Sinossi:
Questo romanzo di una esordiente racconta la storia, tutta
vista dall'interno, di un eden infantile, dove anche il sesso è innocenza, che
si corrompe progressivamente
attraverso l'irruzione della perversione degli adulti con
foto sempre più spinte. E' il bambino più grande del gruppo, il tirannico
Mirko, a introdurle
nei giochi che si tengono in un capannone di periferia.
Commento:
E’ estate. Un gruppo di ragazzi, dai 10 ai 15 anni, si
incontra in un capannone abbandonato per giocare e passare alcune ore insieme.
Sono uno diverso dall’altro: c’è Mirco che è il capogruppo, il più grande (15
anni), quasi adulto, con il polso e le idee per condurre il gioco; c’è Luca, l’eterno
secondo che segue le orme del capo; c’è Martina, curiosa, intrepida, una mezza
donna anche se ancora una bambina; c’è Greta, bella, un po’ succube degli
altri, la “bambina”; c’è Matteo, il più piccolo (dieci anni), che guarda gli
altri con l’occhio inesperto e imbarazzato di chi non conosce ancora il mondo e
non capisce bene ciò che sta accadendo troppo velocemente intorno a lui. I
giochi sono dapprima elementari, i classici dei bambini… ma ben presto Mirco
introduce i ragazzi ad un mondo a loro fino ad allora sconosciuto: quello della
scoperta del proprio corpo e dei corpi altrui. Si comincia guardando certe
riviste, poi arrivano i baci, le toccatine sempre più audaci, i rapporti veri e
propri, le esperienze sadomaso. Tutto va troppo veloce, ci si vorrebbe fermare,
si vorrebbe lavar via lo sporco, ma l’abitudine, il desiderio, la voglia di
giocare ancora è più forte di tutto, anche del dolore. E quando nel gioco,
indirettamente, entrano anche gli adulti il limite viene superato in un attimo…
e non si può più tornare indietro.
In questo libro breve e sconvolgente Simona Vinci racconta
con precisione una storia innocente che diventa torbida, la normalità delle
prime esperienze sessuali di ragazzi e ragazze che viene turbata da una volontà
dominante, da una forza esterna, da un burattinaio che si crede adulto, ma che
infondo non lo è. E il bello (o il brutto) è che questa storia sembra assurda,
ma è tutt’altro che inverosimile: purtroppo vicende come questa esistono anche
al di qua della finzione letteraria, ci sono anche nella realtà. E forse è per
questo che consiglio questa lettura, perché bisogna aprire gli occhi su ciò che
accade o può accadere ai bambini, anche a due passi da noi, in un capannone
abbandonato come ce ne sono tanti. E poi Simona Vinci ha una prosa scorrevole,
a tratti cruda, a tratti estremamente sensuale. Un esperimento narrativo assai
riuscito, in tutta la sua crudezza e drammaticità.
Opera recensita: “Dei bambini non si sa niente” di Simona
Vinci
Editore: Einaudi, 1997
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: non ben definita
Pagine: 176
Prezzo: 8,00 €
Consigliato: sì.
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