Sinossi:
Camilla,
diciottenne appena arrivata dal paese per studiare letteratura russa, nota tra
la folla un ragazzo. Anche lui porta con sé una valigia, anche lui è appena
arrivato. I due iniziano a guardarsi: lei è timida e finge di leggere un libro,
Silvestro invece è sfacciato e nasconde la sua inesperienza dietro un’ingenua
spavalderia. E quando il vaporetto attracca, decide di seguire Camilla per le
calli nebbiose di un’isola della laguna. Così comincia un’avventura lunga dieci
anni, che porterà i due ragazzi dalla Venezia quotidiana degli studenti fino
alla straniante frenesia di Mosca, con i suoi teatri e le enormi strade
trafficate. Camilla e Silvestro vivranno altre storie d’amore, si scriveranno,
saranno coinquilini nella stessa casetta, ospiti a un matrimonio nella campagna
russa e poi ancora passanti distratti nell’affollato mercato di Rialto. Saranno
di volta in volta nemici, amici, conoscenti, innamorati, vicini o distanti.
Dieci inverni è una storia d’amore, o meglio il prologo di una storia d’amore,
raccontata a due voci: ogni inverno è una finestra aperta a curiosare nella
vita di due persone che non si perdono mai del tutto e intanto crescono,
segnate dal difficile e splendido ingresso nell’età adulta.
Qualche tempo
fa, nel mio periodo universitario in cui ho visto molti film, mi è capitato di
vederne uno intitolato “Dieci inverni”. Ricordo che era bello, mi piacque,
ma mi resi conto che mi stavo perdendo qualcosa dato che non potevo leggere i
sottotitoli delle conversazioni in russo. Scoprendo che il film era tratto da
un libro pensai che forse quello sarebbe stato più agevole da capire e infatti
è stato così.
Eccomi,
dunque, a parlarvi di “dieci inverni”, romanzo di esordio dello scrittore
Valerio Mieli che è anche regista dell’omonimo film. E’ un romanzo piacevole e scorrevole e
nonostante copra un arco di tempo di dieci anni si legge in poche ore. E’ la storia di Camilla e Silvestro, due ragazzi che, nel giorno del loro trasferimento a Venezia per l’università, si incontrano casualmente su un vaporetto e da quel momento non riusciranno a lasciarsi per i successivi dieci anni. In realtà detta così sembrerebbe la classica favola d’amore alla “e vissero tutti felici e contenti”, ma no. Camilla e Silvestro si incontrano, si inseguono, si evitano, si odiano e si consolano senza che tra loro ci sia mai nulla che farebbe pensare all’amore. O almeno non all’amore come comunemente lo immaginiamo… perché in effetti, a pensarci bene, il continuo evitarsi, fraintendersi, cercarsi inconsciamente, non riuscire a smettere di pensare all’altro seppur raramente, non può forse essere ricondotto, in qualche modo, all’amore? I due protagonisti vivono le loro vite diverse, divisi tra Venezia e Mosca, vivono altre relazioni, hanno altri interessi, chi il teatro, chi le lumache, ma alla fine si incontrano inevitabilmente ogni inverno. E forse questa storia dà ragione a chi diceva che chi se ne va non lo fa mai per davvero a meno che non siamo noi a volerlo… Mi è piaciuto questo libro? Sì, anche se mi ha lasciato un retrogusto dolceamaro, proprio la stessa sensazione che mi aveva lasciato il film. Ve li consiglio entrambi, tanto più che il film ha un cast di tutto rispetto con Isabella Ragonese, Michele Riondino e il tema musicale principale di Vinicio Capossela.
E’ una lettura breve, ma che fa riflettere.
Opera
recensita: “Dieci inverni” di Valerio Mieli
Editore:
Rizzoli, 2009
Genere:
narrativa italiana
Ambientazione: Venezia, Russia
Pagine: 210
Consigliato:
sì
Consigli
correlati:
Film: dieci
inverni, 2009, pluripremiato, con regia di Mieli, protagonisti Ragonese e
Riondino
Consiglio musicale:
Parla piano di Vinicio Capossela.
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