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giovedì 28 maggio 2020

RECENSIONE: GIORGIO SCERBANENCO - VENERE PRIVATA


Sinossi:
"Il mondo di Scerbanenco è un mondo completamente nero e immobile. I romanzi di Scerbanenco non conoscono nessuno svolgimento. L'unico svolgimento riguarda il lettore, cui Scerbanenco somministra la realtà dei fatti a piccole dosi, poco per volta. Ma la realtà, l'orribile nera realtà c'è da sempre, è sempre quella e continuerà ad essere quella dopo che il teatrino del bene avrà chiuso il sipario. A chi, cittadino di questo disperatissimo mondo, non abbia propensione al suicidio, non restano che due vie: o la completa distrazione o l'assuefazione. La vita è una droga, o la combatti con altre droghe o l'assumi fino in fondo." (Dalla prefazione di Luca Doninelli). In appendice "Io, Vladimir Scerbanenko".

Commento:
Venere privata è il primo romanzo di Giorgio Scerbanenco con cui mi confronto e, a giudicare dai presupposti non incoraggianti (ne avevo cominciato un altro tempo fa, ma l'avevo lasciato lì in attesa di tempi migliori), è andata molto bene. Venere privata è il primo romanzo con protagonista il dottor, o meglio, ex dottor Duca Lamberti, è ambientato a Milano negli anni Sessanta e la differenza di epoca si sente e non poco (basti pensare alla concezione oltremodo dispregiativa degli omosessuali). Duca Lamberti è da poco uscito di prigione e non ha un lavoro: era medico, ma in seguito a ciò che ha fatto e per cui ha scontato la sua pena, non lo sarà mai più; l'amico Càrrua, in forze alla polizia, gli trova un lavoro presso il ricco ingegnere Auseri: Lamberti dovrà fare da medico, da carceriere e da amico al giovane figlio dell'uomo, che da un anno passa le sue giornate ad ubriacarsi e quando non è ubriaco è depresso e frustrato. Costretto dalle necessità, nonostante il lavoro sia tutt'altro che gradevole, Lamberti accetta e dimostra subito la sua competenza. In breve tempo riesce in ciò che al padre del ragazzo non era riuscito: si fa dire la causa del malessere interiore che divora il giovane, di cui l'alcolismo è solo un sintomo. Ciò che pian piano scoprirà lo porterà a condurre un'indagine clandestina su un pericoloso affare di tratta delle bianche, prostituzione con diramazioni in mezza Europa. Lamberti dimostrerà in molti frangenti un sangue freddo invidiabile, una gran capacità di capire e prevedere i comportamenti delle persone, un buon fiuto da poliziotto e una sua ruvida e schiva, ma preziosa sensibilità. Per chi, come me, non abbia mai letto Scerbanenco questo romanzo può essere un ottimo punto di partenza, a patto, però, di non farsi scoraggiare da un inizio tutt'altro che al cardiopalma: ho intuito che Scerbanenco è così, un Disel, parte in sordina ma stupisce cammin facendo finché ci si ritrova tramortiti senza nemmeno aver capito quando la storia ci aveva coinvolti. Perché? Perché i romanzi che hanno l'obiettivo di raccontare la dura, cruda, nera realtà sono così: niente effetti speciali, solo bieco realismo, forse talvolta appena appena forzato.


Opera recensita: "Venere privata" di Giorgio Scerbanenco
Editore: Garzanti, prima ed. 1966
Genere: noir, seriale
Ambientazione: Milano
Pagine: 246
Prezzo: 10,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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