la verità? Quella che ti fa soffrire fino a diventare pazzo, o quella di un adorabile ex depresso affetto da amnesie ma colmo di coraggiosa positività? Pat guarda il suo mondo con sguardo incantato, cogliendone solo il bello, e anche se tutto è confuso, trabocca di squinternato ottimismo, fino all’imprevedibile finale. Il libro da cui è stato tratto il film rivelazione del 2012.

 

Commento:

Per pura casualità, mi è capitato di vedere prima il film tratto da questo libro e poi di leggere l'opera di Matthew Quick… beh, che dire? Se le cose fossero andate al contrario, probabilmente non avrei avuto tanta voglia di vedere la trasposizione cinematografica di un romanzo carino ma non bellissimo, e mi sarei persa un film stupendo. Questo è, in poche parole, uno di quei casi in cui il film supera di gran lunga il libro da cui è tratto… al contrario della pellicola, nel libro i personaggi non sono sufficientemente tridimensionali: a parte Pat e forse il dottor Pattel, si fa fatica ad immaginare gli altri, a figurarseli mentre compiono le azioni descritte. Ho trovato, paradossalmente, molto più d'impatto il film che mi è parso più equilibrato nelle scene rispetto al libro in cui c'è una grossa prevalenza della passione di Pat per gli Eagles mentre il rapporto con Tiffany passa un po' in secondo piano. In generale ho avuto l'impressione che l'autore tirasse tutto un po' troppo per le lunghe, avrei tagliato una cinquantina di pagine e credo che nel complesso il romanzo ne avrebbe guadagnato in scorrevolezza. In definitiva, non è un brutto romanzo, però ho preferito il film, perciò, a parer mio, se non l'avete ancora visto provate a leggere il romanzo; se invece avete già visto il film, beh… probabilmente il romanzo non vi entusiasmerà.

 

 

Opera recensita: "Il lato positivo" di Matthew Quick

Editore: Salani, 2009

Traduzione:

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Stati Uniti

Pagine: 294

Prezzo: 14,90 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 7.

 

mercoledì 12 aprile 2023

RECENSIONE: SHALINI BOLAND - LA FAMIGLIA PERFETTA

Sinossi:

Due famiglie. Uno scambio casa. Una vacanza da incubo.

Quest'anno, per le vacanze estive, Beth e Niall Kildare hanno deciso di fare le cose in grande: si scambieranno la casa con Renzo e Amber Mason. I Kildare e i loro figli trascorreranno l'estate nella stupenda villa italiana dei Mason, mentre questi ultimi la passeranno nell'accogliente cottage dei Kildare nel Dorset. La villa sulla Costiera amalfitana è davvero incredibile, e i Kildare si godono giornate all'insegna del sole e delle nuotate in piscina. Ma proprio quando sembra che nulla possa guastare la vacanza, Beth scopre in fondo a un armadio una vecchia foto che ritrae Niall insieme ad Amber Mason. I due si conoscevano già? E se è così, perché suo marito non gliel'ha detto? Beth decide di chiedere direttamente a Niall, ma l'atteggiamento elusivo del marito la fa andare su tutte le furie, tanto da spingerla ad allontanarsi per recuperare la calma. Quando ritorna alla villa, trova Niall riverso sulla terrazza della piscina. Morto. Chi può aver fatto una cosa simile? E, soprattutto, lei e i bambini sono in pericolo? La vacanza da sogno si trasforma così nel più spaventoso degli incubi...

 

Commento:

"La famiglia perfetta"… credo non si potesse trovare titolo più azzeccato per questo thriller leggero, ma coinvolgente. Due famiglie decidono di fare una vacanza alternativa, scambiandosi le case viste su un sito apposito. Ai Kildare tocca la stupenda villa ultramoderna e vagamente impersonale dei Mason, adagiata nel paesaggio mozzafiato della Costiera amalfitana, mentre ai Mason toccherà il freddo pungente del Dorset ad aprile, ma ci penseranno i mille manicaretti ed il cottage accogliente e un po' trasandato dei Kildare a scaldare l'atmosfera. Sempre che gli occupanti delle due case siano nel mood giusto per godersela, l'atmosfera: vacanze non sempre vuol dire zero pensieri e, se i problemi vengono in vacanza con te il tutto potrebbe trasformarsi in un incubo. Lo sperimenta Beth Kildare, ansiosa nei confronti dell'irritabile (e francamente irritante) marito Niall ed iperprotettiva verso i figli, che rischia di veder sfumare la vacanza da sogno che aveva programmato così minuziosamente, per via di una scoperta poco gradevole: a casa dei Mason, in una giacca di Amber, la stupenda padrona di casa, >Beth trova una foto di suo marito Niall. Alle sue domande l'uomo oppone una risposta sensata, dato che è uno scrittore famoso ed ha fatto presentazioni in giro per il mondo… ma il tarlo del dubbio corrode Beth, e chissà che non ci sia davvero qualcosa di strano… avrà tempo e modo di scoprirlo e noi con lei. E intanto, in Inghilterra, come se la passano Amber e Renzo Mason e i loro due figlioletti? Meno bene di quanto si potesse supporre, a quanto pare…

"La famiglia perfetta"… è quel che entrambe le donne di questo romanzo avevano cercato di creare e cercano ora di recuperare, con temperamenti e modalità diversissime, in questa vacanza strampalata. Ci riusciranno? Un Domestic thriller leggero, ma non banale, da leggere come spartiacque tra due libri impegnativi o come lettura da viaggio o da compagnia in un pomeriggio noioso e sonnolento. Senza pretese, ma comunque gradevole.

