Sinossi:
Al centro di questo romanzo
c'è una figura di donna tenera, eppure volitiva, desiderosa di affermare la
propria individualità, disposta ad affrontare molto in nome della libertà di
amare l'uomo che ha scelto e destinata a veder naufragare il suo sogno contro
l'ostile rifiuto di una società schiava dei pregiudizi. La cornice è il dorato
mondo dell'aristocrazia newyorkese di fine secolo, un mondo brillante e
animatissimo che però condanna senza remissione alla solitudine chiunque voglia
sottrarsi alle sue convenzioni.
Commento:
Quando pensiamo ai romanzi dell'Ottocento, la nostra mente
va automaticamente al perbenismo inglese della Austen et similia… ma chi
l'avrebbe mai detto che anche al di là dell'Oceano la buona società fosse
altrettanto snob, pretenziosa e ammanierata? Personalmente l'ho scoperto grazie
a questo romanzo della scrittrice statunitense Edith Wharton, nota per essere
stata anticonformista rispetto al rigido codice imposto dalla New York bene di
fine Ottocento che qui ci viene descritto così bene. L'autrice ci regala un ritratto
realistico ed impietoso dell'"aristocrazia" newyorkese – le cui origini
tanto aristocratiche poi non erano – seguendo le vicende del giovane avvocato
Newland Archer e della contessa Olenska. Lui è un trentenne che sotto una maschera
di disciplina e irreprensibilità nasconde un animo ribelle e irrequieto; sta per
sposarsi con la giovane ed apparentemente semplice e angelica May Welland
quando incontra la giovane cugina di lei, Hellen Olenski, e pian piano se ne
innamora. Lei, Hellen, è una donna energica, volitiva eppure insicura, che nasce
con una tempra forte, ma che ha sofferto ed ha paura di scottarsi ancora.
Le premesse per un romanzo di livello ci sarebbero tutte,
però… a mio parere non è così. L'unica cosa che mi sento di salvare è
l'ambientazione e la descrizione accurata del contesto socio-culturale del
romanzo; per il resto la trama è debole e non decolla mai… non sono riuscita a
farmi piacere nessuno dei personaggi, troppo indecisi, troppo poco incisivi,
incapaci di scegliere, di vivere la propria passione. Neppure tra i personaggi
secondari ce n'è uno che mi abbia veramente colpita, togliendo la vecchia
Mingot che da sola non può reggere un romanzo di trecento pagine. Anche il finale,
sebbene spieghi cos'è stato delle vite di quasi tutti i protagonisti, non rende
giustizia ad una storia che quasi non esiste. Perciò, con tutta la mia
delusione, lo consiglio solo a chi, interessato dai romanzi dell'Ottocento,
voglia fare un confronto con altri contesti ed altre ambientazioni… nulla di
più.
Opera recensita: "L'età dell'innocenza" di Edith Wharton
Editore: Corbaccio/Bur/Newton Compton, ed. originale 1920
Genere: letteratura americana
Ambientazione: New York, XIX secolo
Pagine: 323 (ed. Bur 2008)
Prezzo: 9,00 € (Ed. Bur 2008)
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6.
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