Sinossi:
Nell’Islanda degli anni
Sessanta una donna dovrebbe solo gestire la casa e occuparsi dei figli. O, al
massimo, ambire al titolo di Miss Islanda. E questo vale anche per Hekla, la
splendida ragazza che è appena arrivata a Reykjavík da un angolo remoto dell’isola.
In tanti le suggeriscono di partecipare al prestigioso concorso di bellezza, ma
i suoi sogni non prevedono fornelli, pannolini o coroncine: Hekla vuole
diventare una scrittrice. Non basteranno un buon impiego, un gatto o l’amore di
un poeta a farle cambiare idea. Perché Hekla, che porta il nome di un vulcano,
ha un cuore inquieto e in sé la forza di un fiume di lava incandescente.
Cielo in fiamme, pioggia di
cenere, macigni di lava: Hekla è solo una bambina quando suo padre la conduce
lontano da casa, fino alle pendici del vulcano di cui porta il nome. È
un’eruzione spettacolare che interrompe un secolo di quiete, quella del 1947.
Un evento eccezionale per l’Islanda, ma anche per Hekla, che da allora ha negli
occhi la meraviglia di chi ha scoperto il mondo e guarda sempre in alto,
sperando di scorgere altri cieli. Con quello stesso sguardo sognante, a ventun
anni Hekla decide di lasciare i prati di Dalir, tanto vasti quanto sterili per
un desiderio come il suo. Perché Hekla vuole diventare una scrittrice, e solo
nella capitale potrà frequentare gli ambienti letterari e avere contatti con le
case editrici. Hekla ha talento, ma c’è un ostacolo insormontabile: è una
donna, e «i poeti sono maschi». Come tutte, Hekla dovrebbe sposarsi e occuparsi
dei figli. E soffocare ogni ambizione, come ha fatto Ísey, l’amica d’infanzia
sua coetanea, che si è trasferita a Reykjavík per il marito ed è già madre.
Quando arriva in città, Hekla va a vivere da DJ Johnsson, il suo piú caro
amico, con cui condivide la fame di sogni e libertà. DJ è omosessuale, e sente
di non avere un posto in quell’Islanda ottusa degli anni Sessanta, che lo
disprezza e lo respinge. Mentre lui lavora come marinaio, la ragazza trova un
impiego all’Hotel Borg. Qui la sua bellezza non passa inosservata: uno dei
clienti recluta candidate per Miss Islanda e le offre a piú riprese di
partecipare al concorso; un altro è il poeta Starkaður, che di lei si è
innamorato perdutamente. Ma Hekla ha il coraggio che serve a rifiutare una
fascia da Miss o un destino imposto. Perché sa che solo attraverso la scrittura
può essere libera, e trovare finalmente una «stanza tutta per sé».
Commento:
Hekla porta il nome di un vulcano, e come un vulcano il suo
essere erompe con forza in ogni momento della sua vita: Hekla non è una donna
come le altre, non è succube di nessun uomo, non accetta passivamente il
destino che tocca in sorte ad ogni donna islandese. Hekla non ci sta a soffocare
le sue aspirazioni nella vita da casalinga, né a farsi usare come reginetta di
bellezza, palpata, valutata, osservata come la frutta al mercato. Hekla ama i
libri, le parole, la libertà: lei non vuole diventare qualcuno, è già una
scrittrice. Macina frasi, appunta versi, immagina paesaggi e storie in ogni
momento del giorno e della notte, anche mentre è con un uomo. Nessuno se ne
accorge, non perché lei nasconda ciò che è, ma perché intorno a lei la società
maschilista e intollerante verso qualunque forma di diversità è troppo cieca
per vedere. Vedere ed accettare che lei non è come le altre, che non passa le
giornate alla finestra con una nidiata di figli accontentandosi di guardare il
mondo da dietro un vetro, vedere tutto questo costa troppa fatica… e con chi
potrebbe mai affiancarsi una donna come Hekla se non con un'altra anima affetta
dal suo stesso cruccio? Se è vero che le anime affini si trovano, sarà questo
il motivo per cui Hekla non riesce a staccarsi da DJ Johnsson, il suo migliore
amico, un giovane omosessuale: anche e più di Hekla, DJ soffre la sua condizione,
soffre per non essere accettato, soffre per non poter vivere la propria
sessualità in modo aperto, normale. E come potrebbe non soffrirne? Lo chiamano
"l'invertito", quello a cui piacciono i bambini, l'"anormale".
Ma Hekla e DJ non ci stanno a sopprimere le proprie inclinazioni senza provare
a cambiare le cose: prendono il coraggio a due mani e partono. Non sarà facile,
ma loro non faranno come Isey, l'amica di Hekla, che pure ama scrivere, ma che
è troppo debole per non sottomettersi all'ottusità del marito. Non sarà facile,
no, ma almeno loro due, il vulcano e il marinaio, ci avranno provato.
Un libro ricercato, singolare, studiato. Una prosa fatta di
continui richiami colti, alla poesia, alla storia nazionale, alla musica… Ava Ólafsdóttir
Auður riesce, in questo libro, a trasmetterci tutta la forza di un'idea di
femminilità anticonformista e controcorrente in un periodo in cui esserlo era
realmente difficile; lo fa con le parole, con i sottintesi. Non è tutto
scritto, in queste pagine: bisogna immedesimarsi, andare al di là delle parole,
scavare nel non detto per trovare l'essenza di ciò che l'autrice, raccontando
la storia di Hekla, ha voluto dire a tutte noi.
Opera recensita: "Miss Islanda" di Ava Ólafsdóttir
Auður
Editore: Einaudi, 2019
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Islanda, anni Sessanta
Pagine: 208
Prezzo: 18,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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