Sinossi:
Finalista al premio Pulitzer
2021, Telefono è un’opera intensa ed emozionante sulla
mancanza e la perdita, ma soprattutto sull’opportunità di riscatto che può
nascere dalle difficoltà.
Un biglietto ritrovato in
una giacca acquistata online pone di fronte a una scelta decisiva Zach Wells,
docente di geologia con una vita fino a quel momento tranquilla, sebbene
percorsa da un fiume sotterraneo di irrequietudine. Quando la sua esistenza viene
sconvolta da una terribile scoperta, Zach decide di prendere sul serio la
richiesta di aiuto contenuta in quel misterioso biglietto, come se tentare di
salvare uno sconosciuto fosse l’unico modo per tentare di salvare se stessi.
Tra Los Angeles, una caverna nel Grand Canyon, il deserto del New Mexico e
Ciudad Juárez, al di là del confine, Zach proverà a dare un senso al proprio
dramma imbarcandosi in un’impresa donchisciottesca senz’altro aiuto che quello
offerto da un improbabile cenacolo di aspiranti poeti. Un romanzo di sentieri
che si biforcano, in cui le suggestioni paleontologiche e scacchistiche si
fondono alle prove estreme di una famiglia e di un matrimonio, le domande
esistenziali di un uomo al mistero delle donne scomparse nella “città del Male”.
Commento:
"Telefono" di Percival Everett è un romanzo intenso,
emozionante e sorprendente. Parte in sordina, come il classico romanzo
ambientato nella provincia americana e pervaso del grigiore di vite piatte ed
avvoltolate su se stesse. Parte così, con un protagonista-narratore bizzarro e
alquanto sui generis, ma in realtà rivela presto la sua bellezza: basta
fermarsi, estraniarsi dai preconcetti e dai giudizi facili e mettersi in
ascolto della voce di Zach, un docente di geologia, uno studioso di rocce,
ossa, fossili, passato; un padre di famiglia, una famiglia che ama e che
consiste in una coppia – lui e sua moglie Meg, poetessa e docente anche lei – tenuta
insieme da una figlia, Sara, una ragazzina intelligente e sveglia di dodici
anni. Mantenere in vita quella ragazzina è, da dodici anni, l'obiettivo principale,
il perno attorno al quale ruotano le vite di Zach e Meg. E quando,
improvvisamente, qualcosa nella salute di Sara sembra non andare più tanto bene
le loro vite si sfaldano, la routine impazzisce, il dolore è una parabola
crescente di sofferenza, insensatezza, follia. E ciascuno lo affronta come può
e come sa… o forse, non sapendo come fare, cerca una consolazione, una valvola
di sfogo, una via di fuga in qualcosa di altrettanto folle ed insensato. Un
biglietto in una giacca acquistata su Ebay, una richiesta d'aiuto da parte di
sconosciuti, può diventare il pretesto per scappare dal proprio dolore, per cercare
di realizzare altrove, lontano, qualcosa di buono. La storia raccontata in
questo libro da Percival Everett scatena due sentimenti predominanti: da un
lato la sofferenza e la commozione per la vicenda umana e familiare, dall'altro
l'incredulità per l'altro "versante" della storia, quello che ha a
che fare con Ciudad Juarez: il comportamento di Zach, pur se appare insensato a
chi legge la vicenda con occhi esterni e razionali, ha il pregio di affrontare
un problema grave di cui si sa e si parla poco, quello del gran numero di donne
scomparse a Ciudad Juarez. "Telefono" è un libro da leggere così
com'è, cogliendo e facendo proprio uno o più dei tanti spunti che l'autore dissemina
lungo la narrazione… alla nostra sensibilità tocca fare il resto.
Opera recensita: "Telefono" di Percival Everett
Editore: La nave di Teseo, 2021
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Stati Uniti-Messico
Pagine: 288
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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