Sinossi:
Maria e Nicola sono una
coppia rodata, lui pilota di aerei, cuoco e genero perfetto (per quanto esprima
la sua ansia in dolori notturni che gli stringono il corpo), lei un po’ meno
perfetta, una di quelle donne che in borsa non trovano mai nulla e che, soprattutto,
molti anni prima ha ucciso Estate, sua sorella. La famiglia di origine si è
strutturata intorno a questo lutto, il padre ha smesso di andare in ufficio, la
madre si è sforzata di avere rapporti con lei, la figlia rimasta. Dopo aver
passato anni a vivacchiare senza uno scopo, dopo il classico periodo a Londra,
Maria ha messo su un eccentrico negozio: i clienti vanno da lei perché pensi e
compri per loro regali importanti per persone che lo sono altrettanto. Il suo
lavoro consiste nel confezionare l’amore e l’affetto con un bel fiocco, per chi
non ha il tempo di farlo. La vita di Maria però, sempre in bilico, un giorno si
incrina definitivamente: in ventiquattro ore, il tempo di quattro pasti, ha un
negozio che non vuole, un compagno che non riesce a lasciare, e una scoperta
che la porterà a riconsiderare tutto ciò che la circonda. In un romanzo che
lega un tono leggero a una sconcertante franchezza, Erica Mou demolisce la
retorica zuccherosa delle relazioni d’amore e racconta come dietro ogni coppia perfetta
possa nascondersi un doppio fondo inaspettato.
Commento:
Per quanto si tergiversi,
per quanto lo si ritardi, arriva sempre… arriva per tutti, il giorno prima della
Decisione, di quella scelta che imprimerà una nuova, definitiva direzione alla
nostra vita. È lo squarcio del velo di nebbia, è l'esplosione della bolla
protettiva, di apparente impenetrabilità, dentro cui ci siamo trincerati per
sopravvivere. È il giorno che precede, segna il passo e propizia la scossa
tellurica che in superficie appare leggera, impercettibile, ma che dentro
stravolge, sconvolge, fa sì che i fondali marini diventino montagne.
Maria, la giovane donna
protagonista di queste pagine, ci conduce attraverso lo squarcio, ce ne mostra
i detriti, si sofferma sulle cause originarie andando indietro, indietro,
indietro, ma fissa anche lo sguardo su quelle cose che sono lì in bilico e che,
alla prima avvisaglia di assestamento della terra, potrebbero infrangersi al
suolo senza poi troppo fragore. Così, attraverso gli occhi disillusi e saturi
di Maria guardiamo la cortesia artefatta e troppo perfetta del compagno Nicola,
la superficie scivolosa delle conversazioni con sua madre Anna, il vuoto
cosmico del padre, Giuseppe, che si è ritirato in se stesso, preda della sua
trincea di dolore. Dolore il cui peso, il cui blocco di marmo, si è posato
inesorabilmente sullo stomaco di una Maria piccola, una bimba di tanti anni fa,
quando sua sorella Estate moriva. L'assassinio di questa bambina è uno spettro
ingombrante, è una sacca d'aria compressa destinata ad espandersi, che ci
accompagna per tutto lo scorrere delle pagine così come ha accompagnato
l'intera vita di Maria, fino ad oggi, fino al momento in cui guarda il
calendario del telefono e legge:"17:00: dottore", fino al momento in
cui finalmente Maria dovrà fare i conti con questo dolore. Prima di andare a quell'appuntamento,
Maria avrà il tempo di fare i conti con molte altre cose, l'amore, l'amicizia,
gli affetti, il suo negozio di amore confezionato per pigri e insicuri, la
stabilità, le aspettative degli altri… A noi non resta che nuotare accanto a
Maria in ciò che resta di questa bolla liquida che attutisce i suoni, gli odori,
i contatti , seguire le sue parole apparentemente lievi come onde che sembrano
lambine la roccia e in realtà la corrodono passaggio dopo passaggio… non
possiamo far altro che riflettere sulla sua, ma anche sulla nostra vita, modellata,
levigata, corrosa giorno dopo giorno dai compromessi e dalle rinunce cui
cediamo spazio per continuare, in qualche modo, a sopravvivere.
Opera recensita:
"Nel mare c'è la sete" di Erica Mou
Editore: Fandango, 2020
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Bari
Pagine: 221
Prezzo: 16,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8
Colonna sonora: Sibylle Baier.
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