Sinossi:
Un dee-jay di Radio Monte Carlo
riceve, durante la sua trasmissione notturna, una telefonata delirante. Uno
sconosciuto, dalla voce artefatta, rivela di essere un assassino. Il fatto
viene archiviato come uno scherzo di pessimo gusto. Il giorno dopo un pilota di
Formula Uno e la sua compagna vengono trovati morti e orrendamente mutilati
sulla loro barca. Inizia così una serie di delitti, preceduti ogni volta da una
telefonata a Radio Monte Carlo con un indizio "musicale" sulla
prossima vittima, e ogni volta sottolineati da una scritta tracciata col
sangue, che è nello stesso tempo una firma e una provocazione: lo uccido... Per
Frank Ottobre, agente dell'FBI in congedo temporaneo, e Nicolas Hulot,
commissario della Sûreté Publique, inizia la caccia a un fantasma
inafferrabile. Alle loro spalle una serie di rivelazioni che portano poco per
volta a sospettare che, di tutti, il meno colpevole sia forse proprio lui,
l'assassino. Di fronte a loro un agghiacciante dato statistico. Non c'è mai
stato un serial killer nel Principato di Monaco. Adesso c'è.
La mia ultima lettura è stata un thriller molto conosciuto,
il primo, popolarissimo romanzo di Giorgio Faletti. Si tratta, com’è noto ai
più, di un thriller, ma di un thriller atipico e difficile da incasellare in un
filone preciso: non è un giallo classico, non è un giallo psicologico, non è
neppure un noir e non ha il ritmo forsennato di un romanzo di Deaver… eppure,
tutto sommato, è un buon libro.
Siamo nella bellissima, ricca e sicura Montecarlo, fra Yacht
extralusso, sale da gioco e locali all’ultimo grido. E’ qui che agisce un uomo
che è più che altro un’ombra nera e silenziosa, un fantasma che non lascia
tracce a parte una scritta, “io uccido” tracciata col sangue delle sue vittime.
Omicidi di una crudeltà inaudita, preceduti da telefonate enigmatiche ad una popolare
trasmissione radiofonica notturna in onda su Radio Montecarlo. Ad indagare su
questo caso ci sono il commissario Nicolas Hullot e il suo amico Frank Ottobre,
agente dell’FBI in ripresa da una drammatica vicenda familiare. Gli omicidi si
susseguono senza una spiegazione apparente e i poliziotti cercano una traccia,
un indizio da decifrare, magari proveniente dalla musica, l’osso che l’assassino
lascia ai cani che gli danno la caccia. La pressione esterna si somma ai tanti
fantasmi del passato che attanagliano i due agenti e che non accennano ad
andarsene. A complicare il tutto arriva Natan Parker, generale dell’Esercito
americano cui l’assassino ha ucciso la figlia e che ora vuole vendetta… il
generale darà molto filo da torcere all’agente Frank Ottobre che scoprirà
intrighi insospettabili, perché non tutto è chiaro e lineare come sembra e a
volte le ombre della notte possono essere ancora più scure della notte stessa.
Consiglio questo libro? Infondo direi di sì, perché è
scritto bene, con una prosa equilibrata: le descrizioni, sia dei paesaggi che
degli avvenimenti, sono inserite in modo perfettamente organico nelle pagine,
senza rallentare il ritmo di per sé non eccessivamente serrato della storia.
Anche l’ambientazione ha il suo fascino: chi penserebbe mai ad una serie di crimini
efferati nella ricca ed elegante Montecarlo? Tuttavia la storia dell’assassino
mi ha lasciata parecchio perplessa: la sua scoperta è sì un colpo di scena, ma
è forse troppo surreale o irreale. Anche i suoi trascorsi, la sua infanzia e
ciò che lo ha portato ad uccidere resta troppo nebuloso. Inoltre l’accattivante
rapporto dell’assassino con la musica, che per buona parte del libro
costituisce un elemento di interesse nel lettore, poi non trova la giusta
finalizzazione nell’epilogo della vicenda.
Insomma, lo consiglio, ma con cautela. Probabilmente
potrebbe essere adatto a chi è quasi digiuno del genere o è solo agli inizi e
non ha letto (o non ama) thriller dal ritmo molto serrato. Allo stesso modo lo
consiglierei a chi non riesce a leggere gialli classici, psicologici o comunque
eccessivamente statici. Un’ultima considerazione: non credo che questo thriller
possa risultare innovativo nel suo genere, ma è pregevole per i suoi risvolti
sociologici. Un posto importante, infatti, è occupato da valori come l’amicizia,
l’amore come cura dei momenti bui, la fratellanza portata all’estremo.
In fin dei conti vale la pena di leggerlo anche perché la
lettura è scorrevole e piacevole.
Opera recensita: “io uccido” di Giorgio Faletti
Editore: Baldini & Castoldi, 2002
Genere: thriller
Ambientazione: Montecarlo, Francia
Pagine: 682
Consigliato: sì.
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