Sinossi:
È un mattino di pioggia gelida, che
cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono
passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un
tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui
acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita
a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i
legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita,
lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago.
A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che
potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O
forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che ha sempre unito
la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo
modo...
“Acquanera”… che dire? Valentina D’Urbano riesce sempre a
sorprendermi: ho adorato il suo primo romanzo, “Il rumore dei tuoi passi”, un
po’ meno sconvolgente ma comunque bello “quella vita che ci manca”, ma questo…
questo “acquanera” non saprei classificarlo. Mi è piaciuto? Credo di sì… di
sicuro mi ha scosso e raggelato!
E’ ambientato a Roccachiara, un paesino apparentemente senza
tempo, abbarbicato sulle montagne, dove l’inverno è freddo ed innevato e dove
la vita ruota intorno ad un lago, un lago dalle rive fangose e dalle acque
fredde e nere, in cui è meglio non fare il bagno. Sono proprio le acque del
lago che Elsa, giovane cameriera in casa del sindaco, vede nei suoi sogni… ma
invece che nere, le acque sono trasparenti e questo è segno di sciagura e di
morte. E’ da qui che parte la storia familiare raccontata magistralmente da
Valentina D’Urbano: è la storia di tre donne, Elsa, Onda e Fortuna, madre,
figlia e nipote, che hanno doni particolari, conoscono le erbe, quelle buone e
quelle cattive, sentono le presenze e vedono le anime dell’Aldilà. Questo le
isola dal resto del paesino: gli altri le guardano con diffidenza, le emarginano
per poi ricorrere al loro aiuto in casi particolari. Ciò che non si conosce fa
paura ed insieme affascina, ed è questo che devono scontare queste donne: il
disprezzo e la solitudine che contribuisce ad avvolgere loro, la loro casa e il
lago in un alone di mistero. Questi doni condizionano le loro vite, gli sguardi
sfuggenti, le maldicenze, le umiliazioni segnano le loro anime rendendole
ancora più tormentate, folli e sole. Ma Fortuna, la più piccola, la figlia di
Onda, lei sembra diversa. Lei sembra non avere poteri paranormali e questo
restituisce la speranza a sua nonna Elsa, speranza che aumenta quando
finalmente Fortuna trova un’amica, Luce, la figlia del becchino… ma c’è davvero
qualcosa in cui sperare? L’amicizia con Luce si trasforma in qualcosa di
morboso, quasi malato, quasi… letale. E’ un rapporto in bilico su segreti
sconosciuti o inespressi… ma prima o poi tutto viene a galla e ciò che siamo
può travolgerci… non si sfugge a ciò che siamo.
Sembra essere questa la lezione che l’autrice vuole
lasciarci alla fine di questa storia tetra, a volte macabra e un po’ surreale…
noi siamo ciò che abbiamo vissuto, il posto da cui veniamo, le braccia che ci
hanno cullato. Ciò che ci circonda, anche quando tentiamo di respingerlo,
finisce sempre per condizionare noi e chi ci sta intorno.
“Acquanera” è un libro strano, diverso dagli altri della
stessa autrice: Valentina D’Urbano ci ha abituato a storie di disagio, di
emarginazione e degrado. Ma qui si spinge oltre, nel terreno fangoso delle
tradizioni popolari, delle dicerie di paese, dei rimedi di streghe e fattucchiere,
creando un’ambientazione cupa che odora di freddo come le acque di un lago
ghiacciato, di umido come il muschio dei boschi, e di un odore ancestrale di
paura e di morte, come quello che si sente in un cimitero deserto.
Consiglierei questo libro? Sì, se non cercate qualcosa di
allegro o romantico e se volete leggere un romanzo che non sia thriller o
fantasy, ma che un pochino vi si avvicini. E sì, se in voi c’è ancora una
piccola parte irrazionale che crede alle vecchie storie popolari, storie di
cose inspiegabili, di donne con il capo coperto che sanno rimestare le erbe per
donare o per togliere.
Ancora una volta, comunque, complimenti a Valentina D’Urbano
che non ha paura di allontanarsi dal seminato per raccontarci storie sempre
nuove con il suo stile diretto ed essenziale. Valentina… però, la prossima
volta magari qualche morto in meno? J
Opera recensita: “acquanera” di Valentina D’Urbano
Editore: Longanesi, 2013
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Roccachiara
Pagine: 357
Prezzo: 14,90 € (rilegato); 6,99 € (ebook)
Consigliato: sì.
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