Sinossi:
Da oltre vent'anni Nino Di Matteo è in prima linea nella
lotta a Cosa nostra. Titolare di un'inchiesta che fa paura a tanti - quella
sulla trattativa Stato-mafia,
che si sviluppa nel solco del lavoro di Chinnici, Falcone e
Borsellino - è lui il magistrato più a rischio del nostro Paese. Le indagini
che ha diretto
e continua a dirigere, ritenute scomode persino da alcuni
uomini delle istituzioni, lo hanno reso il bersaglio numero uno dei boss più
influenti: Totò
Riina e Matteo Messina Denaro. Le parole del pm, raccolte
dal giornalista Salvo Palazzolo, offrono una testimonianza diretta e autorevole
sulle strade
più efficaci per contrastare lo strapotere dei clan. E
lanciano un grido d'allarme: Cosa nostra non è sconfitta, ha solo cambiato
faccia. È passata dal
tritolo alle frequentazioni nei salotti buoni, facendosi più
insidiosa che mai; anche se le bombe tacciono, il dialogo continua: tra
politica, lobby, imprenditoria
e logge massoniche si moltiplicano i luoghi franchi in cui
lo Stato è assente. Con una semplicità unica, Di Matteo condivide con il
lettore la propria
profonda comprensione del fenomeno mafioso di oggi. Così,
tra denunce e proposte, questo libro permette di gettare uno sguardo ai
meccanismi con cui Cosa
nostra si è insinuata nelle logiche economiche, sociali e
politiche del nostro Paese. Un'opera che si rivolge a tutti, perché è dalle
azioni di ciascuno
che deve partire il contrasto alla criminalità...
Sin dal primo giorno vi ho promesso recensioni oneste, nel
bene e nel male. Perciò anche stavolta, mio malgrado, sarò il più sincera
possibile: questo libro non mi è piaciuto. Confesso che, date le firme più che
autorevoli, avevo aspettative alte per questo libro. Tuttavia, alla fine di una
lettura rapida ma vuota, devo ricredermi: sono delusa, mi aspettavo altro.
Ho letto svariati libri con argomento la mafia e l’antimafia,
per lo più scritti da testimoni diretti delle stragi del 1992 e del grande
lavoro che c’è stato prima e dopo quell’estate. Anche in questo caso il libro
porta la firma di un magistrato antimafia, il Pubblico Ministero Nino Di
Matteo, che si propone di spiegare i rapporti tra mafia e potere, tra Cosa
nostra e la politica e l’imprenditoria.
Credo di non sbagliare se affermo che non c’è, al momento,
in Italia una persona più titolata di lui per affrontare quest’argomento
spinoso: il giudice, infatti, è stato titolare dell’inchiesta relativa alla
trattativa Stato-mafia. Attraverso le domande del giornalista Salvo Palazzolo,
Di Matteo ripercorre gli ultimi vent’anni analizzando i rapporti tra l’organizzazione
mafiosa e i vari stadi del potere e dell’imprenditoria in un’analisi
dettagliata e ragionata.
Tuttavia a me questo libro, al contrario di altri, non ha
trasmesso nulla: l’ho trovato piatto, privo di quella verve che invece ho
riscontrato in Ayala o nel capitano Pellegrino. Forse il problema è che le
vicende, sebbene molto dettagliate, mancano della giusta contestualizzazione
fattuale che attira e spinge alla lettura. O forse il problema è solo mio,
magari non era il momento giusto per leggere questo libro… non saprei! Ecco perché
non mi sento di bocciarlo completamente, magari ad altri piace… perciò lo
inserirò nei libri sì/no, non eccellente, ma neppure da bocciare… accidenti,
stiamo sempre parlando di un magistrato eccellente!
Editore: Rizzoli, Bur, (Futuro passato), 2015
Genere: saggistica
Ambientazione: Sicilia, Italia
Pagine: 186
Consigliato: sì/no
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