Sinossi:
Ushuaia, 1978. Cristina Torres è una bella ragazza
ventottenne che fa la guida alpina sui ghiacciai. Tornando a casa dopo
un’escursione scopre che la madre
è stata uccisa e il padre è scomparso, mentre un altro
misterioso omicidio avviene nella apparentemente tranquilla cittadina della
Terra del Fuoco. Tra
Cristina e il padre Roberto c’è un rapporto molto speciale
da quando l’uomo l’ha adottata all’età di cinque anni e l’ha educata con
infinito amore e dedizione
per farne il proprio “capolavoro”. Decisa a ritrovarlo a
tutti i costi, Cristina parte per un viaggio che la porterà dalla Patagonia
fino a Buenos Aires,
attraverso un paese oppresso dalla dittatura di Videla.
In parallelo seguiamo le vicende di Dominic Klammer, un
neurologo che nella Germania nazista prende parte al progetto dell’Aktion T4
nel castello di Hartheim,
cercando di contrastare il protocollo volto all’eliminazione
dei malati di mente. La sua è una lotta silenziosa, clandestina, che gli
permette di salvare
molte vite. Nel 1945, quando Berlino è assediata dalle bombe
e i russi sono alle porte, Dominic conosce la dolce Magdalena che lo salva
dalle macerie.
La sua vita è a una svolta.
A Buenos Aires, intanto, Cristina si stabilisce dall’amica
Manuela e continua le ricerche del padre e dell’assassino della madre, aiutata
in parte da Andrès,
un poliziotto di Ushuaia da sempre innamorato di lei.
Niklas, il fratello di Manuela, è un ragazzo dal fascino oscuro, ed è un membro
dei Montoneros, i
ribelli che organizzano azioni contro i militari: Cristina è
attratta da lui, al punto da mettersi nei guai.
Dalla Seconda guerra mondiale alla vicenda delle Isole
Falkland nei primi anni Ottanta, Cinzia Tani imbastisce con la consueta abilità
e passione una storia
in cui le vite dei protagonisti si snodano sullo sfondo di
una precisa, vivacissima ambientazione storica, tra colpi di scena e avventure,
in una vorticosa
rincorsa verso un finale mozzafiato.
Commento:
L’ultimo libro di Cinzia Tani è ambientato fra l’Argentina
di fine anni 70 e la Germania della Seconda guerra mondiale e racconta la
storia di un medico nazista impegnato negli esperimenti di eugenetica e di una
ragazza forte e tenace che fa i conti con la dittatura di Videla nella Buenos
Aires di trent’anni dopo.
Una storia intricata che si impernea su vicende storiche
molto complesse che coinvolgono molti Paesi e molte persone. Tutto comincia
quando Cristina Torres, una ventottenne che fa la guida per le escursioni sui
ghiacciai della Patagonia, trova il corpo della madre morta e tracce di sangue
del padre, Roberto, un uomo ricco e potente. L’uomo, però, sembra scomparso
così la ragazza si reca a Buenos Aires per cercarlo. Qui verrà in contatto con
una realtà della quale non sospettava nulla, complice l’isolamento in cui viveva
in Patagonia, e che la sconvolge. Cristina farà degli incontri che le
cambieranno la vita e scoprirà una verità difficile da accettare perché non
sempre coloro che crediamo di conoscere sono come appaiono.
“Il capolavoro” è un libro ben scritto e ben congegnato, con
una trama articolata ma tutto sommato plausibile, complicata ma non banale, in
grado di affrontare i temi storici con soddisfacente approfondimento. I
personaggi sono ben caratterizzati nello scorrere delle pagine e la prosa è
fluida e gradevole. Una lettura consigliata perché appassiona e fa riflettere
senza stancare o appesantire una storia che di per sé potrebbe già risultare
poco appetibile. Non sarà un capolavoro a dispetto del titolo, ma è certamente
un buon libro.
Opera recensita: “Il capolavoro” di Cinzia Tani
Editore: Mondadori, 2017
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Argentina-Germania-Italia
Pagine: 357
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: sì.
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