 

Opera recensita: "La famiglia perfetta" di Shalini Boland

Editore: Newton Compton, 2023

Traduzione: Marta Lanfranco

Genere: thriller

Ambientazione: Inghilterra (Dorset) e Italia (costiera amalfitana)

Pagine: 224

Prezzo: 9,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

martedì 11 aprile 2023

RECENSIONE: ELIZABETH JANE HOWARD - QUEL TIPO DI RAGAZZA

Sinossi:

Anne e Edmund Cornhill, entrambi sulla quarantina, sono una coppia felice, appagata e ben assortita. Vivono in un’idilliaca dimora di campagna non lontana da Londra, dove lui si reca ogni giorno per lavoro, mentre lei si dedica alla casa, al giardino, alla gatta incinta e alla cucina, preparando deliziose cene per il marito. Edmund ha una matrigna illustre, la ricchissima Clara, che conduce una vita mondana ed errante e un giorno chiede ai due di ospitare la figlia Arabella, ventenne bellissima e smarrita, che si presenta così alla loro soglia con un ingombrante carico di abiti splendidi e di carenze affettive. La comparsa della ragazza nella vita della coppia è fin da subito destabilizzante: Anne e Edmund, che non hanno figli, si sentono inizialmente chiamati a farle da genitori. Ma Arabella è una seduttrice nata e anche dietro le relazioni più solide si celano delle crepe. Ben presto, infatti, gli equilibri iniziano a traballare e la situazione degenera completamente... Scritto durante i primi anni di matrimonio con Kingsley Amis, Quel tipo di ragazza è l’analisi precisa di un’unione indistruttibile solo in apparenza, ma anche un’esplorazione magistrale dei tenui legami che costituiscono il tessuto delle nostre vite: una storia toccante sull’amore, la solitudine e il desiderio.

 

Commento:

Se volessi trovare una parola che ben rappresenti questa storia, probabilmente sceglierei "equilibrio". In primis per quando è stata scritta: i primi anni '70, specie in Inghilterra – dove questo libro è ambientato -, sono un periodo ponte tra il perbenismo e il moralismo affettato di matrice ottocentesca e la rivoluzione politica, culturale e soprattutto sociale che conosciamo, e questo libro rappresenta benissimo questo mix se non proprio esplosivo, di sicuro instabile. Ma equilibrio è anche quello che sussiste da dieci anni nella famiglia Cornhill, fatto di routine collaudate ed apparentemente immutabili, costruito e così pervicacemente mantenuto da entrambi i coniugi, Anne ed Edmund, entrambi così a modo e affiatati. Ma si sa, tutti gli equilibri sono labili, basta un soffio di vento a sgretolarli, e quella che arriva sottoforma di brezza inattesa nella splendida ed isolata villetta dei Cornhill è in realtà una tempesta: si chiama Arabella, ha ventidue anni ed è bellissima. Ospite per un tempo imprecisato dai Cornhill, Arabella è una bomba ad orologeria: è piena di problemi che prevedibilmente una coppia senza figli si intestardisce a risolvere senza averne però le capacità; è dotata di una capacità di sedurre così naturale ed innata da far dubitare su quanto in lei ci sia di studiato e quanto invece sia inconsapevole. Arabella è un personaggio così ambiguo, etereo eppure ingombrante, sfuggente eppure non ignorabile, da risultare perfetto: arriva poi in una coppia troppo perfetta per essere reale, senza apparenti bisogni né scontri, senza attriti né dubbi manifesti, in apparenza inscalfibile ma in realtà così fragile da essere destinata a scoppiare. Ma quale sarà il destino di questa conoscenza così importante per i Cornhill? Un libro deliziosamente pruriginoso, con una patina di eleganza a nascondere le magagne, come nelle più classiche famiglie d'ogni latitudine. I tre personaggi principali sono così ben caratterizzati da stagliarsi nitidi nel racconto, eppure pregi e colpe perdono contorni e definizione dinanzi all'abiezione dell'incapacità di trovare il coraggio delle proprie azioni e dei propri sentimenti. Una storia da cui tutti abbiamo da imparare e su cui tutti troveremo da riflettere... perché nessuno è indenne dal giudizio della propria coscienza.

