Sinossi:
Io sono stata un cigno, mi hanno
portata da fuori, mi sono voluta accomodare a forza, e poi ho molestato,
scalciato e fatto bagarre anche contro chi s'avvicinava con il suo tozzo di
pane duro, la sua elemosina d'amore.
Odore di alghe e sabbia, di piume bagnate. È un antico cratere,
ora pieno d'acqua: sulle rive del lago di Bracciano approda, in fuga
dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, madre coraggiosa con un
marito disabile e quattro figli. Antonia è onestissima e feroce, crede nel bene
comune eppure vuole insegnare alla sua figlia femmina a non aspettarsi nulla
dagli altri. E Gaia impara: a non lamentarsi, a tuffarsi nel lago anche se le
correnti tirano verso il fondo, a leggere libri e non guardare la tv, a
nascondere il telefonino in una scatola da scarpe e l'infelicità dove nessuno
può vederla. Ma poi, quando l'acqua del lago sembra più dolce e luminosa, dalle
mani di questa ragazzina scaturisce una forza imprevedibile. Di fronte a un
torto, Gaia reagisce con violenza, consuma la sua vendetta con la
determinazione di una divinità muta. La sua voce ci accompagna lungo una
giovinezza che sfiora il dramma e il sogno, pone domande graffianti. Le sue
amiche, gli amori, il suo sguardo di sfida sono destinati a rimanere nel nostro
cuore come il presepe misterioso sul fondo del lago.
Commento:
Gaia è una giovane donna che vive con la sua famiglia in una
casa popolare in un paesino vicino a Roma, sulle rive del lago di Bracciano; è
quella che i cinquanta-sessantenni di oggi definirebbero una Millennial, ha una
laurea che non le serve a trovare lavoro, una chioma fulva che la rende
riconoscibile e che ha ereditato dalla madre. Ma i capelli rossi non sono
l'unica eredità che la madre, Antonia, le ha lasciato in dote: a lei Gaia deve
un'educazione ferrea fatta di "no", di "non si toccano le cose
degli altri, specie quelle che sono di tutti", di aspettative sempre un
po' più su di quanto sperasse, di libri presi in biblioteca, di parole amate e
parole taciute, di riscatti troppe volte mancati ma sempre cercati. Dalla madre
Gaia ha imparato a lottare, ma ha anche capito cosa non vuole essere, come non
vuole veder diventare la sua vita. Gaia è una giovane donna
"cattiva", una che reagisce ai torti subiti e lo fa colpo su colpo,
con violenza sproporzionata, con il rancore di chi si è visto, per una vita
intera, sfilare via ogni conquista, ogni promesso sorso d'acqua fresca in una
società arida di benessere, di sogni, di amore. Ma come si diventa una
"donna cattiva"? Ce lo spiega, Gaia, attraverso le pagine di L'acqua
del lago non è mai dolce, il nuovo, stupendo libro di Giulia Caminito. Pagine
dense, fitte, graffianti, pagine in cui le parole perforano la carta, e si
inchiodano dirette nel pensiero. Si diventa un po' più cattiva ad ogni torto
subito, ad ogni umiliazione, ogni volta che ci si è dovuti difendere da soli,
ogni volta che bisogna affrontare una delusione, l'ennesima. E il risentimento,
la rabbia, la vendetta scaldano là dove il freddo di paura e solitudine rischiano di coprire anche il
cuore. Scaldano, sì, e crescono, corrodono, erompono. Ed è così che, passo dopo
passo, sopruso dopo sopruso, ci si ritrova a rischiare di commettere
l'irreparabile senza che, peraltro, questo dia vera soddisfazione o risolva
alcun problema. L'umiliazione, la discriminazione, l'abbandono affettivo
feriscono ed acuiscono le incomprensioni, ed è così che ci si ritrova nemiche,
sedute allo stesso tavolo senza parlarsi, quando si potrebbe lottare dalla
stessa parte. L'intransigenza di una madre, le ribellioni di una figlia
indomita, le amicizie sbagliate, le delusioni, la rabbia… tutto questo e molto
di più c'è in questo nuovo romanzo di Giulia Caminito, molto di più perché
grande è l'affetto che Gaia e forse anche Antonia sono riuscite a trasmettere,
loro che per se stesse parevano non averne più scorte. È la storia di una
bambina con le orecchie lunghe che lotta e lotta e non si arrende neanche agli
urti più duri, una storia che Giulia Caminito ci ha raccontato qui
magistralmente e che è il condensato di tante storie di disagio, problemi,
ambiente, contesto… società civile. Non c'è solo la storia di Gaia, Antonia e
la loro disastrata famiglia qui: c'è Roma, c'è il lago, l'Italia, i tumori, i
rifiuti, le morti giovani... un romanzo intenso che getta luce su tanti punti
oscuri della nostra società.
Opera recensita: "L'acqua del lago non è mai
dolce" di Giulia Caminito
Editore: Bompiani, 2021
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Lazio
Pagine: 304
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.
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