Sinossi:
La mia vita con Dalí racconta una storia:
l’incontro tra due destini che hanno saputo sconcertare il mondo, che lo hanno
reso più visionario, che hanno cambiato il modo di pensare la parola «amore».
«Da questo momento non ci lasceremo mai, lo sa?»
Con queste parole
Salvador Dalí saluta Amanda Lear dopo il loro primo pranzo insieme a Parigi. Si
erano conosciuti soltanto la sera prima, un giorno d’ottobre del 1965, in un
ristorante di rue Princesse: lei giovane studentessa di Belle Arti che aveva da
poco cominciato a posare come modella per pagarsi l’affitto e le lezioni di
disegno; lui genio indiscusso del surrealismo all’apice del successo
internazionale. Le prime impressioni che l’artista sortisce su Amanda Lear non
sono affatto lusinghiere, lo considera presuntuoso nei suoi modi cerimoniosi e
ridicolo con quei suoi baffi impomatati, ma il fascino che emana la sua figura,
la sua estrema vitalità, il suo modo di osservare la realtà finiscono per
conquistarla. «Lei ha proprio un bel cranio» sarà il primo, bizzarro
complimento che le rivolgerà: nessuno le aveva mai detto che aveva un bel
cranio. Comincia così una relazione che durerà più di quindici anni: Amanda
Lear diventerà per Salvador Dalí una «musa», un «angelo», un «papavero
orientale» da proteggere, amare e trasfigurare nei suoi dipinti.
Commento:
"La mia vita con Dalí": un titolo chiaro,
cristallino, che annuncia esattamente quello che sarà raccontato nel romanzo.
La modella, cantante, showgirl Amanda Lear racconta, in queste pagine intime,
personali, eppure in qualche modo pubbliche, quindici anni di vita con accanto Salvador
Dalí, uno degli artisti – degli uomini – più geniali e controversi del suo
tempo. Istrionico, affascinante, visionario, presuntuoso, megalomane e pure un
po' folle, ma a suo modo premuroso ed affettuoso, Dalí fu uno dei massimi
esponenti del surrealismo, nonché un ricco, chiacchierato, osannato e denigrato
viveur del mondo negli anni '60 e '70; un uomo che amava possedere oggetti
particolari, anche mastodontici, che però lui considerava "belli; un uomo
che amava circondarsi di persone singolari, che lo divertissero o lo
sorprendessero, in una corte personale che somigliava più ad un circo. E per un
lungo, lunghissimo periodo, una delle persone che Dalí volle al suo fianco fu
proprio Amanda Lear. Oltre ad una miriade di curiosità sull'artista, in questo
libro scopriamo un lato inedito e molto personale di un'artista poliedrica che
fece molto parlare di sé: una donna volubile eppure indipendente, assennata
eppure capace di grossi colpi di testa, dalle passioni travolgenti eppure
restia ad abbandonarsi alla felicità. In questo libro ritroviamo uno spaccato
di un ventennio di grandi cambiamenti, visto dalla posizione privilegiata di
chi ha potuto viverlo dall'interno, a tutto tondo e può oggi fornirci, col
distacco dato dal tempo e la dolce malinconia dei ricordi, un quadro
dettagliato di un mondo variopinto ed insidioso del quale la maggior parte di
noi ha potuto cogliere solo scorci fugaci. Una biografia/autobiografia intensa,
questa tracciata dalla Lear, fatta di alti e bassi, pagine di grande intensità
e persino tenerezza alternate ad altre di scarso interesse quando non
addirittura ridondanti. Non saprei, a dirla tutta, se consigliare la lettura di
questo libro… non sono riuscita a farmene un'opinione definita poiché l'ho
apprezzato solo a tratti. Perciò leggetelo, sì, ma solo se vi interessa o vi
cattura: non lo definirei una lettura amena o un passatempo che tenga
compagnia, non è così scorrevole. Per quanto mi riguarda è stata, in ogni caso,
una lettura discreta.
Opera recensita:
"La mia vita con Dalì" di Amanda Lear
Editore: Il saggiatore,
2023
Genere: autobiografia
Pagine: 360
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 7.
Nessun commento:
Posta un commento