Sinossi:
La pesca con
la lampara ha una sua logica precisa. Si accende la luce, non si fa rumore, si
sta fermi il piú possibile e nel frattempo si armano le reti. Prima o poi anche
i pesci meglio nascosti vengono a galla. A quel punto non possono scapparti
piú. Vanina pensò che era l'immagine perfetta per descrivere quel caso.
Sono le quattro e trenta
del mattino. Dalla loro barca il dottor Manfredi Monterreale e Sante Tammaro,
giornalista di un quotidiano online, intravedono sulla costa un uomo che
trascina a fatica una grossa valigia e la getta fra gli scogli. Poche ore dopo
il vicequestore Vanina Guarrasi riceve una chiamata anonima: una voce femminile
riferisce di aver assistito all'uccisione di una ragazza avvenuta quella notte
in un villino sul mare. Due fatti che si scoprono legati e dànno il via a
un'indagine assai piú delicata del previsto. La scontrosa Vanina, la cui vita
privata si complica di giorno in giorno, dovrà muoversi con cautela fra
personaggi potenti del capoluogo etneo. Ma anche grazie all'aiuto del
commissario in pensione Biagio Patanè, con il quale fa ormai «coppia fissa»,
sbroglierà un intrigo che, fino all'ultimo, riserva delle sorprese.
Commento:
Il secondo libro di una serie è un po' un banco di prova,
sia per l'autore – che da questo capirà quanto successo e quanta aspettativa ha
creato il primo – sia per il lettore – che da esso capirà se la serie gli piace
e se è il caso di continuarla. Dal mio punto di vista di lettrice, questo era
uno dei motivi per cui aspettavo con curiosità e trepidazione l'uscita del
secondo libro della serie di gialli con protagonista Vanina Guarrasi. Gli altri
motivi sono più egoistici: mi piace l'ambientazione siciliana, mi piacciono
Vanina, la sua squadra, il suo modo di condurre le indagini basato su
intuizioni più che sul seguire un metodo alla lettera; e poi mi piace il cibo…
e qui ce n'è tanto e di quello buono, parola di una che – come Vanina – non
saprebbe cucinarsi nemmeno un uovo al tegamino però la buona tavola la onora
con piacere.
Gusti e commenti personali a parte, La logica della lampara
è un bel giallo italiano, decisamente ben scritto e congegnato: l'indagine in
cui si ritrova Vanina è di quelle complicate e da arrovellarsi il cervello per
giorni e, nel caso del vicequestore Guarrasi, pure per notti. Una ragazza è
scomparsa, tutto fa pensare che sia morta, ma il corpo non si trova. E sembra
proprio che questo non sia l'unico crimine – o presunto crimine – su cui
bisognerà indagare: come i pesci attirati dalla lampara, come il vaso
scoperchiato di Pandora, qui i crimini e le disavventure arrivano a frotte e,
sempre nel caso di Vanina, non solo relativamente all'indagine. C'è un punto
interrogativo grande quanto la sua mansarda a Santo Stefano che la attende a
Palermo. L'incrocio tra passato che torna e futuro che arriva è sempre più
vicino e Vanina, un occhio alla foto incorniciata di suo padre sorridente e l'altro
al messaggio di Paolo Malfitano che lampeggia sullo schermo dell'iPhone, dovrà
scegliere… con tutte le conseguenze che una scelta tanto difficile comporta. La
consolazione – oltre a cioccolato, dolci e vecchi film – è che, sia al lavoro
che fuori, Vanina non è sola. Ha una squadra di prim'ordine ed amici presenti e
comprensivi in grado di sopportare anche i suoi silenzi e malumori.
E dunque, oltre a consigliarvi sia questo che il primo libro
di Cristina Cassar Scalia con protagonista questa donna così forte ed arguta,
io cosa posso dire? Aspettative ampiamente superate! Attendo il terzo con
altrettanta trepidazione!
Opera recensita: "La logica della lampara" di
Cristina Cassar Scalia
Editore: Einaudi, 2019
Genere: giallo
Ambientazione: Sicilia
Pagine: 384
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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