 

Opera recensita: "Quel tipo di ragazza" di Elizabeth Jane Howard

Editore: Fazi, 2022 (prima ed. originale 1972)

Traduzione: Manuela Francescon

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Inghilterra

Pagine: 352

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

martedì 4 aprile 2023

RECENSIONE: ARWIN J. SEAMAN - OMICIDIO FUORI STAGIONE

Sinossi:

"Mai successa una cosa del genere, qui." È questa la frase che l'ufficiale della Scientifica Henning Olsson sente pronunciare al suo arrivo su Liten, isola vulcanica che sorge in un tratto di mare tra Svezia e Danimarca. Perché l'omicidio di una ragazza di sedici anni non ha niente a che fare con la vita tranquilla e solitaria di quel mucchio di scogli e boschi su cui Henning non metteva piede da quattro anni. E in cui sperava di non dover tornare più. A Liten non accade mai nulla e questo lo sa molto bene, visti tutti i fine settimana che ci ha trascorso cercando di riportare sulla terraferma la donna che amava: l'agente Annelie Lindahl. Certo, il vulcano spento con il suo lago perfettamente circolare è una bella attrazione durante i mesi estivi. Ma ora proprio quel lago è diventato il teatro di un crimine orrendo, una ragazza uccisa, legata per farle assumere la forma di una stella, e abbandonata nell'acqua cristallina. No, nulla di tutto ciò è mai accaduto sull'isola.

Henning è stato chiamato per la sua grande esperienza nella Scientifica, ma ciò che dovrà fare a Liten sarà molto più di qualche rilievo. Lì nessuno sa come condurre una vera indagine e lui è l'unico ad averne le capacità. Lui e la persona che quell'isola gliel'ha fatta odiare: Annelie. Insieme a Kaj Bak, un giovanissimo fotografo con idee geniali e un bisogno atavico di riconoscimento, al commissario Owe Dahlberg, che nasconde una parte di sé, e alla giovane Malin, adolescente irrequieta e aspirante influencer, Henning e Annelie cercheranno di sbrogliare il primo capitolo di quello che sembra l'inizio di un incubo.

 

Commento:

Per via di esperienze pregresse non esattamente positive, mi approccio sempre con una certa diffidenza ai romanzi ambientati in luoghi diversi da quelli di origine dell'autore, o in cui egli vive e lavora, perché mi è capitato spesso di percepire qualcosa di stonato, artefatto, innaturale nella contestualizzazione, tale da pregiudicarmi il piacere della lettura. Perciò lo dico chiaramente: sono colpita e piacevolmente sorpresa da questo noir che non confuta, ma smentisce il mio pregiudizio, foss'anche solo per questa volta. Omicidio fuori stagione è un ottimo, davvero ottimo noir, dove non solo la trama e i personaggi sono credibili, ma lo è anche l'ambientazione e l'articolazione del contesto, cosa affatto scontata poiché si tratta di un noir nordico scritto da un (misterioso) scrittore italiano. E sarei davvero curiosa di scoprire chi è, quest'autore italiano per poter leggere anche gli altri suoi romanzi, giacché questo libro è la conferma del fatto che se si sa scrivere, se si padroneggia veramente un genere, si hanno i requisiti per scrivere la qualunque e per farlo molto, molto bene. Per quanto mi riguarda, prima indagine sull'isola di Liten promossa a pieni voti.

 

Opera recensita: "Omicidio fuori stagione" di Arwin J. Seaman

Editore: Piemme, 2023

Genere: noir

Ambientazione: isola di Liten, tra Svezia e Danimarca

Pagine: 384

Prezzo: 18,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9. 

lunedì 3 aprile 2023

RECENSIONE: TIZIANO TERZANI - LA PORTA PROIBITA

Sinossi:

Nel febbraio 1984 Tiziano Terzani fu arrestato a Pechino, perquisito, interrogato ed, infine, espulso dal Paese. Per quattro anni vi aveva vissuto con la famiglia, cercando di sentirsi "cinese": aveva mandato i suoi figli alla scuola locale, aveva raggiunto luoghi sconosciuti al turismo, aveva visto una Cina diversa da quella che appariva in superficie. Ricco di notizie e dati, di considerazioni ed impressioni, questo libro è al tempo stesso un reportage, un diario di viaggio, un saggio di sinologia contemporanea e l'appassionante romanzo di un'avventura umana.

 

Commento:

Questo non è, a parer mio, il miglior libro di Terzani. Non so perché, ma diversamente dal solito non mi ha coinvolto particolarmente. Nonostante ciò, rimane comunque un ottimo reportage su un Paese tanto misterioso quanto controverso, e nel libro le mille controversie della Cina degli ultimi ottant'anni appaiono nitide, evidenti e più che mai scomode. In generale, ciò che ho provato leggendo è un profondo rammarico per come si è ridotta una civiltà gloriosa, vittima di se stessa e a sua volta incapace di rialzarsi e di badare a sé. Tutto mi è sembrato troppo squallido, troppo artefatto perché non vi sia una ribellione di massa che sovverta il potere. E mi sconvolge, anche se neanche poi tanto, come la popolazione resti passiva a farsi cambiare le idee da chi governa di volta in volta. Lo so bene, è un'analisi troppo semplicistica la mia, però queste sono le mie impressioni a caldo, dopo la lettura del libro che, ad ogni modo, consiglio.

