Sinossi:
Giovanni è un uomo
affascinante, generoso e fallito. Candi è una donna bellissima che esagera con
il turpiloquio, con l'alcol e con l'amore. E Bianca? È la loro unica figlia,
che cresce nel disordinato appartamento della periferia bolognese, respirando un'aria
densa di conflitti e di un'inspiegabile ostilità materna. Fin da piccola si
rifugia nelle fiabe, dove le madri sono matrigne ma le bambine, alla fine, nel
bosco riescono a salvarsi. Poi, negli anni, la strana linea di frattura che la
divide da Candi diventa il filo teso su un abisso sempre pronto a inghiottirla.
Bianca attraversa così i suoi primi vent'anni: la scuola e gli amori, la
tragedia che pone fine alla sua infanzia e le passioni, tra cui quella per i
libri, che la salveranno nell'adolescenza. Negli anni Novanta, infatti,
l'eroina arriva in città come un flagello e Bianca sfiora l'autodistruzione:
mentre sua madre si avvelena con l'alcol, lei presta orecchio al richiamo della
droga. Perché, diverse sotto ogni aspetto, si somigliano solo nel disagio
sottile con cui affrontano il mondo? È un desiderio di annullarsi che in realtà
viene da lontano, da una tragedia vecchia di decenni e che pure sembra non
volersi estinguere mai: è cominciata nel Sonderbau, il bordello del campo di
concentramento di Buchenwald.
Commento:
Quanto c'è di non detto nell'animo di una donna? Quante
ferite, umiliazioni, insoddisfazioni ingoiate con sorsate amare di quieto vivere
l'hanno resa quella che è? Cosa c'è dietro la sciantosa dalla piega perfetta,
la vecchina che prepara biscotti e infusi alla frutta in una terrazza piena di
fiori, la giovane che cede all'illusione momentanea e chimica in cambio di
pezzi di sé? C'è tutto, un tutto che non si vede ad una prima occhiata, che
sfugge agli occhi giudicanti di moralisti e perbenisti. È di questo tutto,
diviso in due voci, che parla Biancaneve nel Novecento, l'ultimo, bellissimo
romanzo della scrittrice bolognese Marilù Oliva, Solferino 2021. Proprio a
Bologna vive Bianca, bambina negli anni '80, adolescente nei primi '90 e
giovane donna alle soglie del 2000. Seguendo la sua voce ci inoltriamo in un
percorso di crescita fatto di ostacoli, perdite, incomprensioni, di un padre
bello e inconcludente che se ne va troppo presto, di una madre matrigna,
perfetta solo in apparenza, ma con uno spillone immaginario pronto a pungere e
ferire; di un principe azzurro irraggiungibile e deludente; di insidie e
tentazioni che rischiano di deviarla dalla sua strada. Ma è tenace, Bianca, è
ribelle, si rifugia nei disegni, nei suoi piccoli tesori, certezze effimere
quanto necessarie, nei libri che divora, nelle storie che crea… e questa
ribellione, quest'alienazione la salva e la fa giungere acciaccata e provata
alla porta di un'altra voce, quella del ricordo e del passato. È la voce di
Lili che, nata in Francia nel primo dopoguerra, sposa un uomo che non conosce,
va a vivere fra persone che non si premurano di capirla e finisce all'inferno,
a Buchenwald, nel Sonderbau, il bordello in cui fa da premio per chi si
comporta bene. Quella di Lili, anche a distanza di decenni, è una voce intensa,
impossibile da ignorare, che commuove e smuoverebbe anche l'animo più indurito.
Due voci, le loro, tormentate e fievoli che racchiudono la
forza di chi credeva di non farcela, ma non ha mai smesso di lottare e alla
fine ce l'ha fatta. Due delle tante voci di donne raccolte dall'abile penna di
Marilù Oliva che, con maestria e grande sensibilità, tratteggia il buio
dell'animo umano donandogli luce. Non solo Bianca e Lili, dunque, ma anche
Candi, Manu, Dina, Rosa, la moglie di Gennà, Sophie… tutte voci deboli, se
prese singolarmente, ma che se unite sono in grado di creare un coro di
armonia: cantare la sofferenza, a volte, procura gioia e favorisce la
rinascita.
Opera recensita:
"Biancaneve nel Nove cento" di Marilù Oliva
Editore: Solferino, 2021
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Bologna,
anni '90-Germania, anni '40
Pagine: 352
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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