Sinossi:
Povero Piero: da vivo
scrittore misconosciuto, e da morto sballottato, trafugato, nascosto negli
armadi dai suoi stessi parenti, ricoperto da valanghe di epitaffi, necrologi,
addobbi vari, nonché dai pianti e dalle escandescenze di cognati, suoceri, cugini
e nipoti, e dalle loro ipocrisie. Le sue ultime volontà prevedevano che della
sua dipartita non si sapesse nulla fin dopo le esequie, ma la notizia - a
quanto pare - è trapelata. Finché, forse per lo choc della morte, il povero
Piero risuscita e poi rimuore davvero, portando il più assoluto scompiglio nel
funerale dirottato già verso un altro defunto... La paradossale e sgangherata
vicenda del protagonista offre ad Achille Campanile l'occasione per alcune
serissime considerazioni e ipotesi non solo sull'assurdità dei comportamenti
umani, ma anche su un tema delicato, e sul quale pochi hanno osato ridere, come
quello della morte.
Commento:
Il povero signor Piero è
morto. Da questo antefatto l'autore, con quella verve di comicità basata sulla
serietà che fa venir nostalgia dei tempi andati, coglie l'occasione per osservare
dall'esterno il bailame che segue al tragico evento. Innanzitutto Achille
Campanile si sofferma sull'assurdità del ritenere inaspettato e incredibile un
evento del tutto naturale e noto a tutti sin dalla nascita; poi guarda con
sarcasmo all'ipocrisia, alla teatralità dei gesti fatti più per consuetudine
che per affetto… infine, la situazione da lui descritta assume contorni assurdi
e tragicomici quando il povero Piero risuscita e trova parenti, amici,
congiunti e maestranze a vegliarlo, in palese contrasto con le sue ultime
volontà… una danza macabra di equivoci e malintesi dalle conseguenze
imprevedibili ma, al netto della comicità, assolutamente plausibili. Con questo
scanzonato teatrino dell'assurdo, Achille Campanile ci mette di fronte ad una
tutt'altro che comica riflessione sul nostro rapporto con la morte, sui luoghi
comuni, i comportamenti di circostanza e cinicamente reali che mettono a nudo
la vera natura di ogni essere umano. E ci riscopriamo, nostro malgrado, tutti
simili in questo racconto e in quest'evento che, volente o nolente, prima o poi
toccherà a tutti. Un romanzo che consiglio, un buon modo per riflettere su
qualcosa che spaventa ed addolora, ma con cui è inevitabile avere a che fare.
Tanto vale arrivare, in un certo qual modo, preparati!
Opera recensita: "Il
povero Piero" di Achille Campanile
Editore: Bur, prima ed.
originale 1959
Genere: romanzo umoristico
Ambientazione: non
definita
Pagine: 320
Prezzo: 11,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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