 

Opera recensita: "La porta proibita" di Tiziano Terzani

Editore: Tea, ed. originale 1984

Genere: reportage

Ambientazione: Cina

Pagine: 270

Consigliato: sì

Voto personale: 7.

  

domenica 2 aprile 2023

RECENSIONE: SARA GAMBAZZA - CI SONO MANI CHE ODORANO DI BUONO

Sinossi:

Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.

 

Commento:

In quel freddo pomeriggio di gennaio, Bina è sola sulla panchina del parco. Ha ottantatré anni, si ingobbisce sempre più man mano che il tramonto la avvolge mentre, con la borsetta stretta al petto, aspetta Fabio, suo nipote. Marta, dalla finestra del palazzo di fronte, non può fare a meno di osservare quella vecchia infreddolita e sola, così fuori posto lì al Cinghio, quel quartiere disastrato di una città perbene dove lei è nata e cresciuta. Si vede che l'anziana non è di lì e Marta teme che qualcuno possa infastidirla o farle del male. Così, presa da un impulso irrefrenabile, scende, le si avvicina e la convince a salire su da lei: almeno aspetteranno suo nipote al caldo. Ma si fa notte e Fabio non arriva, così Bina – che non ha più una casa dove tornare – resta lì a dormire, e il giorno dopo fa il sugo buono, e mentre non cerca il nipote perché sa che tornerà, Marta giorno dopo giorno le si affeziona, perché le ricorda sua madre, perché è la cosa più vicina ad una nonna che abbia mai avuto, perché, anche se lei è una tipa tosta nata e cresciuta con lo schifo del Cinghio, la solitudine è dura da sopportare per tutti. Lo sa bene Genni, che da quando la madre l'ha lasciata in balia di se stessa, per vivere ha dovuto prostituirsi e anche se ora un lavoro vero l'ha trovato, non ha nessuno su cui contare. Quando, quella sera di gennaio, malconcio e senza speranze, Fabio suona alla sua porta, lei non ha cuore di lasciarlo a se stesso, anche se lo conosce appena. E lo sa bene pure Liuba, quanto rumore fa il silenzio della solitudine, ed ora che è lontana da casa e fa la badante alla signora Maria non saprebbe rinunciare a quel respiro caldo che dorme vicino a lei. Sono forti, le donne del Cinghio, un po' tigri e un po' crocerossine, abituate al marcio, ai ceffoni, hanno vite peste e ammaccate ma sanno ancora trovare il modo di sopravvivere anche a se stesse, nonostante tutto. Ed ogni tanto anche qualche uomo buono, di cuore, s'incontra lungo la via e allora bisogna tenerselo stretto, per combatterlo in due il freddo che viene da dentro. Sono loro, Marta, Benny, Gianna, Liuba, Genni, i protagonisti di "Ci sono mani che odorano di buono", il romanzo d'esordio di Sara Gambazza edito da Longanesi. E protagonista è anche il quartiere, uguale a tante periferie che purtroppo conosciamo bene e che rendono le città tutte simili nella povertà, nel degrado e nella sofferenza. Fabio e Bina ci capitano per caso in quel posto squallido, loro non sono di là, eppure anche loro ce l'hanno la loro dose di guai… e chissà che, fra quei palazzacci tutti uguali, chi si è perso non possa ritrovarsi, e magari qualcuno non sappia portare quel poco d'amore a chi ne ha disperato bisogno. Magari qualcuno con mani nodose ma abili, che odorano di buono. Un libro che ho letto voracemente, questo di Sara Gambazza. Un libro che mi ha commossa profondamente, come non mi capitava da tempo. Super consigliato.

 

Opera recensita: "Ci sono mani che odorano di buono" di Sara Gambazza

Editore: Longanesi, 2023

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: una città italiana

Pagine: 368

Prezzo: 18,60 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

sabato 1 aprile 2023

RECENSIONE: LUIS SEPULVEDA - IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE

Sinossi:

Il vecchio Antonio José Bolívar Proaño vive ai margini della foresta amazzonica ecuadoriana. Ha con sé i ricordi di un'esperienza - finita male - di colono bianco, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge in solitudine. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall'aver vissuto dentro la grande foresta, insieme agli indios shuar: un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura, quel rispetto per la magia delle creature che il grande mondo verde gli ha insegnato e che i gringos, capaci soltanto di sfruttare e distruggere, non sapranno mai capire. Solo un uomo come lui potrà dunque adempiere al compito ingrato di inseguire e uccidere il tigrillo, il felino che, accecato dal dolore per l'inutile sterminio dei suoi cuccioli, si aggira minaccioso per vendicarsi dell'uomo. In questa epica caccia, in questo confronto continuo fra la vita e la morte, l'animale, anziché rappresentare il nemico, si fa emblema inquietante di uno scuro senso di colpa collettivo verso la natura ferita. Canto d'amore dedicato all'ultimo luogo in cui la terra preserva intatta la sua verginità, il romanzo di Luis Sepúlveda ci porta, insieme all'ardore della denuncia, un'irriducibile capacità di sperare. E di sognare, come succede al vecchio Antonio quando legge i suoi romanzi d'amore.

