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martedì 7 settembre 2021

RECENSIONE: PERCIVAL EVERETT - TELEFONO

                        Sinossi:

Finalista al premio Pulitzer 2021, Telefono è un’opera intensa ed emozionante sulla mancanza e la perdita, ma soprattutto sull’opportunità di riscatto che può nascere dalle difficoltà.

Un biglietto ritrovato in una giacca acquistata online pone di fronte a una scelta decisiva Zach Wells, docente di geologia con una vita fino a quel momento tranquilla, sebbene percorsa da un fiume sotterraneo di irrequietudine. Quando la sua esistenza viene sconvolta da una terribile scoperta, Zach decide di prendere sul serio la richiesta di aiuto contenuta in quel misterioso biglietto, come se tentare di salvare uno sconosciuto fosse l’unico modo per tentare di salvare se stessi. Tra Los Angeles, una caverna nel Grand Canyon, il deserto del New Mexico e Ciudad Juárez, al di là del confine, Zach proverà a dare un senso al proprio dramma imbarcandosi in un’impresa donchisciottesca senz’altro aiuto che quello offerto da un improbabile cenacolo di aspiranti poeti. Un romanzo di sentieri che si biforcano, in cui le suggestioni paleontologiche e scacchistiche si fondono alle prove estreme di una famiglia e di un matrimonio, le domande esistenziali di un uomo al mistero delle donne scomparse nella “città del Male”.

 

Commento:

"Telefono" di Percival Everett è un romanzo intenso, emozionante e sorprendente. Parte in sordina, come il classico romanzo ambientato nella provincia americana e pervaso del grigiore di vite piatte ed avvoltolate su se stesse. Parte così, con un protagonista-narratore bizzarro e alquanto sui generis, ma in realtà rivela presto la sua bellezza: basta fermarsi, estraniarsi dai preconcetti e dai giudizi facili e mettersi in ascolto della voce di Zach, un docente di geologia, uno studioso di rocce, ossa, fossili, passato; un padre di famiglia, una famiglia che ama e che consiste in una coppia – lui e sua moglie Meg, poetessa e docente anche lei – tenuta insieme da una figlia, Sara, una ragazzina intelligente e sveglia di dodici anni. Mantenere in vita quella ragazzina è, da dodici anni, l'obiettivo principale, il perno attorno al quale ruotano le vite di Zach e Meg. E quando, improvvisamente, qualcosa nella salute di Sara sembra non andare più tanto bene le loro vite si sfaldano, la routine impazzisce, il dolore è una parabola crescente di sofferenza, insensatezza, follia. E ciascuno lo affronta come può e come sa… o forse, non sapendo come fare, cerca una consolazione, una valvola di sfogo, una via di fuga in qualcosa di altrettanto folle ed insensato. Un biglietto in una giacca acquistata su Ebay, una richiesta d'aiuto da parte di sconosciuti, può diventare il pretesto per scappare dal proprio dolore, per cercare di realizzare altrove, lontano, qualcosa di buono. La storia raccontata in questo libro da Percival Everett scatena due sentimenti predominanti: da un lato la sofferenza e la commozione per la vicenda umana e familiare, dall'altro l'incredulità per l'altro "versante" della storia, quello che ha a che fare con Ciudad Juarez: il comportamento di Zach, pur se appare insensato a chi legge la vicenda con occhi esterni e razionali, ha il pregio di affrontare un problema grave di cui si sa e si parla poco, quello del gran numero di donne scomparse a Ciudad Juarez. "Telefono" è un libro da leggere così com'è, cogliendo e facendo proprio uno o più dei tanti spunti che l'autore dissemina lungo la narrazione… alla nostra sensibilità tocca fare il resto.

 

 

Opera recensita: "Telefono" di Percival Everett

Editore: La nave di Teseo, 2021

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Stati Uniti-Messico

Pagine: 288

Prezzo: 22,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

      

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