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domenica 2 aprile 2023

RECENSIONE: SARA GAMBAZZA - CI SONO MANI CHE ODORANO DI BUONO

Sinossi:

Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.

 

Commento:

In quel freddo pomeriggio di gennaio, Bina è sola sulla panchina del parco. Ha ottantatré anni, si ingobbisce sempre più man mano che il tramonto la avvolge mentre, con la borsetta stretta al petto, aspetta Fabio, suo nipote. Marta, dalla finestra del palazzo di fronte, non può fare a meno di osservare quella vecchia infreddolita e sola, così fuori posto lì al Cinghio, quel quartiere disastrato di una città perbene dove lei è nata e cresciuta. Si vede che l'anziana non è di lì e Marta teme che qualcuno possa infastidirla o farle del male. Così, presa da un impulso irrefrenabile, scende, le si avvicina e la convince a salire su da lei: almeno aspetteranno suo nipote al caldo. Ma si fa notte e Fabio non arriva, così Bina – che non ha più una casa dove tornare – resta lì a dormire, e il giorno dopo fa il sugo buono, e mentre non cerca il nipote perché sa che tornerà, Marta giorno dopo giorno le si affeziona, perché le ricorda sua madre, perché è la cosa più vicina ad una nonna che abbia mai avuto, perché, anche se lei è una tipa tosta nata e cresciuta con lo schifo del Cinghio, la solitudine è dura da sopportare per tutti. Lo sa bene Genni, che da quando la madre l'ha lasciata in balia di se stessa, per vivere ha dovuto prostituirsi e anche se ora un lavoro vero l'ha trovato, non ha nessuno su cui contare. Quando, quella sera di gennaio, malconcio e senza speranze, Fabio suona alla sua porta, lei non ha cuore di lasciarlo a se stesso, anche se lo conosce appena. E lo sa bene pure Liuba, quanto rumore fa il silenzio della solitudine, ed ora che è lontana da casa e fa la badante alla signora Maria non saprebbe rinunciare a quel respiro caldo che dorme vicino a lei. Sono forti, le donne del Cinghio, un po' tigri e un po' crocerossine, abituate al marcio, ai ceffoni, hanno vite peste e ammaccate ma sanno ancora trovare il modo di sopravvivere anche a se stesse, nonostante tutto. Ed ogni tanto anche qualche uomo buono, di cuore, s'incontra lungo la via e allora bisogna tenerselo stretto, per combatterlo in due il freddo che viene da dentro. Sono loro, Marta, Benny, Gianna, Liuba, Genni, i protagonisti di "Ci sono mani che odorano di buono", il romanzo d'esordio di Sara Gambazza edito da Longanesi. E protagonista è anche il quartiere, uguale a tante periferie che purtroppo conosciamo bene e che rendono le città tutte simili nella povertà, nel degrado e nella sofferenza. Fabio e Bina ci capitano per caso in quel posto squallido, loro non sono di là, eppure anche loro ce l'hanno la loro dose di guai… e chissà che, fra quei palazzacci tutti uguali, chi si è perso non possa ritrovarsi, e magari qualcuno non sappia portare quel poco d'amore a chi ne ha disperato bisogno. Magari qualcuno con mani nodose ma abili, che odorano di buono. Un libro che ho letto voracemente, questo di Sara Gambazza. Un libro che mi ha commossa profondamente, come non mi capitava da tempo. Super consigliato.

 

Opera recensita: "Ci sono mani che odorano di buono" di Sara Gambazza

Editore: Longanesi, 2023

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: una città italiana

Pagine: 368

Prezzo: 18,60 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

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