 

Commento:

Credo che conserverò per sempre il (bel) ricordo del momento in cui ho letto questo breve romanzo. Mi ha fatto un'ottima compagnia durante un pomeriggio in treno, di ritorno da un appuntamento importante. Non so cosa ricorderò della sua trama in futuro, ma di certo mi resterà la sensazione di pace che ho provato leggendo, quella stessa pace che mi ha trasmesso leggere Hesse e più in generale i romanzi-tributo alla natura. Perché questo è, in fin dei conti, questo libro di Sepulveda: un grande omaggio alla potenza della natura, delle piante e degli animali, ed una critica affatto velata all'uomo che dove passa distrugge, credendosi il più intelligente dei viventi. Questo è il messaggio che ci trasmette Sepulveda per bocca del vecchio Antonio José Bolívar Proaño, un uomo che ha sbagliato ed ha pagato i suoi errori e che è diventato saggio facendo tesoro delle esperienze sue e di altri e dei tanti insegnamenti della natura. Quest'amore per l'universo, la saggezza e l'inesauribile senso di speranza che trasudano dalle pagine sono ciò che ci resterà di questa lettura breve ma significativa. Un romanzo consigliato a tutti, perché tutti possiamo trarne dei moniti.

 

Opera recensita: "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" di Luis Sepulveda

Editore: Guanda, prima ed. 1989

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Foresta amazzonica

Pagine: 144

Prezzo: 16,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

giovedì 30 marzo 2023

RECENSIONE:. ERIN LITTEKEN - I GIRASOLI DI KIEV

Sinossi:

Ucraina, 1934. Per Katya, ora che la fattoria di famiglia non esiste più, c’è un solo posto in cui trovare pace: il pezzetto di terra dove con la sorella Alina amava coltivare i girasoli. Era il loro gioco e il loro piccolo segreto.

Sembrano passati secoli, ma solo pochi anni prima, quel giorno di primavera al matrimonio della cugina, il mondo di Katya era perfetto: sedici anni, il vestito più bello, le trecce legate sulla testa alla maniera tradizionale... e Pavlo, l’amico di sempre che proprio quel giorno le avrebbe confessato il suo amore. Ora non esiste più nulla: i sogni con Pavlo si sono infranti, e l’Ucraina è in mano ai sovietici, vittima del crudele piano escogitato da Stalin per piegare la nazione, passato alla storia come Holodomor, il genocidio per fame che uccise milioni di ucraini. Solo i girasoli sono ancora lì, pronti a seguire il sole e a indicarle la strada...

Illinois, giorni nostri. L’amata nonna di Cassie, Bobby - dalla parola ucraina babuška - ha sempre parlato poco del passato, e del paese lontano che ha lasciato da ragazza. Ultimamente, però, sembra che antichi ricordi le affiorino alla mente, con la strana lucidità delle persone molto anziane. E quando Cassie ritrova un vecchio diario dalle pagine fitte scritte in ucraino, capisce che è arrivato il momento di scoprire che cosa c’è nel passato doloroso di sua nonna, qual è il segreto che si porta dietro, e perché nel sonno continua a ripetere un nome - Alina - e quella parola: girasoli...

Un romanzo potente sui destini individuali e sui venti della Storia che soffiano incuranti; un racconto luminoso e commovente, che insegna come anche dalle ceneri si possa ricostruire la propria esistenza.

 

Commento:

"I girasoli di Kiev" è un libro bellissimo che racconta una pagina di storia europea sconosciuta ai più: l'Olodomor, ossia il genocidio per fame perpetrato dai russi di Stalin a danno degli ucraini tra il 1929 e il 1934. Pagine struggenti e intensissime che portano alla luce un altro – l'ennesimo – abominio di cui si è macchiato l'essere umano, sebbene di umano in certe pratiche non ci sia davvero nulla. Pagine che, una volta di più, ci dimostrano come la Storia, purtroppo, sia destinata a ripetersi e non insegni nulla a chi non vuole ascoltare, capire, riflettere. La storia di Katya, Pavlo, Alina e tutti i protagonisti di questo libro non la dimenticherò tanto presto. Un plauso all'autrice per averla saputa raccontare con tanta vivezza e partecipazione.

