Sinossi (Ed. Marsilio):
Uno spreco, una storia d'amore mancata, l'impossibile
accordo tra educazioni sentimentali ispirate a modelli letterari diversi, la
vita stritolata nelle
divergenze fra civiltà e natura. L'incontro di Evgenij e
Tatiana nella campagna russa, la lettera d'amore della signorina di provincia
al giovane dandy,
il duello con cui questo uccide l'amico, i suoi viaggi e
infine l'arrivo a Pietroburgo per riconoscere Tatiana nelle vesti di altera
principessa legislatrice
di salotti e innamorarsene perdutamente: Puskin racconta
questa tragica storia con grande levità di toni.
Il protagonista di questa storia è Evgenij Onegin (da alcuni
editori italianizzato in Eugenio), un giovane bon vivant di città abituato a
passare da una festa ad un ballo, da una donna ad un’altra con molta
leggerezza. Richiamato nella campagna russa da una missiva che gli ingiunge di
assistere uno zio morente, al suo arrivo Onegin trova una pace insperata e la
possibilità di oziare allontanandosi, almeno temporaneamente, dai lussi della
città. Qui conosce Lenski, un giovane poeta bello ed ardimentoso con il quale
stringe amicizia, e Tatiana, una giovane ombrosa e schiva che si innamora di
lui.
Troppo affezionato alla propria libertà, il nostro eroe la
rifiuta, ma a distanza di tempo questa scelta si rivelerà un fatale errore.
La storia ci viene raccontata da un narratore esterno, un
amico di Onegin, probabilmente l’autore stesso. Costui interviene talvolta per
spiegare le sensazioni provate dai personaggi, ciò che celano nel loro animo e
spesso ha la funzione di chiarire al lettore i punti più oscuri. Il romanzo è
scritto in versi divisi in stanze ed il linguaggio (consideriamo che l’Onegin è
stato scritto nell’Ottocento) è parimenti poetico e a volte pomposo. Tuttavia l’opera
si legge piacevolmente e senza intoppi, ma altresì senza particolari picchi di
interesse.
Personalmente ho trovato questo romanzo, il primo che leggo
di Puskin, piacevole ma non particolarmente emozionante: non è nonostante fossi
curiosa di conoscere l’evoluzione della storia, il libro non è riuscito a
coinvolgermi fino in fondo. Ad ogni modo riconosco che si tratta di un’ottima
lettura, perciò la consiglio. Ultima considerazione: nei romanzi d’amore di
solito mi piacciono i finali alla “e vissero felici e contenti”, ma in questo
caso sono contenta che sia andata diversamente! Onegin come personaggio non mi
piace e l’ho trovato borioso ed arrogante, perciò… ben gli sta!
Opera recensita: “Evgenij Onegin” di Alexandr Puskin
Editore: Marsilio, Feltrinelli, Einaudi, Bur, Sansoni
Genere: romanzo in versi
Ambientazione: Russia, 1800
Consigliato: sì.
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