Sinossi:
Questo romanzo è la storia
dell’amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro,
per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta
dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e
nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i
piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta
e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po’
di frutta, di un pezzo di carne. Ma l’amore di Marie è impavido, indefettibile
– va oltre il tempo. Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e
bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in
cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e
tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere
un’essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.
Commento:
Si chiama Eugénie, proviene dalla miglior famiglia del
paese, in vista, rispettata ed altolocata, ma nessuno la chiama con il suo
nome, né con appellativi rispettosi come Signora o signorina… tutti la chiamano
solo Génie o Génie la matta. A raccontarci la sua storia e la sua vita è Marie,
sua figlia, quella che tutti chiamano Marie la bastarda. Questa ragazzina
schiva, solitaria che sta sempre appresso a sua madre anche quando lei la
scaccia bruscamente, è nata da una violenza, da uno stupro. Non sa chi sia suo
padre ed ha sempre vissuto sola, in una casupola diroccata sotto i salici,
nell'estrema periferia isolata dove vanno solo le bestie, con lei, Génie,
quella madre che ama oltre ogni dire. È proprio Marie a raccontarci la storia
di una madre che non era affatto matta, che lavorava più di un uomo nei campi e
nelle fattorie senza alcun salario se non gli avanzi delle tavole dei ricchi.
Génie ha sofferto in silenzio, portando il dolore della solitudine come una
cintura di forza, il rifiuto della società come un'armatura per resistere,
l'amore taciturno per quella figlia nata dal suo primo no come una fiammella di
luce nel buio della sera. La brusca, schiva, infaticabile Génie ha il coraggio
di far fronte alle decisioni, di lottare perché sua figlia abbia un'istruzione,
una possibilità, di credere infine che anche per lei ci sia una seconda chance.
Il suo coraggio è enorme dinanzi alla pochezza della società, dei moralisti e
benpensanti che, incapaci di guardare con benevolenza a chi non sottosta alle
loro regole, quando rialza la testa tentano ogni modo per schiacciarla di nuovo
nel fango e nella disperazione.
Pubblicato nel 1976 in Francia e proposto per la prima volta
nel 2022 da Adelphi per la traduzione di Ena Marchi, Génie la matta di Inès
Cagnati è un romanzo meraviglioso, un piccolo gioiello letterario che ci porta
indietro in un'epoca non lontana dalla nostra e in una società rurale, chiusa
ed ipocrita nella quale non ci sarà difficile ritrovare esempi conosciuti. La
scrittura, poi, merita una menzione a parte: asciutta, essenziale eppure a
tratti poetica e straziante, è parte stessa della storia. La voce di Marie che
racconta con la stessa placida forza solitudini e sogni non può lasciare
indifferenti. Lettura davvero valida, consigliata a tutti.
Opera recensita: "Génie la
matta" di Inès Cagnati
Editore: Adelphi, 2022 (prima
ed. originale 1976)
Traduttore: Ena Marchi
Genere: narrativa francese
Pagine: 184
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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