 

Opera recensita: "I girasoli di Kiev" di Erin Litteken

Editore: Piemme, 2022

Traduzione: Elena Cantoni

Genere: romanzo storico

Ambientazione: Stati Uniti 2004, Ucraina anni '30

Pagine: 396

Prezzo: 18,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

martedì 28 marzo 2023

RECENSIONE: MARINA MARAZZA - IO SONO LA STREGA

Sinossi:

Milano, 5 marzo 1617. Qual è il confine tra giustizia e delitto?

Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire. La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere. Qui, l'accusa di aver «affatturato» l'anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l'anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere. Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione di ricerca storica, ricostruzione d'epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?

 

Commento:

Appassionante. È questo l'aggettivo che più mi sento di associare a questo libro. Questa biografia romanzata, frutto di minuziosa ricerca storica e bibliografica ed insieme di grande passione narrativa, racconta la storia di Caterina da Broni, una delle più famose donne italiane processate per stregoneria ed arse al rogo nel 1600. Il ritratto che emerge da queste pagine è bellissimo e controverso: fin da bambina, Caterina si è sempre dimostrata intelligente, pronta ad apprendere, ma anche a sopportare. Mi ha colpito molto, all'inizio del romanzo, il misto di dolore, accettazione, dignità e voglia di rivalsa di questa bambina del popolo di fronte ai soprusi del borioso nobile di turno, caratteri della sua personalità che conserva e se possibile acutizza fino alla fine della sua vita. È come se questa donna, abusata, maltrattata, provata da mille angherie eppure sempre consapevole di sé e pronta a tutto per raggiungere i suoi obiettivi e preservarsi, non perdesse la capacità di stupirsi di fronte ad ogni sopruso e, di conseguenza, non perdesse la fede nella bontà delle persone, nonostante tutto. C'è qualcosa in lei - e nel modo di raccontarla di Marina Marazza – che colpisce, incanta ed avvince. Un romanzo che si divora in un baleno, che vale la pena di essere letto, una donna che merita di essere conosciuta. Straconsigliato.

 

Opera recensita: "Io sono la strega" di Marina Marazza

Editore: Solferino, 2020

Genere: romanzo storico

Ambientazione: Nord Italia, fine 1500-inizio 1600

Pagine: 480

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

domenica 26 marzo 2023

RECENSIONE: JOSEPH CONRAD - CUORE DI TENEBRA

Sinossi:

Marlowe riceve l'incarico di sostituire un capitano fluviale ucciso dagli indigeni nell'Africa centrale. Si imbarca su una nave francese e, giunto alla stazione della compagnia, vede come gli indigeni muoiano di stenti e di sfruttamento. Dopo un lungo viaggio di duecento miglia sul fiume rintraccia Kurtz, un leggendario agente capace di procurare più avorio di ogni altro. In realtà Kurtz, uomo solo e ormai folle, è quasi morente. Viene convinto a partire, ma muore sul battello che lo trasporta, dopo aver pronunciato un discorso che non può nascondere "la tenebra del suo cuore".

 

Commento:

Riconosco il valore di questo classico di fine Ottocento, le suggestioni dell'ambientazione creata dall'autore, persino la profondità di alcuni passi… ma purtroppo devo ammettere che non mi ha coinvolta. Non mi sono sentita a mio agio neanche per un attimo fra queste pagine, non sono riuscita a calarmi nel contesto né ad appassionarmi alla storia. Sarà che non è propriamente il mio genere, sarà che forse non era il momento per me di apprezzare un racconto così allucinato, ma ho davvero faticato a seguirne l'evoluzione. Lo consiglio a chi potrà apprezzare un classico del genere avventuroso, non a chi cerchi una narrazione salda e lineare.

 

Opera recensita: "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad

Editore: Bur, ed. originale 1899

Traduzione: G. Spina

Genere: avventura, classico

Ambientazione: Africa

Pagine: 124

Prezzo: 9,00 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 5,5.

  

giovedì 23 marzo 2023

RECENSIONE: PATRIZIA RINALDI - GUAIO DI NOTTE

Sinossi:

