Sinossi:
Non si riassume un romanzo in un giorno come questo, un
giorno di molti "ho fatto tutto quello che potevo". Chissà se Bianca
ha fatto davvero tutto quello
che poteva, chissà se Paolo avrebbe potuto in qualche modo
trattenerla, e se Marco, quel Marco, la amava davvero. In questa storia
ordinaria l'amore è
un pretesto, l'esistenza un accidente quasi puro e noi
leggiamo e troviamo il nostro senso, ci sforziamo di dare spiegazioni puntuali,
siamo disposti a
emettere un giudizio che sia validissimo, universale. Siamo
così terreni, parziali, aggrappati disperatamente al solo patto possibile,
l'accordo tra due
innamorati di lusingarsi a vicenda e di farlo con poca grazia,
incuranti del resto del mondo. In un giorno come questo, non si riassume un
romanzo, lo
si scrive.
Commento:
Ho letto questo libro incuriosita dal titolo che riporta un
verso di una canzone degli Afterhours, “Bianca”. L’ho letto in una serata,
complice l’insonnia, e purtroppo penso che lo dimenticherò altrettanto
velocemente.
E’ la storia di Bianca, una donna tormentata, eternamente
infelice ed insoddisfatta, dipendente dai farmaci e dal senso di colpa. E’ la
storia di Paolo, il marito che non l’ha mai capita, colpevole solo di essere
troppo ordinario e gretto per lei che ha un’anima indomita. E’ la storia di
Marco, pieno di fobie e strane manie, che vede in Bianca un’opportunità. La coglierà?
Non lo sappiamo, forse sì e si ameranno per sempre nel loro equilibrio
traballante, forse no e si rincontreranno dopo vent’anni in vite invecchiate e
piene di rimpianti.
Tutto, in questa storia, è raccontato da molti punti di
vista: le voci dei protagonisti si alternano parlandoci di incertezza,
allucinazione e portandoci sempre sul filo esile tra genialità e follia. La
penna di Greta Rodàn appare da subito sicura ed estrosa, forse fin troppo
estrosa in alcuni punti; la trama subisce continui, piccoli e grandi scossoni
che la rendono instabile e poco accessibile a chi vorrebbe farla propria. La
stessa incertezza del finale destabilizza quell’appiglio nella vicenda che il
lettore ha conquistato a fatica… probabilmente quest’incertezza era voluta dall’autrice,
ma su di me ha avuto l’effetto di allontanarmi dai personaggi già abbastanza
sfuggenti.
Sono pochi i libri che non consiglio e quando lo faccio non
sono mai contenta, perché credo che, al di là del mio gusto personale, bisogna
sempre rendere merito a chi li ha scritti e pubblicati, e poi credo che ogni
lettore debba poter decidere da sé cosa non leggere, senza preconcetti o
condizionamenti. Tuttavia proprio non mi sento di consigliare questo libro… non
mi ha convinto e penso che ricorderò poco più di un vestito rosa, leggero e
lunghissimo o di una chitarra brandita come una spada.
Opera recensita: “Troppo bianca per restare” di Greta Rodàn
Editore: Milena edizioni, 2015
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: città italiana non definita
Pagine: 138
Prezzo: 8,90 €
Consigliato: no.
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