Sinossi:
Otranto, città inquietante magica e simbolica, centro
culturale di grande importanza per tutto il Medioevo. Il 12 agosto 1480,
ottocento cittadini che avevano rifiutato di convertirsi all'Islam, furono
giustiziati dai saraceni: i martiri di Otranto. La leggenda vuole che i loro
corpi, benché lasciati inseppelliti, non si decomponessero. Da allora Otranto è
considerata città di fantasmi, di apparizioni. Alle prese con il restauro del
mosaico che ricopre il pavimento della celebre cattedrale, la giovane olandese
protagonista del romanzo, vivrà una storia d'amore sospesa tra la realtà e il
sogno.
Commento:
Da tempo ho una teoria: c'è una luce speciale, accecante e
totalizzante, che si percepisce solo a certe condizioni, in certi orari, a
determinate latitudini. È una luce in grado di confondere, destabilizzare, far
perdere la bussola e la lucidità. Io l'ho percepita solo in certi pomeriggi
assolati qui al Sud, ed in certi libri ambientati in India, in Sud America, al
Sud Italia… e tutti hanno in comune una certa dose di magia, di malia, di
follia. Ebbene, questo libro di Roberto Cotroneo ne è letteralmente ammantato.
Ma vi è di più: in un certo qual modo l'autore, soprattutto nelle pagine
iniziali, sembra proprio confermare questa mia teoria. Anche la protagonista,
infatti, arrivando ad Otranto cerca, percepisce, è avvolta, stordita, stregata
da quella luce… una luce in grado di far impazzire. E sono molte le
sollecitazioni cui è sottoposta la restauratrice olandese giunta in città per
occuparsi del celebre mosaico della Cattedrale, molte delle quali trovano
appiglio nella sua mente a causa del suo vissuto, di fatti accaduti nella sua
vita che costituiscono nodi ancora irrisolti. Suggestioni che, inevitabilmente,
trovano terreno fertile in un contesto come quello di Otranto, col suo portato
di sangue, segreti, storie misteriose, presenze ed assenze, tanto che pare
proprio essere la città e la sua gente a scatenarle, quasi ad aprire porte mai
realmente chiuse, a favorire comunicazioni e passaggi tra passato e presente,
tra questo mondo ed un altro. Il libro di Cotroneo è fortemente evocativo ed ha
una connotazione visionaria, allucinatoria, trascendentale molto potente: la
scrittura è in grado, con la sola forza delle parole e delle immagini evocate,
di trasportarci dentro la mente della protagonista, di suggestionarci, di
disorientarci e farci vedere tutto con i suoi occhi. Tuttavia, soprattutto
verso la fine, il rischio è che la storia perda aderenza con la realtà
diventando troppo metafisica, finendo per frustrare il lettore che la
percepisce come fuori dalla sua portata, dalla sua capacità di comprensione.
Questo, almeno, è quanto è accaduto a me: se per buona parte del libro la
storia mi ha affascinata, avvinta ed ammaliata, nella seconda metà ho cominciato
a perdere interesse perché tutto diventava per me troppo confuso, surreale,
onirico, quasi incomprensibile. Ne consiglio, in ogni caso la lettura e non
escludo di rileggerlo io stessa in futuro, giacché rende vivide, con
grandissima perizia, sensazioni vissute raramente nella vita reale, nonché lo
spaesamento e le conseguenti emozioni vissute dalla protagonista. Un libro
importante, da non sottovalutare e da non perdere se amate gli autori del
realismo magico sudamericano, le indagini etnografiche di De Martino e le
atmosfere di Passaggio in India di Forster.
Opera recensita: "Otranto" di Roberto Cotroneo
Editore: La nave di Teseo, 2022 (prima ed. 1997)
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Otranto
Pagine: 224
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
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