Sinossi:
È forse la
prima volta che un avvenimento, in questo caso un efferato delitto, viene
raccontato in uno stesso libro da due voci contrapposte che entrano nella pelle
della vittima o dell’aggressore. Nella Puglia del dopoguerra, terra di passaggio
dove si incontrano reduci, transfughi, tedeschi e alleati, in occasione di un
comizio di Giuseppe Di Vittorio, politico e sindacalista, avviene un
linciaggio. Milena Agus e Luciana Castellina entrano nei fatti, ciascuna con la
propria passione e la propria ragione, minuziosamente documentate. Milena Agus
penetra nel palazzo delle vittime, e le ricrea con la sua smagliante e amorosa
immaginazione, mentre Luciana Castellina ricostruisce la storia di quegli anni,
assai poco nota, e le circostanze che fecero di una folla di poveri braccianti
e delle loro donne dei feroci assassini: una all’interno, l’altra all’esterno,
in due superfici che si toccano senza conoscersi, il palazzo e la piazza, e che
quando vengono a contatto, esplodono.
Commento:
Guardati
dalla mia fame è un libro tanto particolare quanto interessante: partendo da un
fatto realmente accaduto ad Andria nel 1946 – l'assassinio di due delle quattro
sorelle Porro – due autrici, tratteggiano la storia e il contesto
socio-culturale della Puglia di quegli anni, uno scenario elettrico e pronto ad
esplodere al minimo contatto, come poi effettivamente accadde.
Se, con prosa
vividissima e grande immaginazione e capacità di calarsi nell'atmosfera e nella
mentalità dell'epoca, Milena Agus riesce a tracciare un ritratto fantasioso, ma
– c'è da crederlo – piuttosto fedele delle vittime, del loro modo di pensare (o
di non pensare) e del loro ambiente, Luciana Castellina, con piglio giornalistico,
decisamente più realista, tecnico eppure allo stesso modo coinvolgente,
racconta una storia poco conosciuta di guerra civile, ribellione, sollevazione
popolare contro gli agrari, gli oppressori, i possidenti. Entrambe le facce di
questa storia ci mostrano, con drammatica chiarezza, come le voci a lungo non
ascoltate, la disperazione, la fame, la miseria più nera possano armare gli
uomini e le donne di una forza più distruttiva delle armi più potenti, innescando
quelle reazioni a catena che portano, invariabilmente, a delitti solo
apparentemente inspiegabili. Guardati dalla mia fame è, a partire dal titolo,
una narrazione attenta, puntuale, accurata ed intensa di una pagina troppo poco
conosciuta della storia pugliese ed italiana, che oltre ad intersecare altre
storie richiamate in altri libri (e penso a quel treno dei bambini che da
Napoli portava in Emilia di cui ci parlava Viola Ardone), ci induce a
riflettere su un'altra tappa di quell'annosa "Questione meridionale"
che da tempo immemore affligge le regioni del Sud, le cui radici affondano in
secoli di sfruttamento, abuso, depauperamento, rinfocolato da sempre nuove
angherie. Da leggere, assolutamente.
Opera
recensita: "Guardati dalla mia fame" di Milena Agus e Luciana
Castellina
Editore:
Nottetempo, 2014
Genere:
romanzo storico
Ambientazione:
Puglia, anni 40
Pagine: 216
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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