Sinossi:
Catania.
Nella grotta di un fiume sotterraneo usata come saletta da un locale molto noto
viene ritrovato il cadavere di un uomo: lo hanno accoltellato. Una brutta
faccenda su cui dovrà fare luce il vicequestore Vanina Guarrasi che, come se
non bastasse, da qualche settimana è pure sotto scorta.
Vincenzo La Barbera,
professore di filosofia presso il liceo classico, era un tipo solitario, che
usava come casa una vecchia barca a vela ormeggiata nel porto ed era amatissimo
dagli studenti. Niente debiti, né legami con la malavita. Eppure qualcuno lo ha
ucciso, lasciando il suo corpo nel letto dell’Amenano, un corso d’acqua che
secoli fa un’eruzione dell’Etna ha ricoperto di lava e che ora scorre sotto il
centro storico della città. Vanina Guarrasi – la cui esistenza si è complicata,
casomai ce ne fosse bisogno, per via di una minaccia di morte giunta dalla
mafia palermitana – prende in mano l’indagine. Di indizi, nemmeno l’ombra. Il
mistero è assai complesso, e forse ha le sue radici nel passato ribelle della vittima.
Per risolverlo, però, Vanina potrà contare ancora una volta sull’aiuto
dell’impareggiabile commissario in pensione Biagio Patanè.
Commento:
Maggio… maggio è un bel mese
per tutti i lettori perché sono tante le novità editoriali che ci giungono fra
le mani. Per me, da qualche anno, maggio è sinonimo di un appuntamento letterario
che attendo con aspettative e trepidazione: quello con il vicequestore Vanina
Guarrasi. Mi sono ormai affezionata a questa sbirra palermitana che lavora nella
stupenda Catania – una città che da tanto mi attira inspiegabilmente – e che adoro
per i suoi modi spicci, un po' scostanti, ma anche per la tenacia,
l'impulsività, la convivialità mai esagerata o ostentata che sa generare, il
profondo senso di umanità che promana da lei, da chi la circonda e persino
dall'ambientazione così suggestiva e peculiare. In questa quarta indagine la
ritroviamo alle prese con l'omicidio di un professore di filosofia,
irreprensibile e impegnato nel sociale, uno che davvero non dava motivo di
essere inviso a nessuno… eppure è stato ucciso. Ma, per quanto sia interessante
ed intricata l'indagine, quel che più ci inchioda alle pagine è la vicenda
personale di Vanina che – come immaginerà chi ha letto il giallo precedente, La
salita dei saponari – è sotto scorta. E chi la conosce lo sa che per Vanina una
situazione del genere, con limitazioni, regole, controllo è a dir poco
insostenibile. Parlavo prima di senso di umanità… bene, quello che si genera
attorno a Vanina in quest'episodio, con doni inaspettati, carinerie commoventi
e gesti di grande empatia non si può chiamare in altro modo se non… umanità,
famiglia, casa. E sarà che a me piacciono le storie in cui si respira
quest'aria di famiglia anche dove famiglia non c'è, dove oltre all'indagine c'è
un lato umano che non va mai a soverchiare la trama gialla ma che anzi con essa
si compenetra… sarà per Vanina, sarà per Catania, per il cibo, la Sicilia,
tutti i personaggi, la scrittura così sobria, discreta eppure profonda e
accogliente… sarà come sarà, ma Vanina è diventata una dei miei personaggi
preferiti degli ultimi anni… l'aspetto ad ogni uscita e non mi stancherei mai
di leggerla, mi piacerebbe conoscerla tanto che quasi rimpiango che non esista
davvero. Questo quarto libro lo consiglio a chi abbia già letto i precedenti… questa
è una di quelle serie in cui è meglio non fare i furbetti e balzare già
all'ultimo libro senza aver letto gli altri… non ve lo consiglio, non
l'apprezzereste. Una serie, questa, che va gustata come un buon vino accompagna
una ricca cena: portata dopo portata, senza abbuffarsi né scolarsi la bottiglia…
lentamente, così dura più a lungo.
Opera recensita:
"L'uomo del porto" di Cristina Cassar Scalia
Editore: Einaudi, 2021
Genere: giallo, seriale
Ambientazione: Catania,
Sicilia
pPagine: 328
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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