A Napoli un guaio molto brutto si dice “guaio di notte”, perché di notte qualsiasi imprevisto si complica. Succede quando la Signora, alla guida di un suv dai vetri oscurati, raccoglie Andrea dalla strada, malmenata e rotta. Due sconosciute che si annusano, e si riconoscono: entrambe devono ricominciare da capo. La Signora, segnata da mille cicatrici, è napoletana, porta con eleganza i suoi sessantotto anni e, ora che il marito è morto, sta scoprendo i suoi neri segreti. Come parziale risarcimento per le offese della vita ha scelto una Glock 17. Andrea, lineamenti asiatici, è una ragazza bellissima dal corpo androgino. Sotto i vestiti da uomo nasconde il proprio passato. Le due viaggiano verso Nord, in fuga da tutto, forse anche da se stesse. Approdano, per rifocillarsi, in un lussuoso albergo nelle campagne toscane. Ma la quiete dura poco: in una delle pozze termali vicino all’hotel viene ritrovato il cadavere di uno degli ospiti. La polizia è in alto mare, così la Signora e Andrea, a corto di soldi, si reinventano detective private e si lanciano a risolvere il caso. I guizzi geniali e la natura camaleontica si riveleranno armi potenti, che però potrebbero non bastare. Patrizia Rinaldi porta in scena una storia che sembra fondere Holmes & Watson con Thelma & Louise. Tra giallo e commedia nera, scivoleremo in uno spassosissimo intreccio degli equivoci, dove nessuno è davvero chi dice di essere e, come nella vita vera, chiunque indossa una maschera per celare ossessioni e desideri inespressi.

 

Commento:

Patrizia Rinaldi è tornata in libreria con nuovi, interessanti personaggi ed una nuova storia che potrebbe essere la prima di una nuova serie... e già questa è una bella notizia. Aggiungo che "Guaio di notte" è anche un bel libro – non propriamente giallo e non esattamente noir – e so che tutti i suoi lettori ne saranno lieti come lo sono stata io nel leggerlo. Confesso che quando ho cominciato la lettura ho provato la stessa ansia che mi aveva colta all'inizio del primo giallo con Blanca: uno stile non comune, per nulla facilitante, si aggiungeva (e si aggiunge anche in questo libro) a personaggi, ambientazioni e contesti sconosciuti. Ma, in questo libro come in quello, basta poco per farsi venire la voglia di saperne di più: bastano poche pagine per restare intrigati dall'incontro fortuito tra Andrea – che non si chiama Andrea e non si sa bene se sia un uomo o una donna – e la Signora, che tanto signora poi non sembra… e la curiosità aumenta ad ogni scoperta, l'ansia dell'ignoto diminuisce ad ogni pagina e si fa presto a rimanere avvinti dalla storia. Andrea e la Signora, poi, non sono personaggi banali: hanno un'indagine da fare – per la quale non avrebbero alcun titolo né alcuna competenza conclamata – e tanto da dire. A lettura conclusa rimane la voglia di ritrovarle per sapere di più del loro passato e per scoprire che piega prenderà il loro incerto futuro insieme. Un libro cupo, questo di Patrizia Rinaldi, come cupi sono certi antri delle vite altrui in cui sono custoditi i segreti inconfessati; tortuosa è la storia della Signora e di Andrea, come tortuosi sono i meandri di una vita fatta di scelte… scegliere di chiudere gli occhi o ribellarsi, scegliere di farsi soggiogare o restare libere, scegliere di fuggire o di restare? Fidarsi oppure no? Ed anche ora, qui, in questo incontro strano di due vite parallele, entrambe dovranno scegliere… o forse scegliersi. Consigliato, certo che sì.

 

Opera recensita: "Guaio di notte" di Patrizia Rinaldi

Editore: Rizzoli, 2023

Genere: giallo

Ambientazione: Toscana

Pagine: 324

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

martedì 21 marzo 2023

RECENSIONE: KRISTEN ARNETT - CON I DENTI

Sinossi:

Sammie Lucas ama suo figlio, certo che lo ama. Ma non lo capisce, in qualche modo lo teme. Samson è un bambino sempre imbronciato, che si oppone ostinato a qualunque tentativo della madre di cercare la sua complicità, di approfondire il loro legame. Incerta riguardo ai propri sentimenti, consapevole di non essere in alcun modo ricambiata, Sammie fa comunque del suo meglio per portare avanti le cure materne - cucina per lui, lo aiuta a fare compiti e lavoretti scolastici, lo accompagna ovunque - ma, al contempo, non riesce a evitare di accumulare risentimento nei confronti di Monika, la donna forte che ha sposato e che è sempre più assente dal loro ménage. E mentre Samson cresce, passando dall'essere un bambino scorbutico a un teenager spietato, la vita di Sammie comincia a indulgere in comportamenti sempre più disordinati, e la sua determinazione a creare una perfetta famiglia arcobaleno si sfalda. Quando l'ostilità in casa degenera a un punto di non ritorno, Sammie deve venire a patti con il suo ruolo di madre e moglie, non più necessariamente disposta a ricomporre quello che era un presunto idillio. Pieno di calore e ironia, "Con i denti" ci offre un punto di vista insolito sulle articolate dinamiche all'interno di una famiglia, un ritratto del delicato tessuto che la compone, e dei molti modi in cui si può finire per lacerarlo.

