Sinossi:
Alexandra Ludd, attrice e
donna affermata, è appena rimasta vedova. Il marito Ned, un critico teatrale
molto in vista, è morto inaspettatamente a causa di un infarto nella loro
bella casa di campagna, mentre lei si trovava a Londra. Fino a quel momento il
rapporto tra i due sembrava felice e privo di ombre, e ora Alexandra è
sconvolta, ma una serie di strani dettagli la obbliga a porsi delle domande:
accenni di indizi e mezze parole nel giro di pochi giorni si concretizzano in
una verità che sovverte ogni sua convinzione in quanto donna, madre e artista.
Una rivelazione dopo l’altra, la protagonista giunge alla definitiva presa di
coscienza: le sue amicizie erano false, tutte le sue peggiori paure avevano un
fondamento, Ned aveva una vita parallela di cui lei era totalmente all’oscuro.
Un libro estremo, esagerato, sostenuto da una scrittura che si muove con
sicurezza sul sottile discrimine fra tragedia e ironia e che, attimo per
attimo, sembra seguire, più che costruire, il passaggio della protagonista dall’umiliazione
alla vendetta. Le peggiori paure spiazza e coinvolge il lettore, tenendolo
avvinto fino all’ultima pagina in un crescendo di colpi di scena in cui la
complicità e le competizioni femminili sono messe a nudo in un continuo
confronto di incomunicabilità con il fragile, ambiguo universo maschile.
Commento:
Se quello che è capitato ad
Alexandra Ludd, nella sceneggiatura immaginata da Fay Weldon, fosse capitato a
chiunque di noi, non saremmo di certo arrivati alla fine della storia, non
avremmo dimostrato il suo autocontrollo… saremmo esplosi molto prima. Ecco,
questo mi sento di affermarlo con una certezza prossima al 100% anche senza
conoscervi di persona, perché sebbene non sia una santa né la persona più
simpatica dell'universo, la quantità di falsità, umiliazioni, tradimenti
scoperti da Alexandra dopo la morte del marito Ned avrebbero indotto chiunque a
compiere atti inconsulti. Da donna bella, forse un tantino snob e di certo
troppo sicura di sé, l'attrice Alexandra Ludd si è trasformata in vedova indesiderata,
per nulla compatita e in molti casi persino detestata: una donna accampa
diritti su suo marito, si aggira nella sua cucina e porta a spasso il suo cane
come se fosse lei la padrona, le amiche sembrano sapere tutto
dell'insoddisfazione del marito morto, un'insoddisfazione di cui lei non
sospettava nulla; in più si aggiunge il fratello del marito che la tratta con
sufficienza se non quasi con aggressività e si mette a girare per casa disponendo
e decidendo. E più passano i giorni, più si scoprono altarini dei quali tutti
erano a conoscenza, tutti tranne lei, lei che tra gli amici passava per quella che
non si accorge mai di niente, tutta presa dal lavoro e da se stessa. Ed
evidentemente era proprio così, visto che di colpo Alexandra si ritrova in una
realtà che non conosce, che non le appartiene e che la fa sprofondare sempre di
più per quanto lei cerchi di recuperare terreno. Una parabola discendente
terrificante che la costringerà a prendere decisioni radicali, a malincuore, ma
con i migliori auguri a tutti. Le peggiori paure, lo scoprirà con terrore
Alexandra, qualche volta si possono avverare, ma può anche accadere che la
realtà si metta d'impegno per superarle. Una scrittura sicura, ironica, apparentemente
piatta ma in realtà mordace, che trasforma l'apoteosi della tragedia in un romanzo
grottesco in cui persino i dettagli sessuali più torbidi assumono una
connotazione sarcastica e surreale. Un libro godibile che dà molti spunti di
riflessione.
Opera recensita: "Le
peggiori paure" di Fay Weldon
Editore: Fazi, 2020
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Inghilterra
Pagine: 270
Prezzo: 16,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8
Colonna sonora sperimentata:
The Beatles.
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