Sinossi:
Il nuovo caso arriva nelle
mani di Cormoran Strike in una buia serata d'agosto, davanti al mare della
Cornovaglia, mentre è fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a
Robin, la sua socia. In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una
sconosciuta che gli chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot
Bamborough, avvenuta per giunta quarant'anni prima. Un cold case più complesso
del previsto, con un serial killer tra i piedi e un'indagine della polizia a
suo tempo molto controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e
piste scuramente intrecciate.
Commento:
Sangue inquieto, quinto
capitolo della bellissima serie Le indagini di Cormoran Strike, è un giallone
lungo e corposo su cui ho un'opinione quantomai controversa. Adoro tutto di
questa serie, i protagonisti, i comprimari, il modo di indagare lento e pacato,
le descrizioni di luoghi, eventi e personaggi in modo a dir poco puntuale, la
cura dei dettagli, persino la lunghezza dei romanzi che permette di dedicare
alla lettura il giusto tempo… stavolta, però, in più punti mi sono sentita
persa, smarrita, persino sul punto di chiudere il libro e rimandare la lettura
ad un altro momento… cosa impensabile, per quanto mi riguarda, per un poliziesco.
Il problema principale che poi racchiude tutti gli altri, a mio parere, è che Galbraith
– alias J. K. Rowling, lo ricordiamo per i più smemorini – ha decisamente voluto
strafare: un tomo di più di mille pagine con quella narrazione lenta che tanto
mi era piaciuta nei romanzi precedenti, ma anche con una quantità di
personaggi, storie, cambi di versione, ricordi mutevoli… decisamente difficile
da seguire e da gestire. Ho avuto, in più punti, l'impressione che ci fosse uno
stallo nella trama, non vedevo vie d'uscita. Il finale, poi, l'ho trovato
sorprendente, sì, ma non incisivo quanto avrei sperato dopo cotanto impianto
narrativo… per capirci, avrei voluto qualcosa che mi facesse saltare dalla
sedia, che mi facesse pensare "ah, ecco dove voleva arrivare, magia
magia!"… non l'ho trovata.
Ecco, dopo questa sfilsa
di considerazioni non propriamente esaltanti, vengo ora a dirvi che il romanzo
mi è comunque piaciuto. Cosa mi sia piaciuto di preciso non lo so neanch'io, ma
non mi sento di dire che sia un flop, una battuta d'arresto né tantomeno che
abbandonerò la serie. Anzi, continuerò a leggere i volumi che arriveranno con
la stessa voracità, ad attenderli con la stessa trepidazione, sebbene anche con
un pizzico di timore in più per ciò che mi attenderà. Strike e Robin li ho
trovati in sintonia come e più del solito, il cold case era interessante
sebbene vi prendessero parte troppi personaggi… dai, tutto sommato, non un
cattivo libro.
Opera recensita:
"Sangue inquieto" di Robert Galbraith
Editore: Salani, 2021
Genere: giallo, seriale
Ambientazione: Inghilterra
Pagine: 1104
Prezzo: 24,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.