 

Commento:

Il bello dei romanzi, in fondo, qual è, se non raccontarci mondi possibili, ma anche scelte possibili e situazioni che, se traslate nel nostro vivere quotidiano, potrebbero verificarsi con le dovute differenze? È quel che ho pensato quando ho finito di leggere "Con i denti" di Kristen Arnett: una storia senza lieto fine, una storia lontana dalle vite e dalle esperienze di molti di noi, ma in fondo quanto, poi, lontana? A me questo libro è piaciuto perché descrive con grande lucidità il declino triste ed inesorabile di una donna troppo sola con la sua inadeguatezza ed incapace di riconoscere d'aver bisogno d'aiuto e quindi di chiederlo; descrive il lacerarsi di un rapporto madre-figlio che dovrebbe, per natura, essere solo d'amore; descrive, poi, l'incapacità di una compagna di guardare verso le difficoltà dell'altra, di uscire dal proprio egoismo e tendere una mano. Una storia non facile, affatto calorosa o ironica – come riporta la quarta di copertina – ma anzi triste e foriera di riflessioni… per chi vorrà coglierli. Consigliata.

 

Opera recensita: "Con i denti" di Kristen Arnett

Editore: Bollati Boringhieri, 2023

Traduzione: Benedetta Gallo

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Florida, Stati Uniti

Pagine: 288

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

  

domenica 12 marzo 2023

RECENSIONE: JUAN GOMEZ-JURADO - IL PAZIENTE

Sinossi:

Il dottor Evans è uno dei migliori neurochirurghi d’America, ma è prima di tutto un padre. Una sera, tornando a casa dal lavoro, si accorge subito che qualcosa non va. L’abitazione è vuota. Sua figlia Julia, sette anni, è scomparsa. Nel giro di poco, l’uomo si scopre vittima di un ricatto terrificante: se il suo prossimo paziente uscirà vivo dalla sala operatoria, la sua bambina morirà per mano di uno psicopatico. E il suo prossimo paziente non è un uomo qualunque: la persona che Evans deve uccidere se vuole rivedere sua figlia è il presidente degli Stati Uniti. Alla fatidica operazione mancano soltanto sessantatré ore, sessantatré ore che potrebbero cambiare il destino di milioni di persone. Inizia così un disperato conto alla rovescia. Fino a che punto si può arrivare per salvare una persona amata? Con la consueta maestria, Gómez-Jurado dà vita a un nuovo, avvincente intrigo che conquista il lettore a partire dalle prime pagine senza lasciargli più un attimo di tregua. Un ritmo frenetico, un senso dell’umorismo unico, una trama perfettamente congegnata: Juan Gómez-Jurado è tornato.

 

Commento:

Confesso che quando mi sono ritrovata tra le mani l'ultimo libro di Jurado (o meglio, l'ultimo tradotto in italiano, in realtà è stato scritto nel 2014), non avevo letto la trama e mi aspettavo un libro ambientato in Spagna, come gli altri che avevo già letto. Mi ha stupita non poco, perciò, rendermi conto che la storia era invece ambientata negli Stati Uniti, in particolare a Washington, non proprio la più comune delle città dove ambientare un libro. Il perché è stato presto spiegato: Washington è la capitale del Paese, nonché la sede della Casa Bianca, là dove risiede il Presidente degli Stati Uniti, l'uomo più potente del mondo, nonché uno dei personaggi di questo romanzo. È qui che lavora David Evans, giovane, arrogante e bravissimo neurochirurgo protagonista e voce narrante di questa storia: sarà lui a dover operare, a breve, proprio il Presidente in un'operazione super segreta e con altissimi rischi e protocolli di sicurezza. Ed è proprio in ragione di quest'intervento che Julia, la figlioletta di David, viene rapita. Da chi? Ma dal Signor White, ovviamente… Come e perché? Dovrete scoprirlo da voi leggendo il romanzo. Chi ha già letto la trilogia di Regina rossa, con Antonia Scott e l'ispettore Gutiérrez sicuramente ricorderà chi è White, saprà di che tipo d'uomo stiamo parlando… Agli altri il "piacere" di scoprirlo. Ciò che posso dirvi è che se non avete ancora letto la trilogia potrete tranquillamente leggere questo libro che non solo ne è una costola indipendente, ma è addirittura stato scritto prima dall'autore. A chi avesse letto la trilogia, invece, posso dire che qui ritroverà tutto ciò che abbiamo imparato a conoscere riguardo allo stile di Jurado, nonché la sua particolare capacità di tenerci incollati alle pagine senza sapere se ciò che stiamo leggendo ci stia piacendo o no, se sia originale o no, se bisogna empatizzare o no… Il libro alla fine mi è piaciuto, ma mi vengono dei dubbi anche su questo… sta di fatto che l'ho letto senz'alcun rimpianto, anzi credo che, sebbene non originalissimo, vi ho trovato qualcosa di sottile e non banale che lo ha innalzato dalla normalità. Lettura, tutto sommato, piacevole.

 

Opera recensita: "Il paziente" di Juan Gomez-Jurado

Editore: Fazi, 2023

Traduzione: Elisa Tramontin

Genere: thriller, seriale

Ambientazione: Stati Uniti

Pagine: 432

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.